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Economia | 31 ottobre 2021, 07:00

Trapianto di capelli: tecnica FUE e DHI a confronto, quale scegliere?

Affrontare la perdita dei propri capelli è difficile tanto quanto scegliere il giusto trattamento per interromperne il decorso.

Trapianto di capelli: tecnica FUE e DHI a confronto, quale scegliere?

Affrontare la perdita dei propri capelli è difficile tanto quanto scegliere il giusto trattamento per interromperne il decorso.

Chiunque convive con un diradamento progressivo di capelli è alla continua ricerca di rimedi che offrano una soluzione definitiva. Tuttavia, la risoluzione medica a lungo termine è il trapianto.

Grazie allo sviluppo tecnologico della chirurgia tricologica, esistono varie tecniche di trapianto. Lo scopo comune a tutte è quello di rinfoltire le aree affette da alopecia con degli innesti prelevati dalla zona ippocratica dello stesso paziente.

 

Ma su quali basi si determina la tipologia di intervento a cui sottoporsi? Quale tecnica scegliere? Quale garantisce esiti effettivi e duraturi?

Il web è pieno di informazioni di ogni genere sull’argomento, e chi cerca una risposta affidabile potrebbe essere (comprensibilmente) disorientato.

In questo articolo si illustrano le fasi, i vantaggi e gli svantaggi della tecnica FUE e DHI: due delle tipologie di trapianto più conosciute e impiegate al mondo.

N.B. È importante sottolineare che quanto di seguito elaborato vuole fungere da mero mezzo divulgativo. Una simile scelta deve essere presa esclusivamente sotto la guida di un chirurgo specializzato in tricologia, a seguito di una corretta visita e anamnesi.

Tecnica FUE

Eseguibile tanto sui pazienti uomini che sulle donne, la tecnica di trapianto FUE – acronimo inglese di Follicular Unit Extraction (Estrazione di Unità Follicolari) - è la più utilizzata nell’ambito della chirurgia tricologica. Questa procedura all’avanguardia garantisce una risoluzione definitiva del problema dell’alopecia.

Il trapianto di capelli con tecnica FUE può essere eseguito da 2-3 medici allo stesso tempo. Sebbene si tratti di un intervento chirurgico, non viene utilizzato alcun bisturi, in più nessuna cicatrice e nessun segno restano sul cuoio capelluto. Il tempo dell'ioperazione può variare dalle 4 alle 7 ore, a seconda del numero dei bulbi piliferi necessari a coprire la zona affetta da calvizie.

Le fasi della tecnica FUE

1. Estrazione delle singole unità follicolari dalla zona donatrice

2. Selezione e conservazione in soluzione specifica.

3. Apertura di micro-canali nell’area ricevente per mezzo di una penna a punta di zaffiro.

4. Reimpianto dei singoli innesti manualmente.

1. Dopo l’anestesia locale, la procedura consiste in un’estrazione mono-bulbare dei follicoli da un’area donatrice sana della testa del paziente (generalmente la nuca e i lati del capo). Le singole unità sono prelevate attraverso minuscole porzioni di pelle definite innesti. L’estrazione è eseguita manualmente tramite uno speciale bisturi chiamato punch.

2. A seguire, i follicoli vengono accuratamente selezionati e conservati in una speciale soluzione fisiologica per prevenirne l’integrità.

3. Il chirurgo provvede ad aprire dei micro-canali nell’area ricevente grazie all’uso di un bisturi a punta di zaffiro.

4. Infine, gli innesti (grafts) sono reimpiantati, uno ad uno, all’interno dei canali della zona affetta da calvizie. Il reimpianto è eseguito con uno strumento chiamato implanter. La procedura deve esser effettuata molto rapidamente per evitare che le unità follicolari muoiano ma, allo stesso tempo, con estrema cura per poterli collocare nella corretta angolazione.

L’intervento è minimamente invasivo perché non prevede alcuna incisione e non lascia alcuna cicatrice. La ripresa è veloce, perché il paziente può tornare a svolgere le sue attività quotidiane nell’arco delle 24 ore. I primi risultati sono evidenti a partire dal 6° mese dall’operazione.

I vantaggi

  • Rispetto a tecniche di chirurgia tradizionali, il post-operatorio è meno doloroso e più veloce;

  • possono sottoporsi anche i pazienti con problemi di cicatrizzazione dei tessuti;

  • è minimamente invasiva;

  • non rimane alcuna cicatrice;

  • si può scegliere di portare un taglio di capelli corto;

  • non è necessario sottoporsi a seconda visita per la rimozione dei punti;

  • l’anestesia è locale e indolore;

  • rischio di infezioni e necrosi notevolmente ridotto;

  • risultato garantito ed effetto estremamente naturale;

  • non è necessario possedere un’area donatrice ampia.

