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In Breve

| 06 dicembre 2011, 16:37

L'eterno fascino della cara, vecchia radio

L'eterno fascino della cara, vecchia radio

Con l'avanzare delle nuove tecnologie è un continuo sparire di questo o di quello. Anche se ciò che è veramente stato cancellato dalla faccia della terra si conta sulle punta delle dita, seppure poi diventi materiale da collezione e non sparirà mai del tutto. Sono infatti in via d'estinzione sia le cassette audio che video, ed i fax, mentre le macchine da scrivere sono quasi definitivamente sparite, come pure le pellicole per le macchine fotografiche e di conseguenza gli apparecchi fotografici non digitali...Ma la televisione non ha ucciso il cinema, l'ebook non sotterrerà mai il libro cartaceo e soprattutto nulla darà il colpo finale alla radio.

La radio invece è insostituibile. Viaggia nell'etere, è impalpabile, è multiforme. Musica, parole, tutto molto astratto, eppure capace di farci entrare in un'altra dimensione. Per fare una trasmissione radiofonica non sono necessari grandi mezzi e, a parte l'ovvio apparato tecnologico, poco è cambiato dai primi decenni del secolo scorso. In fin dei conti si tratta sempre di suoni o voci che escono fuori da una scatola.

In verità per gli apparecchi radiofonici la tecnologia non è che abbia fatto passi da gigante, tanto che sovente, soprattutto se si viaggia in auto, sovente capita di perdere , anche solo a tratti, il segnale. Il suono comunque è migliorato, ma niente di più . Innovazioni che pareva dovessero essere rivoluzionarie di fatto sono rimaste nel limbo delle buone intenzioni. Come il DAB (Digital Audio Broadcasting) sistema di radiodiffusione digitale che permette la trasmissione sonora di programmi radiofonici con qualità paragonabile a quella di un compact disc. Ben lungi dal diventare lo standard delle trasmissioni, solo poche emittenti hanno adottato il sistema. Sinceramente mi sfugge il motivo della mancata rivoluzione, se sia da ricercarsi nella solita letale burocrazia italiana, o nei costi del rinnovo delle apparecchiature, o in che cosa d'altro.

Ora sono in commercio apparecchi che alla sottoscritta farebbero anche gola, ma dai quali si astiene a causa del loro prezzo. Sono le radio che si collegano alla rete internet, dove le trasmissioni si sono moltiplicate all'infinito. Qui si può trovare di tutto, veramente. Centinaia di migliaia di emittenti da tutto il mondo trasmettono tutto il trasmettibile. Fin troppa grazia, davvero, ma è il bello del web.

Tornando alla nostra cara vecchia radio tradizionale, dicevo che è, e sarà, insostituibile. Le trasmissioni che ci piacciono di più però possono creare una certa dipendenza, data soprattutto dalla voce che esce dalla scatola magica, che la radio rende incredibilmente suadente e affascinante. Tranne la mia, naturalmente. Rilasciata un'intervista per una radio a grande diffusione durante la quale parlavo del mio libro sulle frittate, non sono riuscita a riascoltarmi. Sembravo un'altra persona. …ma questo, a dirla tutta, succede quasi a tutte le persone che si trovano a risentirsi occasionalmente, anche solo per i più svariati motivi, in un messaggio vocale registrato in precedenza. Invece, quanto erano belle le voci impostate degli attori del secolo scorso ! Mi riferisco alle commedie radiofoniche dove gli Alberto Lupo, le Valeria Morriconi, i Paolo Bonacelli, o il grande Gabriele Ferzetti, entravano nelle nostre case, e ci ammaliavano. O le vecchie radiocronache calcistiche, quelle con Niccolò Carosio prima e Ameri, Martellini, Ciotti poi, che se anche il calcio non interessava granché erano comunque trasmissioni che non si poteva fare a meno di sentire. La vera atmosfera creata dalla radio d'antan la si può ritrovare, con tutto il suo fascino, nel film di Woody Allen “Radio Days”.

Anche dalla radio contemporanea escono voci bellissime. Una di queste appartiene a Maurizio di Maggio di Radio Montecarlo, che conosco personalmente. Nelle occasioni in cui siamo stati in compagnia, ti parla con quel tono suadente e del tutto radiofonico: se chiudi gli occhi poi, ti senti dentro alla radio così che dopo un po’ che l’ascolti, ti aspetteresti pure che ti trasmetta un disco come abitualmente fa nei suoi programmi diffusi in etere.

Monica Bruna

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