Martedì 19 aprile alle 21, presso il Cinema Aurora in via Ghione a Savigliano, verrà proiettato il film-documentario “Tornerà la primavera. Il ricordo della Divisione Alpina Cuneense in Russia”.
L'iniziativa, organizzata in collaborazione con l’Associazione Nazionale Alpini – sezione di Savigliano, è ad ingresso libero e si inserisce nel programma “25 Aprile – Festa della Liberazione”, predisposto dal Comune di Savigliano in collaborazione con l’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea in Provincia di Cuneo.
Ci sono momenti storici nella vita di un popolo che ne segnano profondamente il cammino. Uno di questi per la gente del cuneese e' stata sicuramente la seconda guerra mondiale ed in particolare la triste pagina della campagna di Russia, dove 16.500 uomini furono costretti a lasciare il lavoro, la famiglia, gli affetti per una guerra che certo non volevano combattere.
Giovanni e Teresio Panzera, titolari dello studio di produzioni video-televisive Artic Video di Cuneo, hanno deciso di realizzare un film-documentario, per non dimenticare questi avvenimenti che hanno colpito quasi tutte le famiglie della nostra Terra.
Questo racconto vuole lasciare un segno, affinché le nuove generazioni guardino questa pagina di storia non come uno dei tanti avvenimenti che hanno caratterizzato il secolo scorso, ma a quei valori che sono stati il vero punto di forza, permettendo ai pochi reduci di far ritorno a casa e ai propri cari che li attendevano.
Si è stimata la perdita di 13.470 uomini tra caduti e dispersi e 2.180 tra feriti e congelati.
Il film narra la storia di un bambino di 11 anni - Filippo - che ritornando a casa da scuola riflette su quello gli hanno spiegato sulla seconda guerra mondiale e sulla triste vicenda degli alpini della "Cuneense" in Russia.
Nella mente del bambino appare l'immagine di due alpini, che stanno camminando nella steppa russa, cercando di sopravvivere al freddo dell'inverno con un unico scopo: quello di ritornare a casa, consapevoli che l'unica forza che rimane loro è la volontà, il sostegno reciproco e l'amicizia.
Filippo, tornato a casa, racconta ciò che gli è stato spiegato a scuola e manifesta la propria preoccupazione per il suo papà che, anche lui alpino, si trova all'estero in missione di pace. La mamma lo rassicura e gli racconta che, anche se in Russia molti sono morti, c'è anche chi è tornato e gli rivela che il bisnonno è stato uno dei pochi fortunati ad aver fatto ritorno a casa. Per far comprendere meglio questa pagina di storia, la mamma decide di portare Filippo a visitare alcuni luoghi simbolo che si trovano a Cuneo: la visita al ‘’Memoriale Divisione Alpina Cuneense’’ alla stazione di Cuneo Gesso e al Sacrario degli Alpini all'interno della Caserma Cesare Battisti. Durante la visita al "Memoriale" viene raccontata a Filippo questa terribile vicenda anche attraverso cimeli originali dell’epoca. Al bambino viene regalato un libro che raccoglie testimonianze dei reduci della Russia. A casa la mamma legge alcuni capitoli, che nel film si materializzano attraverso le parole, le testimonianze, i volti dei reduci e le immagini originali della ritirata.
Quello delle testimonianze è un passaggio importante sia dal punto di vista storico che emozionale, in quanto il racconto diretto dei reduci fa capire maggiormente la tragedia che hanno vissuto questi giovani. Altro passaggio carico di emozioni è il ricordo delle mamme che tanto hanno sofferto aspettando i loro figli anche per anni.
Ultimo atto è la visita a San Maurizio di Cervasca, dove si trova il Santuario dedicato alla Madonna degli Alpini: divenuto nel tempo un luogo simbolo, che custodisce al suo interno le spoglie di un alpino caduto in terra di Russia. In questa occasione la mamma mostra a Filippo la medaglietta originale, raffigurante la Madonna degli Alpini, che era stata consegnata al nonno e a tutti gli alpini in partenza per la Russia. Il momento è carico di forti emozioni, i due protagonisti escono dalla chiesa: fuori risplende il sole ed il paesaggio incantevole riflette i colori della primavera. Filippo è felice, in questi giorni grazie all'aiuto della mamma e delle persone che ha incontrato, ha potuto conoscere e capire questa pagina di storia cuneese. Guardando verso l'orizzonte, nella sua mente appaiono i due alpini, che inizialmente erano tristi, affaticati e sofferenti, ora invece sono felici, ritemprati e sorridenti, perché stanno facendo ritorno a casa, dalle loro famiglie. Uno dei due alpini saluta Filippo e gli dice: "grazie al tuo cuore semplice di bambino hai compiuto un piccolo miracolo, la vita ha vinto sulla morte, il calore del sole ha vinto sul gelo . . . ed è TORNATA LA PRIMAVERA".
“Non è nostra intenzione raccontare tutte le vicende belliche o fare una cronologia degli avvenimenti, - racconta Teresio - ma ciò che ci preme sottolineare è la storia di quelle persone, dei profondi legami di amicizia e solidarietà che furono fondamentali per sopportare quei drammatici momenti vissuti nell’inverno russo, con temperature proibitive, senza avere il giusto equipaggiamento. I congelamenti, le privazioni, gli stenti, la disperazione e soprattutto la consapevolezza di sapere che era quasi impossibile tornare a casa”.
"In questi anni abbiamo filmato e raccolto le testimonianze di molti Reduci della Russia - conclude Giovanni - storie di vita vissuta, di tragedie, di speranza che ci hanno coinvolto non solo come professionisti dell'immagine, ma che ci hanno commossi profondamente. A loro va tutto il nostro ringraziamento e tutto il nostro affetto".
Fondamentali sono stati l'aiuto e la collaborazione degli amici del ‘’Comitato Memoriale’’ guidati da Aldo Meinero, che stanno svolgendo un grande lavoro affinché questa, che e' anche la nostra storia, non venga dimenticata.
Le grandi conoscenze storico-tecniche di Alessandro Petracca sono state fondamentali per realizzare al meglio, anche dal punto di vista scenico, questo film. Un ringraziamento particolare va ai protagonisti del film: Filippo Gallo (il bambino), Carla Sciolla (la mamma), Piero Viale e Beppe Dalbesio (gli alpini), Giorgio Ferraris ( figlio del reduce) e Giuseppina Panzera ( la mamma di due dispersi), che pur non essendo attori professionisti, hanno interpretato al meglio la loro parte: entusiasmo, tanta passione e soprattutto tanto Cuore per raccontare questa vicenda.
"In questo film vogliamo lasciare da parte i personalismi, ricordando questo o quello: la guerra è stata vissuta da moltissime persone ed e' giusto che tutti possano riconoscere nel volto degli interpreti i loro cari”.












