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Economia | 16 settembre 2017, 06:30

"BAIL IN" come funziona e come tutelare i propri risparmi

Cosa accade quando la banca affonda? Quali sono i rischi per i risparmiatori?

"BAIL IN" come funziona e come tutelare i propri risparmi

Salvataggi bancari: le nuove regole

Il bail in (salvataggio interno) è un argomento che è tornato all'onore delle cronache negli ultimi tempi a causa delle recenti disavventure di alcune banche sul territorio nazionale.​


Fare chiarezza è fondamentale, perché mi arrivano costantemente richieste di delucidazioni da parte di risparmiatori confusi dai media. In parte si tratta di persone preoccupatissime (spesso senza motivo) sull'altro fronte le cronache sono piene di storie drammatiche, facilmente evitabili con un minimo di conoscenza della materia.

Vediamo quindi di affrontare l'argomento in modo da comprendere come funziona il bail in con semplicità, in modo da proteggerci senza creare allarmismi inutili.

La direttiva 2014/59/UE, entrata in vigore dal 1º gennaio 2016, riforma le procedure attivabili dalle autorità nella risoluzione nelle crisi bancarie.

In parole molto semplici, le nuove regole prevedono che le crisi bancarie vengano risolte attingendo alle "risorse interne alla banca" invece di pesare sul sistema fiscale generale e sui contribuenti.

Chi rischia e cosa si rischia.

La nuova normativa prevede che sia una serie di soggetti a rispondere dei debiti della banca in crisi, e sono proprio queste categorie a dover prestare particolare attenzione.

Gli azionisti della banca: sono i primi soggetti a rispondere del dissesto della banca in difficoltà. Si tratta esclusivamente delle azioni emesse dalla banca stessa;
nulla accade invece alle azioni emesse da altro istituto o impresa che siano depositate presso la banca in crisi.

Gli obbligazionisti della banca. Dopo l'azzeramento del capitale azionario anche gli obbligazionisti possono essere coinvolti nel processo di salvataggio interno. Prima le obbligazioni subordinate (nell'ordine previsto per le varie categorie) e successivamente, se il patrimonio non è capiente, anche sulle obbligazioni senior (le più garantite)

Anche qua parliamo delle obbligazioni emesse dalla banca stessa.

Mentre nel caso delle azioni i risparmiatori spesso sono più consapevoli dei rischi, gli obbligazionisti sono generalmente risparmiatori più prudenti che vivono nell'illusione del capitale garantito qualunque cosa accada.

Rileva ricordare che, in caso di dissesto della banca, la garanzia di rimborso a scadenza perde ogni valore economico e si possono verificare perdite importanti, fino al 100% del capitale investito (come confermano, purtroppo, i recenti fatti di cronaca)

I correntisti della banca. In casi estremamente gravi, qualora le procedure descritte sopra non siano sufficienti, anche i correntisti possono essere interessati dalla procedura di "bail in"

Si tratta delle somme che eccedono la soglia di 100.000,00 euro per singolo depositante dato che fino a tale limite opera la garanzia del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD)

Chi rimane al sicuro

Non sono interessati dalla procedura di bail in, e quindi non sono esposti a questo tipo di rischio, i risparmi investiti in azioni e obbligazioni emessi da istituti diversi da quello in crisi, anche se depositati sulla banca in "bail in", nei fondi comuni di investimento (anche se gestiti dalla banca o da un'ente collegato) gli ETF le SICAV e le polizze assicurative.

Queste categorie di investitori non hanno nulla da temere in caso di bail in della propria banca di fiducia, tuttavia devono prestare attenzione ad avere costruito un portafoglio in linea con la propria tolleranza alla volatilità dei mercati, dato che il bail in non è l'unico rischio da tenere in considerazione nella gestione dei propri risparmi.

Come comportarsi

Consiglio spesso di non tentare di indovinare quale banca sia solida e quale non lo sia.
sotto questo aspetto può essere interessante leggere la lettera che ho inviato al Ministro Padoan in merito alla crisi delle banche venete. (Proprio in questo caso il fallimento era stato preceduto da dichiarazioni che definivano la banca "una delle più solide sul mercato")

Ne aveva parlato anche questo giornale: http://www.targatocn.it/2017/08/06/leggi-notizia/argomenti/economia-7/articolo/il-cuneese-monge-scrive-al-ministro-padoan.html

L'unico antidoto al rischio di bail in rimane la corretta diversificazione e la costruzione di un portafoglio adatto ai propri obiettivi e alle proprie caratteristiche, magari servendosi di un esperto di fiducia, senza bisogno di cambiare banca.

La diversificazione è una strategia molto semplice da comprendere: se un portafoglio è costruito con centinaia di titoli emessi da banche ed aziende diverse, il fallimento di una di esse non provoca alcun tipo di impatto sul valore del portafoglio complessivo.

Ricordo che non occorre essere milionari per creare una diversificazione efficiente, esistono metodi semplici e trasparenti che consentono di proteggersi dal bail anche se si dispone di un patrimonio contenuto e si opera con un'unica banca.

Se un tempo era sufficiente sottoscrivere il "prodotto sicuro" per tutelare i propri risparmi, oggi si è reso necessario un processo attivo e questa rubrica ha lo scopo di aiutare i risparmiatori a diventare sempre più consapevoli nelle loro scelte di investimento.



Hai domande, dubbi? curiosità? Scrivi a info@targatocn.it

Note legali: il presente articolo non costituisce sollecitazione ad acquistare o vendere strumenti finanziari, inoltre non rappresenta consulenza di investimento ai sensi della normativa vigente. Prima di sottoscrivere qualsiasi strumento di investimento è fondamentale accertarsi di avere compreso a fondo le caratteristiche anche tramite la consultazione dei documenti informativi

Fabrizio Monge

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