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Agricoltura | 26 novembre 2010, 13:30

I vini del Monregalese trarranno inevitabili benefici dalla nuova “Dogliani docg”

La Confagricoltura saluta con soddisfazione l’approvazione della denominazione unica

I vini del Monregalese trarranno inevitabili benefici dalla nuova “Dogliani docg”

Il Comitato Nazionale Vini ha approvato la nuova denominazione d’origine controllata e garantita: Dogliani Docg, che vanno ad aggiungersi alle 17 già presenti in Piemonte. Il nuovo disciplinare del Dogliani Docg prevede l’accorpamento nella nuova denominazione delle Doc Dolcetto di Dogliani e Dolcetto delle Langhe Monregalesi. Il territorio monregalese, fortemente vocato alla coltivazione del vitigno Dolcetto, ha adesso un’unica denominazione pienamente riconosciuta e tutelabile a livello internazionale. Valter Roattino, direttore di Confagricoltura zona di Mondovì, accoglie con soddisfazione la conclusione di questo importante passaggio: “La nuova Docg non potrà che portare benefici al territorio da cui nasce e ai produttori che con passione vi lavorano ogni giorno; il mio auspicio è che si sviluppi anche un meccanismo maggiormente premiante dal punto di vista dei prezzi corrisposti alle aziende, per ripagarli dei loro sforzi dopo anni non del tutto soddisfacenti”.

Anche i produttori vedono nel cambiamento disciplinare una vera e propria rivoluzione positiva, specie per la filosofia che ha alimentato tutti gli step procedurali. Gianluca Demaria, dell’azienda Mario Cozzo di Dogliani, sottolinea gli aspetti positivi che si aprono con una Docg espressione univoca del Monregalese: “In un’epoca in cui il settore vitivinicolo italiano è caratterizzato sempre più da una forte concorrenza interna ed estera, soluzioni come questa consentono di proporre sul mercato non solo un vino, ma un intero territorio, elevando le sue eccellenze e rendendolo ben identificabile”.

Il nuovo scenario è favorevole, inoltre, al mantenimento della qualità dei vini monregalesi, che negli ultimi anni hanno raggiunto standard decisamente elevati. Anche Vincenzo Pecchenino, dell’azienda agricola Valdibà a Dogliani, plaude alla conclusione del lungo percorso che ha condotto alla nuova denominazione: “La cosa più complicata è stata mettere d’accordo tutti gli attori coinvolti in questa partita, ma sono molto soddisfatto del risultato ottenuto perché la scelta di legare un vino ad un territorio consentirà di rilanciare la nostra produzione e con essa tutto un indotto turistico e promozionale che opera sul territorio”. Altrettanto importante, durante l’ultima seduta del Comitato Nazionale Vini, è stato il passaggio a Docg dell’Alta Langa, una denominazione volta a valorizzare la produzione di vini spumanti di alta gamma, ottenuti per rifermentazione in bottiglia, a base di Chardonnay e di Pinot Nero, con l’introduzione della tipologia “Riserva”, sia per il bianco che per il rosé. Le zone di produzione della Docg Alta Langa comprendono territori delle province di Alessandria, Asti e Cuneo. (c.s.)

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