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| 29 aprile 2020, 13:00

A Saluzzo FdI chiede di concedere ampliamenti ai dehors per rispettare le distanze tra clienti senza ridurre posti a sedere

Il sindaco Calderoni: “Proposte che girano almeno da due settimane, in tutta Italia. Il nostro ufficio ci lavora da tempo. Quando saranno chiare le cornici nazionali e regionali saremo pronti. Sperando che questo indegno balletto speculativo tra alcune Regioni e il Governo finisca e non ci complichi invece la vita”

Immagine di repertorio - Foto scattata prima delle restrizioni in vigore con i DPCM del premier Conte per l'emergenza Covid-19

Immagine di repertorio - Foto scattata prima delle restrizioni in vigore con i DPCM del premier Conte per l'emergenza Covid-19

La richiesta è quella di concedere alle attività che occupano suolo pubblico – a Saluzzo – di espandere i propri dehors.

Il motivo? “Il distanziamento sociale, che costringerà le attività a ridurre il numero di posti a sedere per consentire il rispetto della distanza di sicurezza tra le persone”.

La sezione Saluzzese di Fratelli d’Italia si fa promotrice di una proposta, indirizzata all’Amministrazione comunale dell’antica capitale del Marchesato.

Continuiamo – spiega il segretario FdI Paolo Radostaa cercare soluzioni che, in questo periodo di grave difficoltà, possano essere di utilità nel fronteggiare le criticità della prossima auspicata ripartenza.

Viviamo una cittadina ricca di locali di ristorazione e luoghi di aggregazione, che caratterizzano lo stesso tessuto sociale del comune. Attività molto apprezzate ed in grado d’essere catalizzatore per tutto il saluzzese”.

Radosta definisce la proposta di consentire ampliamenti dei dehor come una “strategia di supporto alla fase 2”: “Saluzzo ha bisogno di azioni concrete. Le attività subiranno inevitabilmente gravi ripercussioni economiche visto che, mantenendo costanti i costi, vedranno calare gli incassi, perché il numero di clienti che potranno servire diminuirà in alcuni casi del 70%”.

In che misura FdI pensa ad un ampliamento dei dehors?

Dovrà essere “generoso, tale da riguardare tutto lo spazio necessario per mantenere i posti a sedere che erano usufruibili prima dell’epidemia”.

Siamo convinti – aggiunge Radosta – che dobbiamo mettere in campo tutti gli aiuti possibili per difendere le attività saluzzesi dalla crisi, rinunciando agli introiti delle occupazioni di suolo pubblico, anche senza curarci del sacrificio che ciò comporterà per le casse comunali.

Un mancato aiuto agli esercenti, del resto, potrebbe essere conseguenza della perdita di molti di essi, con danni per tutto il settore, l’indotto e la municipalità. Dobbiamo farci trovare pronti, per aiutare Saluzzo e poter ancora godere di bei momenti, pieni di persone e di giovani.

Il tempo stringe, ancora si aspettano dal Governo precise indicazioni sanitarie che riguarderanno le prossime fasi. Dobbiamo impegnarci per dare alle attività il tempo sufficiente per prepararsi alla riapertura, con speranza”.

Proposte che, secondo il sindaco della Città Mauro Calderoni, “girano almeno da due settimane, in tutta Italia” e sulle quali “il nostro ufficio lavora da tempo”.

Il sindaco ci ha detto di averne già discusso sia con la Consulta attività produttive che con Ascom e singoli operatori: “Quando saranno chiare le cornici nazionali e regionali saremo pronti. Sperando che questo indegno balletto speculativo tra alcune Regioni e il Governo finisca e non ci complichi invece la vita”.

Ni.Ber.

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