Due erano stati gli avvertimenti che mi avevano fatto gli amici quando avevo detto loro che mi sarei trasferita a Cuneo. Il primo era questo: fai attenzione a come guidano ( ! ). Il secondo: “ah, che gente chiusa!”. Sulla guida dei cuneesi, niente da aggiungere. Sono famosi nel mondo, anche se loro cercano di sottrarsi dalla famigerata nomea affermando che "i torinesi quando escono da Torino non sanno più guidare". Argomento che merita un ampio approfondimento e che penso svilupperò in un mio prossimo articolo.
Sul fatto invece che i cuneesi siano gente poco espansiva, non sono affatto d'accordo. Qui parlo dei cuneesi urbani, quelli che conosco meglio. Il primo (positivo) approccio l'ho avuto negli uffici pubblici. Ero abituata, provenendo da una metropoli, a passare giornate in luoghi affollatissimi con milioni di persone a far la fila davanti a me. Ma una volta arrivata Cuneo le esperienze positive hanno superato di gran lunga quelle negative. Il fatto di entrare in un ufficio per la richiesta di qualche documento e di uscirne dopo pochissimo tempo, con un trattamento quasi familiare, nei primi tempi è stato quasi scioccante. Gli addetti stessi agli sportelli - pur con le solite eccezioni - sono quasi " rilassati", non ti guardano in cagnesco e non ti fanno sentire in colpa come se ti stessero facendo un favore personale. Poi quando si entra si è quasi sempre sicuri di uscire a missione compiuta, con il documento in mano.
Altra esperienza positiva, l'approccio con i negozianti. Se devo andare a comprare qualunque cosa in uno dei negozietti sotto casa, dove mi conoscono benissimo, devo mettere in conto almeno mezz'ora in più, da spendere in chiacchiere. Che possono coinvolgere anche gli altri clienti, ai quali dopo un po' si finisce anche per dare del tu. Sempre che ci si arrivi, fino al negozio, e non si finisca di essere risucchiati, nel tragitto casa-negozio, da un numero imprecisato di conoscenti o semi-conoscenti o amici o semi-amici.
Tutto questo mi viene confermato dai miei genitori che hanno acquistato una casetta nelle vicinanze della città e gravitano per necessità a Cuneo: sono loro stessi stupiti di questi atteggiamenti gentili nei loro confronti quando, ad esempio, hanno a che fare con il personale di un ufficio o di un esercizio commerciale. “Oggi abbiamo parlato in piemontese!” è una delle frasi che sento ultimamente proferire da loro, proprio le stesse parole che dicevo anch’io stupita nei primi tempi in cui mi ero trasferita nel nostro “gentile” capoluogo. A Torino, infatti, sentire parlare piemontese è diventata ormai una rarità.
Stesso discorso vale per i rapporti interpersonali tra vicini di casa, dove, salvo i casi più eclatanti di chiusura - ma questo fenomeno esiste praticamente dappertutto ed ognuno di noi ha qualche vicino di cui sparlare -, si vedono ancora gentilezze, cortesie, persone che si scambiano piatti cucinati per un assaggio o che accudiscono i bambini dei vicini in caso di assenza dei genitore e tanti altri casi ancora. Il pranzo dei “vicini di casa”, iniziativa lodevole, lo sta a dimostrare.
Insomma, di persone poco socievoli direi proprio che ne ho conosciute veramente poche, anche se in confronto ai napoletani noi siamo comunque “freddi”. Ma in rapporto con clima che c'è a Cuneo, direi che i cuneesi sono persone davvero “caldissime” !






