Il tentativo di rivolta nel carcere di Cuneo, avvenuto il 27 dicembre 2020 e denunciato in una nota dall'Osapp, l'Organizzazione sindacale autonoma di Polizia penitenziaria, finisce sui banchi della Camera. I disordini, come avevamo avuto modo di scrivere, erano stati sedati proprio dagli agenti della Penitenziaria.
Il deputato cuneese Flavio Gastaldi è infatti il primo firmatario, insieme ad Andrea Giaccone, di un'interrogazione a risposta scritta rivolta al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
"Due detenuti, un italiano che già si era reso protagonista nel mese di marzo 2020 della rivolta nel carcere di Modena e uno straniero - si legge nell'interrogazione - hanno dato vita a una protesta devastando una camera di pernottamento e invitando gli altri reclusi a fare lo stesso".
Secondo i deputati, i detenuti del Cerialdo agirebbero così "perché certi di restare impuniti": "Ci preme ribadire, ancora una volta, che il problema del carcere di Cuneo è divenuto serio ed incontrollato tanto che il personale è stanco di subire invettive gratuite".
Gastaldi e Giaccone scrivono di una "situazione intollerabile, tanto da necessitare di un energico intervento da parte dei vertici dell'amministrazione penitenziaria, che a livello regionale è al corrente della grave situazione vigente in cui versa il personale di Polizia penitenziaria ormai allo stremo delle forze".
Alla luce di tutte queste premesse, i deputati del Carroccio intendono sapere se Bonafede "non reputi necessario ed indifferibile farsi promotore, per quanto di competenza, delle iniziative necessarie, eventualmente anche sul piano disciplinare, volte a riaffermare il dovere di rispettare le regole interne a garanzia generale del mantenimento dell'ordine e della sicurezza".