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Attualità | 02 maggio 2023, 12:37

Il Comune di Borgo San Dalmazzo fa ricorso al Tar contro il biodigestore

Con una delibera di Giunta si chiede l'annullamento di quanto deciso dall'assemblea Acsr-Cec il 17 febbraio scorso quando 18 Comuni votarono sì per l'accettazione del contributo PNRR da 12,8 milioni di euro. La sindaca Robbione lo aveva annunciato allora: “Faremo valere in tutte le sedi i nostri interessi”

Il luogo dove dovrebbe sorgere il biodigestore

Il luogo dove dovrebbe sorgere il biodigestore

 

Il Comune di Borgo San Dalmazzo farà ricorso al Tar del Piemonte contro il biodigestore. Nello specifico puntano all'annullamento della delibera del 17 febbraio scorso con cui l'assemblea Acsr-Cec votò sì per l'accettazione del contributo PNRR da 12,8 milioni di euro.

Lo si evince da una delibera di Giunta del 27 aprile relativa alla realizzazione dell’intervento di “riqualificazione tecnologica dell’impianto di compostaggio esistente di Borgo San Dalmazzo, con inserimento di una nuova sezione anaerobica e produzione di biometano”.

Del resto c'era da aspettarselo. Al termine dell'assemblea con cui 18 Comuni diedero corso al progetto biodigestore (Cuneo in testa, seguito da Boves e Busca), la sindaca Roberta Robbione lo aveva annunciato: “In campagna elettorale ho fatto promesse ai miei cittadini. Faremo valere in tutte le sedi i nostri interessi”.

Solo la sera prima, il 16 febbraio, il consiglio comunale borgarino aveva dato mandato alla sindaca di votare No all'accettazione del contributo.

I due cardini su cui si basava la decisione del 2019 erano che ci fosse il conferimento di tutto il bacino provinciale e che il Comune di Borgo fosse d'accordo. Oggi siamo in presenza di due presupposti che mancano assolutamente. Non abbiamo certezza del conferimento provinciale. E il comune di Borgo non è d'accordo. Nonostante questo, l'assemblea dei sindaci ha detto sì. Mi dispiace molto per le mie cittadine e i miei cittadini per i quali combatterò fino in fondo. Non escludo tutte le vie possibili”, aveva ribadito la sindaca Robbione ai nostri microfoni a fine assemblea Acsr-Cec.

Secondo la Giunta Robbione il provvedimento del Consorzio Ecologico Cuneese è stato adottato “sulla base di motivazioni sostanzialmente economiche”, mentre non è stato “considerato alcun aspetto relativo alla ricaduta ambientale dell’investimento”. Inoltre non tiene conto “della recente giurisprudenza amministrativa in materia di 'impianti minimi', la quale è orientata ad assegnare al mercato in libera concorrenza l’attività di trattamento dei rifiuti organici” e non abbia considerato “gli interessi della collettività insediata sul territorio sul quale dovrebbe essere realizzato l’impianto”.

Con questa delibera si dà quindi mandato al responsabile del settore Affari Legali per l’individuazione di un legale specializzato in materia cui affidare la tutela degli interessi del Comune e “conferirgli ogni più ampio mandato e facoltà di legge, nonché per il compimento di tutti gli atti connessi al presente provvedimento, dando atto che, nel contempo, si procederà con separato provvedimento al reperimento delle risorse economiche necessarie al conferimento dell’incarico”.

Cristina Mazzariello

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