E se in alcuni casi le scommesse hanno rovinato migliaia di vite, è necessario riconoscere anche i meriti che la cultura gambling ha portato nelle nostre vite.
È storicamente accertato che il gioco abbia avuto un ruolo chiave nel contribuire a plasmare la cultura sportiva e scientifica del mondo come la conosciamo oggi. In particolare, ne ha tratto vantaggio la statistica.
Secondo uno studio pubblicato su Springer “Statistics and Gambling” infatti, lo sviluppo così precoce di una teoria probabilistica è intimamente legato alle scommesse e le tracce di primi dadi si datano nel 3.500 a.C..
Dall’Antica Roma al Medioevo
Gli antichi romani furono grandissimi appassionati di giochi da tavolo. Tra i più giocati e apprezzati c’erano il Ludus duodecim scriptorum - antenato del backgammon - e il latrunculi, lontano parente di dama.
Lo stato a più riprese provò a impedire al popolo di Roma di scommettere, con emendamenti come la Lex Alearia, ma i tentativi furono vani.
Tutti amavano scommettere, dai patrizi ai plebei. I giocatori poco abbienti si ritrovavano in taverne, le popinae, per giocare a dadi e scommettere sulle corse delle bighe e sui combattimenti dei gladiatori.
Con il passare degli anni, la tradizione resiste nelle piazze e anche dopo la caduta dell’impero Bizantino, abbiamo riscontri di nuovi giochi d’azzardo. Dante stesso, nella Divina Commedia, cita il gioco della zara.
A partire dal Quattrocento, a Genova e a Milano, vennero istituite delle vere e proprie lotterie pubbliche, a tutti gli effetti dei precursori del Lotto di oggi.
Dal “Secolo di Ferro” e lo sviluppo della teoria della probabilità
Nel 1600 nel Vecchio Continente le guerre impazzavano e dividevano politicamente e militarmente il mondo occidentale. I confini dei paesi di allora scricchiolavano e il futuro pareva più che mai incerto.
Nel 1638 a Venezia apre il Ridotto. Si tratta del primo casinò controllato dallo stato d’Europa. La Serenissima vide nel gioco la possibilità di arricchirsi migliorando il morale dei cittadini - perlopiù aristocratici - e non se la fece sfuggire.
Qualche anno più tardi, Blaise Pascal e Pier de Fermat hanno la celeberrima corrispondenza in cui disquisiscono del “problema dei punti”. I due si confrontano per capire, in caso di partita interrotta, come dividere le scommesse piazzate. Dall’incontro delle idee dei due, venne quindi sviluppata una prima teoria delle probabilità.
Dal Gioco di Stato del ‘900 ai Casinò Online di Oggi
Nell’era moderna e contemporanea, le scommesse e il gioco si sono evolute, sia dal punto di vista delle proposte per i giocatori, sia per quello che concerne la loro gestione.
Con la nascita dell’Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato (AAMS, oggi ADM) nel 1927, il gioco in Italia divenne finalmente istituzionalizzato. Nascono quindi poi le varie lotterie come il Lotto Nazionale e anche le scommesse con il famoso Totocalcio.
Verso la fine del secolo, vengono distribuiti i primi “Gratta&Vinci”, ma la vera rivoluzione nel mondo del gioco d’azzardo in Italia si ha nel 2006, quando il governo tramite ADM inizia a rilasciare le prime licenze per il gioco a distanza, ovvero per i bookmaker e casinò online.
Nascono così i più celebri siti di scommesse nel nostro paese. Il pioniere fu Gioco Digitale, seguito da Lottomatica (Totosì), anche se già da qualche tempo i più giocatori più avvezzi alla tecnologia si dilettavano su siti stranieri.
Oggi, i siti legali di scommesse sono oltre 80, tra cui contiamo i più noti come Snai, Eurobet, William Hill, Winbet Italia e molti altri.
Il settore delle scommesse su internet è letteralmente esploso e per l’erario questa è un’ottima notizia. Dati in costante aumento, come dimostra il passaggio dai 35 miliardi di ricavi ottenuti nel 2006 ai 136 miliardi nel 2022, con un aumento che sfiora il 400%.
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