Giuseppe Menardi, ingegnere, già sindaco di Cuneo e per tre mandati senatore ha voluto cimentarsi in una pubblicazione, fresca di stampa, dal titolo “Bestiario”.
Un volume di 235 pagine in cui fa le pulci – con la ruvida franchezza che caratterizza l’uomo – su voci che vanno dall’intelligenza artificiale agli ordini professionali, passando per l’auto elettrica e toccando vari altri temi con cui il cittadino comune deve relazionarsi ogni giorno a vario titolo.
Il "Bestiario" – lo diciamo per inciso – era il titolo di una nota rubrica tenuta da Giampaolo Pansa su L'Espresso dal 1994 al 2004.
Ma il libro di Menardi, pur sferzante com’era la prosa di Pansa, è altra cosa.
“Non è per tutti – mette subito le mani avanti - ma per i pochi che hanno ancora voglia di usare la testa per riflettere sui paradossi quotidiani. Ecco perché le note che tratto non possono che essere indirizzate a pochissime persone, mentre per gli stupidi risulteranno incomprensibili”.
Chiamando in causa Carlo Maria Cipolla, professore emerito di Storia Economica a Berkeley, l’autore parte dall’assunto che “la persona stupida è il tipo di soggetto più pericoloso che esista, da cui discende il corollario: lo stupido è più pericoloso del bandito”
I temi - affrontati secondo l’ordine alfabetico a mo’ di dizionario - sono argomenti di cui si parla in continuazione, soprattutto attraverso i mezzi di informazione, ma che pochi hanno la voglia di sviscerare e approfondire.
“Per ogni voce del Bestiario – specifica l’autore - il lettore troverà spunto per un argomento di riflessioni. È una raccolta di considerazioni su specifici aspetti della nostra vita quotidiana. Ci sono imposizioni normative, consuetudini, decisioni istituzionali, scelte economiche e interessi personali, lobbistici, più semplicemente affaristici che condizionano in modo significativo la vita degli individui. Questo processo di trasformazione della società non è irreversibile. Ma perché ciò possa accadere è necessario che i cittadini siano in grado di capire. Innanzitutto devono essere in condizione di sapere e, soprattutto, di conoscere ed è perciò che il libro non è per tutti. Gli argomenti trattati – aggiunge l’ex sindaco - hanno l’unico legame che sono parte della normale vita delle persone che si alzano al mattino, lavorano, si curano, vanno a scuola, scelgono tra le offerte culturali, e ritornano a casa la sera in abitazioni che nella maggior parte dei casi non sono stati in condizione di scegliere”.
E poi una postilla finale: “Ho voluto inserire un piccolo capitolo che è la descrizione della città di Parigi durante le Olimpiadi del 2024. La manifestazione olimpica è stata descritta sui nostri giornali con tinte negative tanto da apparire agli occhi dei lettori un fallimento. Ho voluto perciò dare conto del provincialismo di molta stampa italica. Inoltre ho ritenuto che fosse importante raccontare la positività di quanto ha vissuto durante le olimpiadi una città con mille contraddizioni com’è Parigi”.
Avrà pure deciso di appendere la politica al chiodo, ma l’ingegnere, primo cittadino di Cuneo dal 1990 al 1995, non ha perso la vis polemica che ha segnato la sua lunga stagione politica, prima nella Democrazia Cristiana in municipio a Cuneo e poi in Alleanza Nazionale a Roma a Palazzo Madama.
Un messaggio esplicito, rivolto espressamente alla politica, lo lascia nell’introduzione del volume, in riferimento alle storture dell’identità occidentale: “La politica – annota – dovrebbe costruire una società inclusiva. Ovviamente, parlando da liberale, affinchè ciò possa succedere , è indispensabile che il livello di responsabilità delle persone sia molto elevato, in modo da rispettare le regole, anche quando queste non fanno comodo”.











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