Durante l’ultima seduta della IV Commissione consiliare, giovedì 19 giugno, il consigliere Lorenzo Barbero ha sollevato il tema dei mercati ambulanti allestiti in corso Piave e corso Langhe durante le prime quattro domeniche di ottobre in occasione della Fiera del Tartufo. Traffico, scarsa affluenza e periferie in confusione: queste le problematiche ricorrenti. Barbero ha posto sotto i riflettori la questione dei mercati, già criticati dall'Amministrazione quando era all'opposizione, per chiedere all’attuale maggioranza quali valide alternative siano state individuate nella gestione delle bancarelle.
In risposta, la vicesindaco Caterina Pasini ha confermato che la configurazione dei mercati resta invariata rispetto agli anni precedenti. La replica è stringente: “L’Amministrazione è vincolata da una normativa ferrea, a stretta tutela dei mercatali”.
Prima di approcciare la normativa cui si fa riferimento, è necessaria una premessa: i mercati cittadini, per come attualmente si configurano, sono stati istituiti previa concertazione con le associazioni di categoria che rappresentano il mondo del commercio. Sono disciplinati dalle norme contenute nel Regolamento per le aree mercatali che è in vigore nel Comune di Alba e – nel particolare caso dei mercati ambulanti in tempo di Fiera – è all’art. 15 e all’art. 21 di tale Regolamento che bisogna fare riferimento.
Modalità di partecipazione al mercato ambulante di ottobre, divieti specifici e quali aree siano designate all'esercizio del commercio a cadenza ultramensile sono definiti dall’art. 15 del Regolamento, modificato l’ultima volta con deliberazione del Consiglio comunale nel 2010.
L’articolo 21, invece, disciplina la sospensione e il trasferimento temporaneo dei mercati – o di parte di essi. Quest’ultimo articolo è frutto del recepimento della Deliberazione della Giunta Regionale del 2 aprile 2001, n. 32-2642 e prevede che i mercati non possano essere né sospesi né trasferiti a meno che non ricorrano “eccezionali esigenze di tutela del pubblico interesse”.
“Presupposto che non sussiste nel caso del mercato ambulante di ottobre” – chiarisce Pasini a margine della Commissione, “dal momento che non vi sono problematiche di sicurezza o sanità coinvolte e che, come enuncia il comma 2 dell’articolo 21, neppure il ricorrere di altre forme di manifestazioni o intrattenimenti su area pubblica di qualsiasi tipo costituisce un caso di esigenza eccezionale”. Pertanto, con buona pace dei residenti cui le bancarelle arrecano disagio, per individuare altre aree da destinare ai mercati occorrerebbe aprire nuove concertazioni e modificare il Regolamento ed è evidente che non si tratta di un iter snello.
In sostanza, i vincoli burocratici precludono lo spostamento o la soppressione dei mercati, almeno prossimamente, e così, nel breve termine, non resta che gestirne l’organizzazione alle condizioni note.
L’intenzione dell’Amministrazione, in un orizzonte temporale più ampio, è comunque di garantire dialogo aperto perché non è escluso a prescindere che una revisione vera e propria del Regolamento e delle concessioni possa finire per beneficiare tutte le parti interessate. Si tratta, tuttavia, di un’eventualità che resta confinata in uno scenario futuro.
In fase di valutazione, al momento, quali soluzioni ad hoc possano essere implementate per ridurre il traffico intenso, pur mantenendo invariate le aree mercatali. Secondo quanto precedentemente lamentato nei quartieri coinvolti dalla polemica, proprio il nodo del traffico è il più urgente da risolvere, con divieti di sosta e transito estesi che paralizzano la viabilità e ostacolano i residenti. Nessuna criticità sui rifiuti, ma un’altra considerazione ricorre: a detta di alcuni, queste proposte mercatali sembrerebbero non attrarre più gli Albesi, che negli anni sembrerebbero disertare in numero crescente i mercati della domenica di Fiera e, conseguentemente, le periferie. “Difficile stabilire in che misura il mercato ambulante sia frequentato da Albesi o visitatori”, nota Pasini, rimarcando, anche in qualità di residente nel quartiere Piave, come esistano “altrettanti Albesi per cui la domenica in Fiera tra le bancarelle resta un’attrazione fissa”.
Il dibattito in Commissione evidenzia una tensione tra esigenze dei residenti – congestionati dalle bancarelle ingombranti in settimane ad alto traffico – e la rigidità normativa che regola il commercio su area pubblica. Se da un lato l’Amministrazione ha ribadito che il mantenimento dello status quo è obbligato dalla necessità di operare entro contesti legislativi stringenti, dall’altro l’opposizione ha sollevato il tema della responsabilità politica: “Ora si dice che non c’è alternativa, ma allora, mi chiedo, che cosa cambia rispetto a ieri? Questo è lo stesso problema e corso d’azione da voi criticato in passato”, chiosa Barbero.
La partita sul futuro dei mercati durante la Fiera, è emerso, non si gioca tanto sulla sospensione o ricollocazione immediata delle bancarelle, quanto sulla capacità dell’Amministrazione di tradurre le osservazioni e le criticità in un progetto chiaro e condiviso, in grado di valorizzare l’interesse collettivo.