Risparmi per centinaia di migliaia di euro che dopo quindici anni non si trovano più. Un consulente finanziario che a marzo viene allontanato dall’istituto per il quale operava in ragione di ammanchi che riguarderebbero anche altri risparmiatori. Un unico rimborso da lui erogato per una cifra decisamente inferiore al capitale reclamato e che successivamente si scoprirà provenire da un conto di un altro risparmiatore.
Sono gli ingredienti di una vicenda dalle premesse tutt’altro che positive e dai contorni ancora da chiarire, ripercorsa col conforto di dati e numeri nella denuncia querela che una coppia di legali torinesi – si tratta dell’avvocato Riccardo Vincenzo Luglio, esperto di diritto bancario, e del penalista Mattia Scanu – ha presentato nei giorni scorsi dinanzi alla Procura della Repubblica di Asti per conto di una famiglia residente in un centro vinicolo delle Langhe, al confine con la provincia di Asti.
Qui risiedeva l’artigiano – un idraulico – che insieme alla moglie, in ragione di un rapporto fiduciario nato quando il consulente dirigeva la locale filiale di un altro noto istituto bancario, aveva affidato al promotore – un 55enne residente in un paese alle porte di Alba – risparmi che negli anni sarebbero dovuti arrivati a comporre un patrimonio compreso tra i 200 e i 300mila euro.
Denari impegnati in un portafogli di investimenti che il consulente avrebbe disimpegnato dal primo istituto e "portato" con sé quando, nel 2013, lasciò il primo per andare a lavorare presso Banca Fideuram, filiale di piazza Michele Ferrero, gruppo Intesa Sanpaolo.
I problemi sarebbero venuti a galla dieci anni più tardi, nel dicembre 2023, quando, dopo la sua morte, gli eredi dell’artigiano avviarono le pratiche per la successione.
Alle prime richieste del figlio e della nipote di poter fruire del denaro investito dal padre e nonno, il consulente rispose dapprima consigliando loro di attendere: sarebbe stato un peccato – era stato il suo argomento – disimpegnare quei fondi dalla redditizia allocazione nella quale erano stati impiegati, un anno di tempo e avrebbero potuto entrarne un possesso senza perdere utili interessi.
Nel novembre successivo, quando gli eredi torneranno a chiedere di poter aver il denaro, emersa intanto la necessità di impiegarlo nell’acquisto di un immobile, l’uomo emise a loro favore un assegno da 40mila euro. Soldi che mesi dopo si scoprirà essere stati prelevati dal conto di un altro risparmiatore.
A gennaio 2025 figlio e nipote tornano a chiedere quanto a loro spettante. Viene mostrato loro un prospetto che certifica in 206mila euro l’ammontare delle somme investite in un conto titoli, ma per incassarli serve attendere l’arrivo di non meglio precisata documentazione.
Passa ancora un mese e i malcapitati si rivolgono direttamente alla filiale, scoprendo che il consulente si era dimesso. In data 31 marzo vengono ricevuti dalla direttrice, che conferma la circostanza.
Ancora tra il 6 e il 9 aprile provavano a contattare nuovamente il consulente, che prima spiegava di non poter esibire loro i prospetti degli investimenti, in quanto contenuti su un personal computer al quale non aveva accesso, essendo fuori casa per prendere parte al Vinitaly. Dopodiché si rendeva irreperibile.
Da qui la denuncia penale e una richiesta partita all’indirizzo dei due istituti di credito per recuperare tutta la documentazione disponibile, ricostruire le movimentazioni ante 2012 e quelle per il periodo dal 2012 alla data odierna.
"A seguito di verifiche da parte del servizio Audit della società - riferisce al nostro giornale un portavoce di Fideuram-Intesa Sanpaolo Private Banking - sono state accertate irregolarità gestionali da parte del consulente finanziario, a cui, in data 24 marzo 2025, è stato immediatamente revocato il mandato. Sono in corso ulteriori accertamenti da parte delle autorità preposte”.
Mentre all’indirizzo dell’uomo emergono lamentale di analogo tenore sollevate da altri risparmiatori (il nostro giornale ci tornerà sopra quanto prima), ad oggi il nome dell’uomo figura ancora tra gli iscritti nell’Albo dei Consulenti Finanziari, come riportato dal portale dell’organismo di vigilanza Ocf , che in casi simile effettua normalmente verifiche sull’intero portafogli gestito. Ad oggi non risulta nei suoi confronti l’assunzione di specifici provvedimenti.