Che cosa fare nel tempo del #iorestoacasa? C’è chi ha iniziato a leggere un buon libro e chi ha iniziato le pulizie di primavera. Chi ha giocato a Monopoli in famiglia e chi invece ha macinato km sulla cyclette per rimanere in forma.
E c’è pure chi si è cimentato ai fornelli. Riscoprendo la gioia di stare insieme tra un film ed un manicaretto. Per qualcuno cucinare è la regola, mentre per altri è l’eccezione. Bene, è arrivato il momento di provarci. Perché il Coronavirus è contagioso, ma la voglia di fare comunità lo è di più.
Per sfatare il tabù dell’uomo che si nutre solo di cibi surgelati o di tonno in scatola, cominciamo con Luca Cravero, 31 anni, consigliere comunale di Bra, che ci apre le porte della sua cucina e ci presenta un primo piatto da leccarsi i baffi.
“Per fare i Maltagliati occorrono 250 g di farina integrale, acqua, 4 uova, niente di più. Fare la montagnola di farina, scavare la punta per lasciare lo spazio alle 4 uova. Mescolare fino ad ottenere un impasto consistente e semiasciutto (aggiungere acqua tiepida q.b. qualora l’impasto fosse troppo asciutto), stendere la pasta fino allo spessore desiderato (consigliati 2 mm in modo che il sugo si assorba bene). Tagliare i maltajà con un coltello (da cui il nome). Portare l’acqua ad ebollizione, aggiungere un pizzico di sale e buttare la pasta. Lasciar bollire 3-4 minuti, nel frattempo far scaldare sugo/ragù o, nel nostro caso, pesto fatto in casa in estate e congelato. Impiattare e aggiungere qualche oliva taggiasca per completare il piatto. Non saranno belli, ma (dicono) siano buoni: nei piatti non ci sono stati avanzi”.
Grazie Luca! Avanti un altro…