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Il Punto di Beppe Gandolfo | 18 settembre 2023, 07:00

I nostri bimbi non sanno più correre

"Con la riforma, nella scuola elementare da quest’anno ci saranno due ore di educazione motoria per i bambini che fanno il tempo pieno, gestite da insegnanti in scienze motorie, forse siamo sulla strada giusta".

I nostri bimbi non sanno più correre

Ho la fortuna di vivere di fronte ad una scuola superiore e ogni mattina, quando mi sveglio, vedo ragazzi e ragazze che, alla prima ora, fanno educazione fisica. Ebbene la lezione consiste in gare di pallavolo o pallacanestro. Alcuni giocano, altri (la maggior parte) se ne stanno stravaccati sui materassi a bordo campo.

Ricordo la mia infanzia, tanti anni fa. Interi pomeriggi passati a correre nei prati e nei parchi della città. Scatti a perdifiato, inseguimenti, gare a nascondino, a fazzoletto, a rincorrersi. Provate oggi a girare in un qualsiasi spazio verde e ditemi se vedete bambini correre, spensierati. Una maestra della materna mi ha detto, sconsolata: “I nostri bimbi non sanno più correre, non sanno muoversi senza la salda mano di un adulto… al massimo quando sgambettano, sembrano macchinine dell’autoscontro, vanno a sbattere, uno contro l’altro”.

Per carità: i genitori li iscrivono a nuoto, calcio, danza, arti marziali, tennis, dove imparano la tecnica e a essere competitivi. E pagano fior di soldoni. Non parlo quindi di sport agonistici. Parlo della sana attività fisica che consiste nel correre, nel prendere coscienza del proprio corpo, nel camminare, nell’andare a scuola a piedi. Oggi si arriva quasi fino in classe con la macchina, o al massimo si fanno pochi passi, quasi sempre tenuti per mano, per arrivare all’ingresso e salire i quattro scalini per arrivare in aula. In altre occasioni c’è l’ascensore. E in casa? Spaparanzati di fronte alla tv.

In Italia, il sovrappeso rappresenta il 9% della spesa sanitaria, riduce il pil del 2,8% e, per coprire questi costi, e ogni cittadino paga circa 300 euro di tasse supplementari all'anno. Ma al di là degli aspetti sanitari, quel che fa male, è vedere bimbi che non sanno più correre, saltare la corda, e il gioco della settimana, non sanno neppure cosa sia. Che nostalgia per quelle corse a perdifiato giù per le scale, finiti i compiti, per andare al parco a giocare con gli amici. Per quelle partite nel campetto dell’oratorio. Non erano solo passatempi, ma attività che ci mantenevano in salute e ci accompagnavano in un cammino di socializzazione, consapevolezza del proprio corpo e indipendenza.

Con la riforma, nella scuola elementare da quest’anno ci saranno due ore di educazione motoria per i bambini che fanno il tempo pieno, gestite da insegnanti in scienze motorie, forse siamo sulla strada giusta.

Beppe Gandolfo

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