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Attualità | 23 marzo 2020, 16:15

"Pronto soccorso di Ceva temporaneamente chiuso? Inaccettabile, grave, folle e allucinante!"

Il gruppo d'opposizione consiliare, guidato da Fabio Mottinelli, dichiara: "Siamo preoccupati. Il Coronavirus racconta proprio il disastro dei tagli alla sanità che si sono succeduti in questi anni e come pensiamo di affrontare il tutto? Con altri tagli"

"Pronto soccorso di Ceva temporaneamente chiuso? Inaccettabile, grave, folle e allucinante!"

La chiusura temporanea dettata dalla Regione Piemonte del pronto soccorso dell'ospedale di Ceva per far fronte all'emergenza sanitaria connessa al Covid-19 non è andata giù a tutti.

Il gruppo d'opposizione consiliare, guidato da Fabio Mottinelli, ha comunicato proprio pochi minuti fa le sue impressioni in merito a tale decisione: "Abbiamo da subito manifestato, con chi di dovere, le nostre preoccupazioni. Riteniamo inaccettabile, grave, folle, allucinante l'idea partorita dalla Regione Piemonte di chiudere il pronto soccorso di Ceva, anche a seguito della chiusura dell'ospedale di Cairo Montenotte che, di fatto, lascia un territorio vastissimo, a cavallo tra Piemonte e Liguria, senza un pronto soccorso di riferimento. Il Coronavirus racconta proprio il disastro dei tagli alla sanità che si sono succeduti in questi anni e come pensiamo di affrontare il tutto? Con altri tagli. Queste sono tutte le valutazioni che abbiamo fatto, ma dopo le prime proteste abbiamo chinato la testa. Visto il particolare periodo, vista l'emergenza in atto, abbiamo pensato che a tutti è richiesto uno sforzo maggiore, un sacrificio ulteriore e noi cebani siamo abituati a sacrificarci, da sempre".

"Una scelta dolorosa - prosegue la minoranza -, ma necessaria in un momento così drammatico, peraltro fatta senza il preventivo coinvolgimento dei sindaci interessati che sono stati informati a giochi fatti, cosa assolutamente scorretta nel metodo. Ma la notizia recente, ovvero quella del pronto soccorso di Borgosesia che avrebbe dovuto essere chiuso, come quello di Ceva, e invece è stato lasciato aperto dopo le proteste del sindaco, di alcuni parlamentari e qualche telefonata, è un insulto alla dignità del nostro territorio e dei nostri concittadini. È vergognoso. Apprendiamo che la motivazione è: 'Nell'ospedale di Borgosesia è già presente da tempo un'area dedicata ai malati Covid-19 e pertanto necessita del mantenimento del pronto soccorso, che ha già percorsi di ingresso separati e dedicati'. Esattamente la stessa situazione di Ceva, ma forse i nostri 'santi in paradiso' non sono sufficienti e siamo più sacrificabili di altri?".

"Di fatto - concludono Mottinelli e colleghi - sono stati discriminati i cittadini piemontesi sulla base dell'appartenenza politica del primo cittadino del paese in cui abitano. Questo è inaccettabile, soprattutto quando si parla della salute dei cittadini. Esigiamo che tutta l'attenzione e gli approfondimenti logistici (distanze, disagi per la popolazione, numero di abitanti serviti dalle strutture chiuse, ampiezza geografica del bacino di utenza), che ci risultano essere stati fatti sul caso di Borgosesia, siano messi in campo anche per gli altri territori. Non si può chiedere ai sindaci coinvolti dalla chiusura dei pronto soccorso senso di responsabilità e poi assistere a una retromarcia del genere. Ci chiediamo a cosa serva avere un ministro a Mondovì se dalla polizia stradale, ieri, al pronto soccorso, oggi, non si senta una minima presa di posizione. Invitiamo inoltre il primo cittadino, Vincenzo Bezzone, che sappiamo avere buoni rapporti con il governatore Alberto Cirio, a far valere i diritti dei cebani e di tutto il territorio, perché, se in un primo momento poteva valere il senso delle istituzioni, davanti ad uno schiaffo e a uno sgarbo come questo non deve esistere appartenenza politica di sorta. Non devono esserci cittadini di serie A e cittadini di serie B. Noi cebani siamo abituati a immolarci sull'altare dei tagli, ma così è davvero troppo!"

Alessandro Nidi

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