Una straordinaria impresa, raccontata con professionalità, ma anche tanta emozione. Questa l’avventura di Matteo Canova, guida alpina di origini priolesi e socio Cai Garessio, uno dei protagonisti della spedizione al Manaslu 8163 metri, fra i 14 ottomila della catena Himalayana. Ed è stato proprio lui a raccontare l’impresa, la sua prima spedizione, coadiuvato da un interessantissimo filmato ieri sera nel salone della Casa dell’Amicizia gremito di gente, su invito della sezione Cai garessina. Settembre 2008: Matteo, Nives Meroi, Romano Bennet, Luca Vuerich e Giorgio Villosio atterrano a Katmandu dove trascorrono 5 giorni per poi dirigersi alla volta di Arugat, 800 metri, per iniziare il trekking che in 12 giorni di cammino li condurrà al campo base del Manaslu, a quota 5 mila metri. Qui si fermano per una quarantina di giorni, acclimatandosi, tentando le prime salite ai campi alti e aspettando la finestra di bel tempo per arrivare in punta. Tutto in stile alpino e cioè senza l’ausilio di ossigeno né “sherpa” supplementari, più semplicemente accompagnatori di alta quota che raggiungono prima i campi base, realizzano le piazzole per le tende, piazzano le corde fisse e portano l’ossigeno. Matteo e gli altri scelgono una scalata meno commerciale: arrivati al campo base salutano i portatori che tornano ai propri villaggi, dopo di che proseguono in completa autonomia, portando loro stessi l’attrezzamento in quota. Matteo arriva, da solo, sino a 7900 metri, ma poi problemi di congelamento ai piedi lo costringono a rientrare. “Ho dovuto combattere con i Jet Streams, venti fortissimi che portano correnti di alta pressione, ma con raffiche sino ai 100 km/h e temperature sino ai 40 gradi sotto zero – ha spiegato la guida alpina – Mi mancavano solo più 300 metri …. che però, in quelle condizioni, significavano ancora 3 ore di cammino. E il freddo mi stava congelando i piedi. In quel momento ho pensato alla mia famiglia, ai miei affetti, ai miei amici … nessuna punta vale tanto, e così sono rientrato”. Una serata che ha regalato al pubblico emozioni indimenticabili e calorosi applausi a Matteo. “L’ultimo tratto in solitaria – ha commentato il presidente Cai Ruggero Michelis – quella che Matteo è riuscito a fare solo con i suoi pensieri, immerso in quei fantastici scenari, è la parte che più ha toccato i cuori del pubblico presente in sala. Una serata tra le più belle e significative che abbiamo proposto finora”.
In Breve
martedì 23 dicembre
lunedì 22 dicembre
Accadeva un anno fa
Cronaca













