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Economia | 05 aprile 2020, 15:03

Coronavirus come uno tsunami per l’economia locale e nazionale: "Pericolo recessione"

Parola al professor Beppe Ghisolfi, Tesoriere e Vicepresidente europeo delle Casse di Risparmio

Coronavirus come uno tsunami per l’economia locale e nazionale: "Pericolo recessione"


Come uno tsunami, l’emergenza Coronavirus ha investito tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana. Mentre il Covid-19 si diffonde a macchia d’olio, in Italia l’economia trema e alcune categorie stanno sentendo forte e chiara una crisi che è già realtà: turismo, cultura, ristorazione e locali per il divertimento sono le più colpite. A fare una panoramica, un analisi e delle previsioni è il professor Beppe Ghisolfi, Tesoriere e Vicepresidente europeo delle Casse di Risparmio.

Professore, che cosa ci aspetta?

“Premesso che occorre preoccuparsi prima della salute e solo dopo dell’economia ritengo che l’Italia, come una gran parte delle nazioni al mondo, dovrà vedersela con la recessione”.

Che cosa significa recessione?

“Significa che ovunque diminuirà la ricchezza complessiva e, in media, quella personale».

Quali saranno le conseguenze pratiche?

“Nonostante l’aiuto del governo, con il superamento doveroso del patto di stabilità, molte piccole imprese non riapriranno i battenti e si registrerà un aumento vertiginoso della cassa integrazione. Conseguenze drammatiche sul turismo e su tutte le attività di ricezione e ristorazione sono inevitabili”.

Che cosa dovrebbero fare il Governo e l’Europa?

“Il governo e l’Europa non possono perdere tempo. La crisi riguarda tutti. Occorrono finanziamenti a costi simbolici ma anche interventi diretti a fondo perduto. In pratica le teorie di Nouriel Roubini non appaiono più stravaganti”.

E quali sarebbero?

“Le riporto in estrema sintesi il suo pensiero: “Bisogna avere il coraggio di lanciare misure assolutamente eccezionali. È il momento dell’helicopter money: semplicemente distribuire a tutti i cittadini, indipendentemente dall’età e dalla condizione sociale, una somma di denaro per far fronte almeno in parte alle esigenze immediate e tentare di rilanciare i consumi”. Anche a me sono sempre parse teorie da fantascienza, ma temo che oggi occorre trovare una qualche soluzione. Non escludo che stampare moneta e distribuirla possa essere una buona idea”.

Qual è la priorità del momento?

“Potenziare al massimo le strutture sanitarie e abbattere la burocrazia senza pietà. Quanti anni ci sono voluti per costruire l’ospedale di Verduno? Adesso, per via dell’emergenza, in pochi giorni sarà finito. Abbiamo bisogno di una classe politica più snella e competente e tanti burocrati in meno”.

Professore come trascorre le sue giornate?

“Chiuso in casa senza incontrare nessuno. Occorre rispettare tutte le decisioni del governo per salvaguardare la nostra salute. Per me che ho superato i settant’anni la raccomandazione è quella di non uscire e ovviamente obbedisco per il mio bene e per quello degli altri. In questo periodo le riunioni sono rinviate. Per quelle urgenti si utilizzano gli strumenti telematici”.

Come investe il suo tempo a casa?

“Leggo, scrivo e guardo la televisione. Sto finendo un nuovo libro che racconta i cinquanta personaggi più significativi che ho incontrato nella mia vita. Da Trump a molti cuneesi. Sono ritratti veritieri conditi da numerosi aneddoti”.

Ci può anticipare qualche nome?

“Pier Maria Toselli, Alessandro Zorgniotti, Antonio Patuelli, Davide Sordella”.

Quali saranno le ripercussioni economiche di questa terribile epidemia?

“È ancora presto per fare previsioni. Sicuramente un impoverimento generale che non riguarda solo l‘Italia. Per questo oggi non ha più senso parlare di patto di stabilità o di deficit. Adesso occorre superare la grave situazione sanitaria e concentrarsi esclusivamente sulla salute. Dopo ci sarà tempo per rivedere tutto. Credo che cambieranno le regole europee perché siamo tutti coinvolti”.

Riguardo alle misure per fronteggiare la pandemia, la presidente della BCE Christine Lagarde il 12 marzo ha detto: «Noi non siamo qui per accorciare gli spread. Non è questa la funzione né la missione della BCE. Ci sono altri strumenti e altri attori deputati a queste materie». Che cosa ne pensa?

“Credo che quella frase sullo spread le sia sfuggita. Certo non abbiamo più Draghi e ce ne accorgiamo ma l’Europa non è la Banca Centrale. È la Commissione ed il Parlamento Europeo. E la presidente Ursula von der Leyen usa un altro linguaggio esprimendosi addirittura in italiano”.

Ma ne usciremo?

“Sicuramente sì. Abbiamo un sistema sanitario tra i migliori al mondo. Occorre sempre ringraziare i medici, gli infermieri e tutto il personale sanitario per lo straordinario lavoro ed il senso di abnegazione totale. Per l’economia, passata la burrasca si tornerà alla normalità. Oggi però conta salvare vite umane. Su questo vanno concentrate tutte le energie osservando scrupolosamente tutte le raccomandazioni che ci provengono da medici e governo. Mai come ora si è riscoperta la competenza. Altro che ‘uno vale uno’ In ogni campo conta chi ha studiato ed è preparato. Gli altri parlano a vanvera”.

Ottimismo, dunque! Sia mai che, come diceva il buon Albus Silente, “La felicità si può trovare anche negli attimi più tenebrosi, se solo uno si ricorda… di accendere la luce”. 

Silvia Gullino

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