Le piste della provincia di Cuneo in questi giorni sono le più innevate d'Europa.
Al di là del record di Prato Nevoso, la neve sta cadendo copiosa su tutti i settori montani della Granda. E non smetterà di farlo per almeno altre 72 ore, perché sono attese precipitazioni fino al 26 dicembre.

Pura gioia per le stazioni sciistiche, che non vedevano così tanta neve dagli anni del Covid, con le piste imbiancate ma chiuse per la pandemia.
Tra il pomeriggio odierno e la mattinata di Santo Stefano, se verrà confermata tale evoluzione, sono attesi ulteriori 80-100 cm di neve fresca al suolo sui settori alpini compresi tra Graie e Liguri, localmente anche oltre il metro nelle vallate del Cuneese.

Dal weekend, quando dovrebbe tornare il sereno, le nostre valli e gli impianti sciistici saranno pronti ad accogliere gli appassionati e i turisti.
L'entusiasmo è altissimo. Non ne fa mistero Roberto Gosso, presidente di Cuneo Neve e a sua volta proprietario e gestore degli impianti di Entracque.
"La stagione si prospetta bellissima. Quello delle Festività è il periodo migliore per noi. La neve è scesa un po' ovunque, garantendo a tutti di poter lavorare. Queste precipitazioni faranno bene all'economia delle valli. Siamo pronti e preparati ad accogliere gli sciatori dal 27, quando dovrebbe tornare il sole".
Insomma, le stazioni sono prontissime, con tanta neve fresca, che attende solo di essere lavorata per accogliere gli sciatori.
C'è meno entusiasmo, nonostante le abbondanti nevicate sulle piste, a Limone Piemonte, che si ritrova senza il tunnel di Tenda, chiuso a tempo indeterminato per pericolo valanghe.

Sembra una beffa: da un lato l'orario di apertura esteso fino alle 23, come da ultima conferenza binazionale Italia-Francia, che ha accolto le richieste del Comitato di monitoraggio ed esteso l'apertura nei festivi e nei weekend, dall'altro la mancanza di un sistema di paravalanghe che ne garantisca l'apertura anche in presenza - non remota, vista l'altitudine - di precipitazioni nevose.
Così non è e il Tenda da stamattina è chiuso perché la neve potrebbe causare delle valanghe che finirebbero giuste giuste sull'imbocco del traforo dal lato francese.
Ne abbiamo già scritto: il progetto del paravalanghe c'era. Sarebbe costato circa 6 milioni di euro, una cifra importate ma piccola rispetto ai 255 milioni spesi per la canna.
Invece non c'è e così il traforo internazionale resterà chiuso fino a cessate esigenze e fino a quando in Francia riterranno che ci siano le condizioni di sicurezza per riaprire, dopo aver provveduto al disgaggio artificiale delle valanghe.
Il che potrebbe significare che fino al 26 dicembre non riaprirà. Lasciando Limone Piemonte ancora orfana dei turisti in arrivo dalla Liguria o dalla vicina Costa Azzurra proprio dalla vigilia a Santo Stefano.

Fulvio Dalmasso, direttore della LIft, la società che gestisce gli impianti, fa fatica a mostrare l'ottimismo che lo ha sempre sostenuto in anni sicuramente non facili per la società che guida.
"La situazione è veramente assurda - commenta. Dopo cinque anni senza il Tenda, ora che c'è, viene chiuso perché nevica. Possiamo solo confidare nei francesi, perché capiscano l'importanza della riapertura per Limone Piemonte e per tutto il Cuneese e decidano per una tempestiva riapertura. Fermo restando che nulla viene prima della sicurezza".


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