Dopo l’emanazione del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 28 marzo sulla “Composizione del Fondo di solidarietà comunale per l’anno 2020”, gran parte dei Comuni Italiani ha ricevuto un acconto del 66% del fondo di solidarietà comunale, di norma in scadenza a maggio ma anticipata ai primi di aprile per assicurare la liquidità necessaria per fronteggiare l’emergenza sanitaria, ma parecchi Comuni non lo hanno ricevuto.
Sulla questione prende posizione il sindaco di Sampeyre, Domenico Amorisco, con una lettera indirizzata a ministri, parlamentari del territorio e sindaci del Cuneese.
“É la grave storia di questa parte residuale di Comuni, gran parte piccoli qual è Sampeyre, che ha una popolazione di 998 residenti, 12 dipendenti comunali con una spesa complessiva annua di 445.791 euro e con circa 3.500 alloggi di “seconde case” che pagano l’Imu con un gettito complessivo che si aggira su un milione di euro e sul quale, per il fondo di solidarietà comunale, viene trattenuta dall’ Agenzia delle Entrate una quota di ben 458.538 euro, quasi il 50% del gettito sulla base dei criteri “scriterati” ed ingiusti dettati da una selva di leggi e leggine prese a riferimento nello stesso decreto”.
Amorisco segnala che, in provincia di Cuneo, oltre a Sampeyre, ci sono altri Comuni direttamente interessati e come gli importi siano considerevoli:
Argentera, con 75 abitanti, che si vede sottratta al gettito Imu delle seconde case la quota di 68.683 euro; Bagnolo Piemonte, con 5.981 abitanti, 140.896 euro; Caraglio, con 6.757 abitanti, 15.749 euro; Casteldelfino, con 152 abitanti, 1.421 euro; Cavallermaggiore, con 5.461 abitanti, 26.133 euro; Entracque, con 842 abitanti, 65.007 euro; Limone Piemonte, con 1.464 abitanti, 2.901.460 euro; Pontechianale, con 160 abitanti, 49.829 euro; Roburent, con 495 abitanti, 515.787 euro; Saluzzo, con 17.259 abitanti, 39.198 euro; Valdieri, con 913 abitanti, 34.278 euro; Vernante, con 1.155 abitanti, 34.920 euro.
“La beffa – osserva il sindaco di Sampeyre - non si ferma alla penalizzazione che questi Comuni non hanno potuto beneficiare dell’acconto sul fondo di solidarietà, come se anche per loro l’emergenza coronavirus non ci fosse, c’è di più perché l’art.11 del Decreto conferma all’Agenzia delle Entrate le trattenute sugli incassi dell’Imu alle scadenze del 16 giugno e del 16 dicembre, incasso che difficilmente potrà essere realizzato puntualmente da una utenza decimata dalle vittime del virus”.
Amorisco chiede di modificare i criteri, che definisce “scriterati ed ingiusti”, “perché la solidarietà – osserva - si deve garantire a proprie spese, dalle casse dello Stato, e non dei piccoli Comuni cosiddetti turistici con l’espropriazione delle risorse prodotte sul territorio (Imu delle seconde case) che dovrebbero invece essere ad esclusivo beneficio dei Comuni interessati”.
Per queste ragioni sollecita l’azzeramento delle due rate di giugno e dicembre “per dare il necessario ossigeno alle casse comunali per fronteggiare l’emergenza sia sanitaria che economica locale”.
Infine, auspica che venga anticipato, come è stato per la gran parte dei Comuni, anche a questi l’incasso annuale dell’Imu riscossa nel precedente anno 2019, quota di spettanza comunale, “per assicurare loro la necessaria liquidità, a maggior ragione – conclude – in una congiuntura così difficile”.