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| 06 dicembre 2017, 07:03

Il click sulla psicologia: “La favola di Babbo Natale”

“In questo tempo di attesa, di bilancio di fine anno, di incombenze e cene, l'invito che vi faccio è quello di godere noi tutti, adulti, adolescenti e bambini della magia del Natale, nella consapevolezza che Babbo Natale esiste davvero in tutti noi”

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I bambini posseggono due caratteristiche che molti adulti hanno scordato da tempo: la fantasia e la magia dell’immaginazione.

Suonano le campane, cade la neve... Babbo Natale sta per arrivare! Nelle scuole e tra i bambini si respira fortemente questa magica atmosfera, tutti sono in trepidante attesa. I bambini vivono intensamente l'attesa: sanno che presto arriverà il 25 dicembre, arriverà Babbo Natale che con il suo vestito rosso e con il suo gran pancione scenderà dalla canna fumaria del camino e porterà ai bambini ciò che tanto hanno desiderato.

E dunque, la domanda... è giusto raccontare una “bugia bianca” ai bambini?

La risposta, secondo molti, e secondo me è si. I genitori a volte non sanno che i bambini utilizzano un tipo di pensiero, chiamato magico, che riguarda la fascia d' età che va dai 3 -4 anni ai 10circa. Questa è una fase di vita che mostra il bisogno da parte del bambino di ricorrere ad una dimensione magica per poter affrontare la realtà a volte troppo complessa o dolorosa da capire, per poi lasciare spazio al pensiero razionale.

Pare innanzitutto che non ci sia pericolo di farli diventare dei creduloni: perfino i bambini molto piccoli sono ben capaci di distinguere tra immaginazione e realtà. Quando i bambini "fanno finta di", esercitano una capacità cruciale da un punto di vista evolutivo: quella di figurarsi modi alternativi in cui la realtà potrebbe essere e quindi fiabe, racconti (il topino dei denti, la Befana, SpiderMen...) che sono un buon esercizio per allenare le capacità di ragionamento. Porsi la domanda: ma come fa a volare? Come fa a portare tutti i doni a tutti i bimbi del mondo? Ma chi lo aiuta? Sono domande che portano ragionamento e creatività.

La cosa migliore sarebbe avvicinarsi al pensiero dei bambini piccoli accogliendo il Natale nella sua incantevole magia e aspettare insieme a loro questo giorno ricco di magia e di aspettativa.

Al contrario di quanto si tende a pensare, la rivelazione dell'inesistenza di Babbo Natale non arriva in modo improvviso: quello che può sembrare all'apparenza un drammatico incidente, per esempio papà o mamma colti in flagranza di reato a piazzare i regali sotto l'albero o un sentito dire da qualche amico più grande, di solito è solo la conferma di un sospetto precedente.

Se il bambino non è ancora arrivato all'età giusta, è possibile che neppure un'evidenza del genere faccia crollare la sua indiscussa fede. Se il bambino è ancora piccolo (sotto i 5 anni) e sente dire che Babbo Natale non esiste e ci rimane male, è meglio che sia rassicurato del contrario, cioè che alcune persone non ci credono, ma che i suoi genitori ci credono.

Quando poi il bambino scoprirà la verità su Babbo Natale è bene che i genitori gli raccontino di come anche loro hanno creduto alla sua esistenza e di come abbiano amato quel periodo della loro vita: proprio questa gioia li avrebbe spinti a rivivere con lui la magica suggestione del Natale.

Il passaggio del bambino a sentirsi più “grande” dopo questa scoperta può essere rafforzato dalla richiesta di non svelare nulla ai fratellini, alle sorelline e agli amichetti più piccoli.

È importante ricordare che il Natale mostra ai bambini quanto sono desiderati ed amati, come invece a volte ricorda ai grandi che chi li ha tanto amati e desiderati, forse oggi ha perso la capacità di comunicarlo oppure non c'è più: l'assenza porta a quella sensazione di nostalgia che il Natale porta con sé in molti adulti.

È anche molto importante il concetto del regalo: Babbo Natale ci rimanda ad una condizione in cui dona le sue buone cose a tutti i bambini, che meritano quei doni senza aver fatto nulla, senza chiedere nulla in cambio e soprattutto accettando ogni bambino, anche quelli che qualche volta si sono comportati poco bene.

Per questo motivo in passato i regali erano modesti e non mettevano in difficoltà né economica né psicologica i genitori, che non sentivano forte il bisogno di avere in cambio un po' di gratitudine per i sacrifici fatti, né i bambini che sentivano di potersi sicuramente meritare quei doni. 

In questo tempo di attesa, di bilancio di fine anno, di incombenze e cene, l'invito che vi faccio è quello di godere noi tutti, adulti, adolescenti e bambini della magia del Natale, nella consapevolezza che Babbo Natale esiste davvero in tutti noi.

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e curiosità, potete seguire la mia pagina Facebook mettendo " mi piace" alla pagina D.ssa Ernestina Fiore Psicologa o visitando il sito www.ernestinafiorepsicologocuneo.it, dove potete trovare anche i precedenti articoli della rubrica.

Ernestina Fiore

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