Da una parte le esigenze di chi in montagna vive e cerca giustamente di rendere i paesi più belli ed attrattivi, dall’altre la ambizioni, altrettanto legittime, degli appassionati, che questi luoghi vogliono preservarli come sono. Senza contaminazioni.
Nel mezzo dovrebbe starci la ragione, fatta di compromessi e dialogo.
Ciò che è venuto meno tra le due parti nella vicenda di Castelmagno della quale abbiamo parlato ieri, giovedì 7 luglio, su Targatocn.
I fatti. Con la benedizione del rettore don “Gimmy” Gianmaria Giordano, insieme a Paolo Tallone, nuovo gestore della locanda attigua ed il beneplacito dell’Amministrazione comunale, si è deciso di illuminare per due ore la settimana (il sabato sera dalle 21 alle 23) il Santuario di San Magno. Piena approvazione delle 56 anime di Castelmagno.
Un po' meno entusiasmo, sembrerebbe, da parte degli astrofili, che su quelle montagne riescono ad immortalare immagini mozzafiato con lo sfondo di un cielo stellato quasi senza eguali.
Ma a detta della Associazioni astrofile presenti sul territorio le cose non starebbero esattamente così.
L'articolo di ieri ha immediatamente suscitato decine e decine di commenti sulla pagina social del nostro giornale: per lo più di approvazione verso l'iniziativa, ma c'è stato anche chi ha sollevato dubbi circa l'espressione di "una sola campana".
“Non ci stiamo a passare per arroganti ed impositori – fa sapere il presidente dell’Associazione Astrofili Bisalta, Alberto Andreis -
non è assolutamente nelle nostre corde. La visione del gruppo Bisalta, il cui lavoro è improntato sulla lotta all’inquinamento luminoso, ha un modus operandi ben preciso ed è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica. Lo scontro non porta a nulla, debbono vincere intelligenza e cultura. Da parte nostra non c’è stata e mai ci sarà arroganza”.
Sulla stessa linea il responsabile dell’Associazione Sideralis, Federico Pellegrino:
“Voglio precisare che nessun membro dell’associazione ha aggredito qualcuno e se ci sono stati degli episodi ci dissociamo totalmente. I cani sciolti esistono da entrambe le parti, qualcuno ha parlato di querele e denunce ma non ci rappresentano. Le associazioni sono disposte a qualunque forma di dialogo. È stato fatto un pandemonio per nulla”.
Il presidente della “Bisalta” rivendica con orgoglio quanto fatto da tutti gli astrofili: “Da anni gli appassionati si recano in alta Valle Grana per le loro osservazioni e molti sono stati gli eventi di divulgazione che hanno permesso al pubblico di accedere alla visione guidata del cielo stellato. Ultimamente si è anche intrapreso un percorso per valorizzare il cielo stellato delle nostre Valli, uno dei migliori d'Italia, tanto che la bellezza del luogo nel suo complesso è stata affermata anche in un caso-studio riconosciuto dall'UNESCO”.
Entrambe le associazioni sostengono di non essere affatto contrarie all’illuminazione del Santuario di San Magno, purché avvenga nel pieno rispetto della legge: “Quanti hanno a cuore il luogo – continua Andreis- riconoscono come alcune ore di accensione delle luci alla sera non portino alcun disturbo particolare, anzi, possono essere uno strumento di valorizzazione del Santuario e proprio per questo abbiamo avviato una proposta di riqualificazione dell'illuminazione in grado di ridurre i consumi e migliorarne l'efficienza”.
Che, a detta degli astrofili, sarebbe stata sonoramente bocciata: “Silurata, senza mezzi termini”, precisa il presidente.
Ma cosa prevedeva questa offerta? “A nostre spese, abbiamo proposto di illuminare il Santuario come già fatto in un altro comune - aggiunge Federico Pellegrino -: sostituire i vecchi fari con nuovi punti luce a basso consumo, per ridurlo da 1000 a 80 watt. E cambiare il posizionamento: puntarli non dal basso verso l’alto, ma in modo contrario per far sì che l’illuminazione resti la stessa ma non ci sia inquinamento”.
Dall’osservatorio INAF di Chieri, nel torinese, parla il dott. Alberto Cora:
"C'è dispiacimento per essere stati completamenti esclusi dai gruppi social della valle Grana. Così non c'è più confronto. Avevamo semplicemente commentato un post e pubblicato una foto: gli amministratori, per tutta risposta, ci hanno 'bannati' da ogni gruppo”.
La domanda di fondo, resta: due ore d’illuminazione, pur in modo non corretto, possono davvero impattare sulla natura? “A livello luminoso certamente no – chiude Cora -, ma non dimentichiamoci che sotto i coppi del Santuario ci sono anche i pipistrelli: illuminare l’ambiente è come farli digiunare per un giorno”.












