“Il diradamento chimico che, a fine aprile od inizio maggio mese viene effettuato sul melo, – informano il frutticoltore centallese Livio Pautassi, responsabile GIE (gruppo di interesse economico della Cia piemontese) e Giordano Walter, melicoltore di Cuneo - è una delle pratiche colturali più importanti e strategiche per la regolazione della carica produttiva, della qualità, della pezzatura ed il contenimento della butteratura amara della mela". Con questo intervento ogni anno si effettua un diradamento dei rami produttivi (brindilli, lamburde e rami misti) provocando una cascola dei frutticini che hanno raggiunto un diametro di circa 10-12 mm, portando a soli 100-120 frutti a pianta i circa 1.000 frutticini presenti dopo la fioritura. E’ una pratica, quella del diradamento chimico, certamente molto delicata che richiede l’utilizzo di prodotti ben testati onde evitare effetti indesiderati. La revisione europea in materia fitosanitaria ha escluso, nel recente passato, l’impiego dello sperimentato diradante Carbaryl, il che ha comportato una ridiscussione delle strategie adottate in questi ultimi anni e la messa a punto di nuove metodologie di intervento.
Effettuata in provincia di Cuneo una verifica dell’efficacia di nuove sostanze diradanti, la maggior parte dei melicoltori si è indirizzato su Brevis, un nuovo diradante granulare a base di metamitron, una sostanza attiva conosciuta prima solo come diserbante per la barbabietola da zucchero ma che, opportunamente riformulata, un diradante efficace e selettivo per le pomacee.
Per motivi sconosciuti, nonostante fosse stato testato, con positive prove sperimentali, nel territorio piemontese nel dosaggio prescritto per questo areale ( 2 Kg/ettaro), l’efficacia del prodotto è stata troppo elevata e sulla pianta sono restati meno frutti di quanto si desiderasse o addirittura, come nel caso delle varietà Jeromine, Red chief, e tutte quelle a buccia rossa ( la percentuale si abbassa dal 100 al 70/80% per le Gala e le Golden) sono caduti proprio tutti. Interessati al danno, stante l’azzeramento assodato della produzione 2015, sono centinaia di ettari e moltissimi melicoltori.
"Ovviamente il danno che avremo a subire sarà rilevantissimo sia diretto per il 2015 che indiretto per il futuro restando un punto interrogativo il ritorno a fiore per il 2016 e l’alternanza di produzione - proseguono Livio Pautassi e Giordano Walter. Risulta che la ditta produttrice (la ditta israeliana Adama controllata da una multinazionale cinese) abbia già fissato incontri con tecnici ed agronomi impegnandosi a seguire tutti i danneggiati ed a questa segnalazione ci atteniamo in attesa di risposte concrete”.