Gli svantaggi

  • Lo spessore del cuoio capelluto del paziente può inficiare la fase di attecchimento e ricrescita degli innesti;

  • non è adatta a qualsiasi tipo di capello, cute e tessuto sottocutaneo;

  • la durata dell’intervento è variabilmente molto lunga;

  • costi più elevati nella media;

  • discreta possibilità di caduta dei capelli nel post-trapianto (seppur rara).

  • È necessario sottoporsi a rasatura completa prima dell’intervento.

 

La tecnica DHI in tre passaggi

Alcuni riconoscono questa procedura come la frontiera del trapianto capillare, altri una mera scelta commerciale.

Acronimo inglese di Direct Hair Implant (Impianto Diretto di Capelli), la tecnica DHI è particolarmente consigliato per le pazienti donna.

Contrariamente a quanto avviene durante l’operazione con procedura FUE, durante l’operazione con DHI la fase di creazione del sito di innesto nell’area ricevente coincide con l’inserimento dei bulbi stessi. Ciò vuol dire che il processo di estrazione e quello di impianto sono completati in un’unica fase.

L’operazione si “riduce” così a tre step:

1. Anestesia locale e apertura del micro-canale.

2. Estrazione degli innesti con tecnica FUE.

3. Inserimento delle unità follicolari all’interno della penna Choi e reimpianto.

 

1. All’anestesia locale segue l’apertura dei micro-canali nella zona donatrice dello scalpo del paziente;

2. I bulbi sono poi estratti impiegando la tecnica Fue.

3. Immediatamente dopo si esegue l’inserimento delle singole unità follicolari all’interno di una speciale penna chiamata implanter Choi dotata di un ago cavo alla punta. L’ago viene inserito con un’angolazione di 40-45 gradi all’interno del cuoio capelluto; i grafts sono, poi, introdotti nello scalpo grazie alla pressione esercitata su uno stantuffo della penna. In questo modo, la fase di incisione coincide con quella dell’innesto del follicolo.

La procedura permette di evitare qualsiasi tipo di rasatura del paziente. Tuttavia, richiede un’estrema accuratezza d’esecuzione ed è certamente più costosa.

Inoltre, normalmente, sono utilizzati dai 2 ai 5 implanter Choi a cui sono applicati aghi di varia misura e spessore per adattarsi ai bulbi e al cuoio capelluto del paziente.

I vantaggi

  • Non è necessario sottoporsi ad alcuna rasatura prima dell’intervento qualora si debbano impiantare dalle 1000/1500 unità follicolari; altrimenti, è sufficiente rasare solo una piccola parte della zona donatrice;

  • il cuoio capelluto è sottoposto a uno stress decisamente inferiore con conseguenti tempi di recupero molto brevi;

  • l’effetto finale è estremamente naturale e conta con un’elevata densità;

  • l’innesto immediatamente successivo all’estrazione consente alle unità follicolari di subire una manipolazione minima che ne garantisce il mantenimento di buona parte delle sostanze nutritive;

  • il tasso di sopravvivenza degli innesti è decisamente più elevato nel post-intervento;

  • rischio di infezioni minimo e/o assente;

  • altissima precisione nella definizione dell’angolo e della profondità di impianto;

  • nessun micro-canale previamente inciso;

  • rischio di emorragie e/o crosticine minimo.

Gli svantaggi

  • Tempi di esecuzione particolarmente lunghi anche nel caso di un ridotto numero di innesti;

  • Équipe medica altamente specializzata;

  • costi decisamente più elevati;

  • adatta solo ad alcuni pazienti che presentino determinate caratteristiche, tra cui lunghezza dei capelli e area donatrice folta;

  • numero max. di unità follicolari reimpiantabili tra le 2000/3000. Intervento adatto a chi presenta zone calve di dimensioni ridotte;

  • rischio di danneggiamento delle unità follicolari al momento di utilizzo della penna Choi.

In sintesi, una panoramica delle due tecniche a confronto: 

Quale tecnica scegliere per il trapianto di capelli?

Premettendo che entrambe le tecniche hanno una percentuale di successo particolarmente elevata (pari al 95%), è importante scegliere con cautela la procedura chirurgica alla quale sottoporsi.

Scelta che deve essere assolutamente considerata e valutata sotto la guida esperta del proprio tricologo di fiducia specializzato.

Non tutti, infatti, possono subire un trapianto di capelli con tecnica DHI e questo perché esistono dei criteri scientifici ben precisi come: la classificazione della perdita di capelli del paziente, la dimensione dell’area di diradamento e la quantità di capelli disponibili nell’area donatrice.

La tecnica FUE è consigliata a chi:

  • possiede un’area donatrice particolarmente diradata;

  • le zone calve sono molto ampie ed estese;

  • ha un’età superiore ai 35 anni;

  • presenta capelli radi, sottili o mossi e/o ricci.

La tecnica DHI è consigliata a chi:

  • possiede un’area donatrice densa e folta;

  • ha un’età inferiore ai 35 anni;

  • presenta capelli lisci e spessi;

  • desidera abbassare l’attaccatura di fronte e/o riempire l’area delle tempie.

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