"Lo avevamo detto. Lo avevamo ampiamente previsto. La fattura elettronica, nei Comuni montani ad alto grado di divario digitale, sta creando e creerà non pochi problemi alle imprese, alle partite iva, a tutte le aziende e ai liberi professionisti. Perché la mancanza di buone connessioni frena l'accesso ai servizi, lo rallenta pesantemente. Così, internet a bassa velocità blocca adempimenti e opportunità".
Così Paola Vercellotti, Vicepresidente Uncem Piemonte, a poche ore dall'obbligo - scattato il 1° gennaio - di fattura elettronica. "C'erano stati - prosegue - un mese fa e ancora negli ultimi giorni di dicembre, diversi Deputati e Senatori che avevano chiesto un'attenzione particolare per le imprese dei Comuni montani. Il Mise non li ha ascoltati. L'obbligo è scattato e porta con sè, nei Comuni montani, una serie di gravi problemi. Non abbiamo chiesto proroghe o deroghe. Abbiamo chiesto al Ministero dello Sviluppo economico e all'Agenzia delle Entrate un'attenzione specifica per i centri montani ad alto grado di digital divide. Eppure non abbiamo avuto risposta. Manca il buon senso e così ci scontriamo con la realtà. Il divario digitale è un'emergenza. La banda ultralarga sta arrivando, ma finora si viaggia a 56kbs. E ogni servizio on line si complica. Fatturare elettronicamente è già un problema serio per migliaia di imprese dei Comuni montani appenninici e alpini".
Critiche giungono anche da Anci. "L’entrata in vigore della fatturazione elettronica mette in luce l’inadeguatezza di una misura che, invece di semplificare la vita alle aziende, la complica. In queste ore sono numerose le segnalazioni che ci arrivano, in particolare dai territori più periferici ed isolati, dove ai disagi legati alla fatturazione elettronica si aggiunge il problema annoso del digital divide". Lo afferma il vicepresidente all’Innovazione di ANCI Piemonte, Michele Pianetta, che denuncia: “Dalla mezzanotte del 1° gennaio numerose aziende attendono dall’Agenzia delle Entrate il rilascio del cosiddetto Codice Univoco, necessario per l’identificazione della ditta. Ricordo che in Piemonte vi sono 75 mila società di persone e di 290 mila titolari di partite Iva. Senza contare poi il problema del digital divide. Mi chiedo come faranno le periferie ad adeguarsi alla novità normativa”.
Da qui la proposta di un voucher digitale: "Chiediamo - continua Pianetta - che ai territori più penalizzati dal punto di vista tecnologico, dove la connettività è ancora troppo lenta, vengano destinati contributi specifici per l'attivazione della banda ultralarga. La situazione caotica di inizio anno dimostra che il Paese non è pronto, soprattutto sul piano infrastrutturale, per la fatturazione elettronica: serviva maggiore prudenza e, soprattutto, un'attenzione reale alle istanze che arrivano dei territori, in particolare dalle aree interne".