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Attualità | 31 dicembre 2022, 15:41

Benzina e autostrade più care: stangata di Capodanno per gli automobilisti italiani

Non rinnovato lo sconto sulle accise voluto dal Governo Draghi. Da domani carburanti alla pompa costeranno 16 centesimi in più al litro. Adeguamenti del 2% sui pedaggi di metà delle tratte italiane

Termina con oggi lo scontro alla pompa di 16 centesimi su diesel e benzina

Termina con oggi lo scontro alla pompa di 16 centesimi su diesel e benzina

Un nuovo anno all’insegna degli aumenti, quello che attende gli automobilisti italiani a partire da domani, 1° gennaio 2023.

La prima novità è quella in arrivo per il mancato rinnovo, nella legge di bilancio appena licenziata in via definitiva dalle Camere, della riduzione da 18 centesimi sul prezzo dei carburanti alla pompa imposto nei mesi scorsi dal Governo Draghi.

L’esecutivo Meloni non ha infatti ritenuto di rinnovare lo sconto, non condividendo la portata generalizzata della misura, per cui da domani il costo alla pompa di benzina e gasolio, pur in significativo calo nelle ultime settimane (anche grazie a una riduzione nelle quotazioni del petrolio del 10% nell’ultimo mese e mezzo: le ultime rilevazioni settimanali del Ministero dell’Ambiente riferiscono di un prezzo medio nazionale a 1,625 euro al litro per la verde, ai minimi da giugno 2021, e di 1,689 euro per il gasolio, valore più basso dal 31 gennaio 2022), potrebbe pesare sulle tasche degli automobilisti in una misura che quantificabile in circa 10 euro per ogni pieno di carburante di un'auto di media cilindrata. Da sottolineare come il venire meno dello sconto si aggiunge a quello da 30 centesimi già deciso a dicembre.

PEDAGGI PIU’ CARI

L’altro fronte è quello che riguarda i pedaggi autostradali. Autostrade per l’Italia, società che dopo le vicende del ponte Morandi fa ora capo per il 51% a Cassa Depositi e Prestiti (controllata a sua volta dal Tesoro) e che gestisce oltre la metà delle tratte autostradali italiane, ha infatti annunciato che da domani, 1° gennaio, le proprie tariffe saliranno del 2% con un ulteriore aumento dell’1,3% già programmato per il luglio prossimo.

A darne conto una comunicazione diffusa dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, nota con la quale il titolare del dicastero Matteo Salvini sottolinea come sia stato scongiurato ”un aumento che sfiorava il 5%" e che "nel nostro Paese gli incrementi sulle tratte interessate è inferiore all’inflazione”.

Secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Agi "il 50% delle arterie non subirà comunque incrementi, con aggiornamenti delle tariffe graduali e con tagli rispetto alle previsioni".
Gli incrementi non interesseranno le autostrade A24/A25 Roma-L’Aquila Teramo e Diramazione Torano Pescara. Tra le tratte escluse dai rincari anche quelle facenti a società concessionarie con aggiornamento del piano economico in corso (Autostrada Brescia Verona Vicenza Padova Spa, Milano Serravalle, Società Autostrada Ligure Toscana p.A. - Tronco Autocisa, Società Autostrade Valdostane Spa, Tangenziale di Napoli Spa, Autostrada dei Fiori Spa - A6, Società Italiana Traforo Autostradale del Frejus Spa, Società Autostrada Tirrenica p.A., Raccordo Autostradale Valle d’Aosta S.p.A, Concessioni Autostradali Venete Spa), per quelle la cui concessione è scaduta (Autostrada del Brennero S.p.A, Società Autostrada Ligure Toscana p.A. - A12 Tronco Ligure Toscano -, Autovie Venete Spa, SATAP Spa – Tronco Torino, Alessandria, Piacenza, Autostrada dei Fiori Spa, Società per Azioni Autostrada Torino-Ivrea-Valle d'Aosta), oltre che per le tratte facenti capo a BreBeMi, Pedemontana Lombarda, Strada dei Parchi Spa e consorzio per le autostrade siciliane.

L’Aiscat, l’associazione che raggruppa i concessionari autostradali,
ricorda che "in Italia i pedaggi autostradali non subiscono alcun incremento dal 2018 (anno del crollo del ponte Morandi, ndr), diversamente da quanto previsto dalla normativa vigente", precisando poi che "le richieste di rimodulazione del sistema tariffario da parte delle concessionarie autostradali sono in questo momento alla valutazione dei Ministeri competenti che stanno analizzando tutte le componenti di un sistema di pedaggi assai complesso, comprese le valutazioni macroeconomiche sull’impatto degli eventuali aumenti concessi".

"I Piani economico-finanziari delle diverse concessionarie – continua la nota dell’associazione – sono attualmente a stadi di approvazione differenti e che, eventuali incrementi di pedaggio, dipenderanno dalle molteplici componenti di gestione e investimento che caratterizzano ciascuna attività concessoria rispetto alle altre: i piani di ammodernamento e potenziamento messi in campo da varie concessionarie, costituiscono un elemento imprescindibile per la sicurezza e la sostenibilità della rete autostradale che deve essere considerato una priorità, anche tenendo conto del generalizzato aumento dei costi delle materie prime. In ogni caso si ricorda che gli incrementi tariffari medi proposti dalle concessionarie sono assai inferiori rispetto a quelli già concessi in altri Paesi europei dotati di sistemi concessori e regolatori simili (ne è un esempio la Francia con un +4,7% e la Spagna +4%)".

Redazione

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