Se le banche non ci fossero... L'educazione finanziaria da Manuale e da Fondazione a colloquio con i licei

"Se le banche non ci fossero?".

Dovrebbero crearle, perché laddove esiste un Risparmio occorre un soggetto che intermedi fra chi accantona denaro e chi invece ne necessita.

Una bellissima mattinata di in-formazione civica per educare alla finanza come forma di cittadinanza attiva. Protagonista la Fondazione nazionale per l'educazione finanziaria e il risparmio con la direttrice Giovanna Boggio Robutti e la dirigente Monica Rivelli, ospite d'onore il banchiere fossanese Beppe Ghisolfi in trasferta a Torino allo storico liceo Massimo D'Azeglio, per un incontro con gli studenti piemontesi.

Una duplice lezione, con gli studenti delle scuole medie e superiori, per una progressiva comunicazione delle nozioni economiche e finanziarie rapportate alla vita quotidiana dalla famiglia allo Stato.

"Dovete gestire i vostri risparmi, e i risparmi delle vostre famiglie, con la stessa cura con cui scegliete un telefonino o un motorino, perché ogni nostra azione riguarda l'aspetto economico e in economia non esiste il rischio zero", ha esordito la direttrice Boggio Robutti: "L'economia è un fenomeno civile e umano oltre che numerico".

"Senza economia non si vive - ha puntualizzato Ghisolfi - Se voi non vi occupate di lei, lei si occupa di voi. I casi singoli di abusi vanno perseguiti, ma le sofferenze sono anzitutto un effetto della crisi globale che ha investito anche le banche come parte dell'economia generale".

Di particolare interesse il doppio concetto di deficit e debito, che nel settore pubblico pone un onere proprio sulle giovani generazioni italiane.

Sono seguiti esempi pratici su come ci si rapporta con le banche, dalle operazioni più semplici a quelle più complesse. Anche un mutuo finalizzato all'acquisto della casa può determinare forti differenze, nel Risparmio delle famiglie, a seconda per esempio del tipo di tasso, fisso o variabile, prescelto.