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Politica | 03 agosto 2015, 20:06

I referendum: perché cambiare le cose è possibile

Depositati in Comune a Cuneo i moduli, e da oggi, presso l’ufficio Urp (in via Santa Maria n. 1, dal lunedì al giovedì, dalle 8,30 alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30, e il venerdì dalle 8,30 alle 12) si possono sottoscrivere le richieste di referendum

I referendum: perché cambiare le cose è possibile

Dopo il deposito degli otto quesiti presso la Corte di Cassazione il 16 luglio e la presentazione pubblica al Politicamp di Firenze, è partita la campagna referendaria. Con la sua rete, Possibile sta presentando i moduli per la raccolta delle firme in tutt’Italia.

Per poter votare nella primavera del prossimo anno, le firme necessarie devono essere raccolte e depositate entro il entro il 30 settembre. Per questo, Possibile non va in vacanza. Nei giorni scorsi abbiamo depositato anche in Comune a Cuneo i moduli, e da oggi, presso l’ufficio Urp (in via Santa Maria n. 1, dal lunedì al giovedì, dalle 8,30 alle 12 e dalle 14,30 alle 16,30, e il venerdì dalle 8,30 alle 12) si possono sottoscrivere le richieste di referendum.

Nessuna primazia o “cappello” sull’iniziativa, si è solo voluto offrire la possibilità di ridare la parola a quanti le leggi elettorali e gli accordi che si dicono politici ma sono solo di potere, spesso vogliono toglierla. È una questione democratica, che attiene alla partecipazione e alla presa di coscienza del ruolo del popolo in una Repubblica la cui Costituzione proprio a esso attribuisce la sovranità. E per riprenderla, nei modi e nelle forme della rappresentanza, non si può che non partire da una legge elettorale che restituisca la facoltà di scegliere gli eletti, ecco perché ben due quesiti puntano ad abrogare il cosiddetto Italicum, o almeno a eliminarne capilista bloccati e candidature plurime.

Allo stesso popolo appartiene anche il territorio, per questo il secondo e il terzo quesito puntano a eliminare le assurde trivellazioni in mare e a limitare quelle in generale, che vengono definite “strategiche” dalla legge per consentire l’utilizzo di procedure “in deroga” alle normali e sottrarle al potere di controllo e autorizzazione delle amministrazioni locali.

Così come, sempre all’ambiente e alla sua tutela guarda il quinto quesito, che punta a determinare una riconversione ecologica dell’economia, dalle grandi alle piccole opere che lo Stato e altri attori realizzano. Ci sono poi le questioni del lavoro, questione fondante per la nostra Carta costituzionale, vero elemento di cittadinanza, ma piegato e ridotto a variabile fra le altre nelle esigenze di mercato. Il sesto e il settimo quesito mirano a cancellare la nuova disciplina sul “demansionamento” e a restituire le tutele nei casi di licenziamenti collettivi compiuti in violazione delle norme. Infine la scuola, primo momento di formazione dei cittadini.

La Costituzione la prevede pluralista, aperta, e basata su una piena libertà di insegnamento, condizione essenziale per formare una comunità di cittadini culturalmente liberi; la legge di riforma appena approvata va in tutt’altra direzione, con l’individuazione di un preside-manager che “capeggia” tutta la comunità e che, col potere di chiamata diretta, compromette quei fondamenti di libertà, pluralità e apertura. Per questo, l’ottavo quesito punta a riportare il dirigente scolastico al suo ruolo, senza poteri eccessivi e ingiustificati.

Il Portavoce del Comitato POSSIBILE “Albert Camus” di Cuneo Rocco Olita

roberto vanzetto

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