“Devo tenere nella debita considerazione tanti aspetti. Per questo ho condotto una serie di consultazioni con sindaci e amministratori locali per capire quale potesse essere la giornata più adatta per l’elezione del nuovo presidente della Provincia. Mi sono riservato qualche giorno, poi emetterò il decreto”.
Così spiega Massimo Antoniotti, il cui mandato di reggente dell’Amministrazione provinciale è prossimo alla scadenza perché – secondo la normativa – non può superare i 90 giorni.
La sua decisione è attesa per oggi anche se, già da ieri sera, si sa che la data sarà il 25 settembre e non il 18 come era stato ventilato qualche giorno fa per evitare l’accavallarsi con le elezioni politiche nazionali.
La scelta del 25 sarebbe dovuta, in particolare, al fatto che gli amministratori comunali della Lega gli hanno fatto presente che il 18 saranno tutti a Pontida per il tradizionale appuntamento di partito che quest’anno assume maggior rilevanza svolgendosi ad una settimana dal voto.
Oltre alla data Antoniotti doveva sciogliere il nodo dei seggi: uno solo (Cuneo), due (Cuneo e Alba, come nel caso del dicembre scorso per l’elezione del Consiglio provinciale) o quattro (Cuneo, Alba, Mondovì e Saluzzo), come richiesto un paio di giorni fa dai consiglieri provinciali Pietro Danna e Silvano Dovetta?
Risulta che l’amministrazione comunale di Alba abbia manifestato difficoltà ad ospitare un seggio in municipio per via della concomitanza con le elezioni politiche.
La scelta di Antoniotti pare essersi indirizzata su Roddi, che avrebbe dato la propria disponibilità. Qui si recheranno a votare gli amministratori dell’area albese.
Ricordiamo che sono oltre 2800 gli amministratori dei 247 Comuni della Provincia chiamati ad eleggere, in questa circostanza, esclusivamente il presidente, che sostituirà il dimissionario Federico di Borgna, ex sindaco di Cuneo.
La candidatura alla presidenza deve essere sottoscritta da oltre 400 amministratori, pari ad un terzo dell’intero corpo elettorale.
Per essere eletto presidente della Provincia occorre essere sindaco, non importa se di un piccolo o di un grande Comune.
Se già è difficile l’organizzazione della macchina elettorale, ancor più complessa appare questa volta l’aspetto politico.
L’abbinamento con la consultazione nazionale rende ardua la soluzione unitaria adottata a suo tempo con Borgna.
I nomi sul tavolo sono quelli di Luca Robaldo (sindaco di Mondovì), Carlo Bo (sindaco di Alba), Marco Perosino (sindaco di Priocca e senatore uscente di Forza Italia), Maurizio Paoletti (sindaco di Boves), Mauro Calderoni (sindaco di Saluzzo) e Davide Sannazzaro (sindaco di Cavallermaggiore).
A questi si è aggiunto, nelle ultime ore, quello di Marco Gallo, sindaco di Busca, che, in quanto civico e non avendo una chiara collocazione politica, potrebbe essere individuato come uomo gradito alle varie espressioni politiche sia di centrodestra che di centrosinistra.
Al tavolo delle trattative chiede di potersi sedere anche l’associazione “Octavia”, in rappresentanza dei piccoli Comuni.
Ieri il presidente, Matteo Morena, giovane sindaco di Cardè, ha scritto alle segreterie provinciali dei partiti manifestando questa richiesta.
Il percorso del dopo-Borgna si sta rivelando complesso per una serie di ragioni che cercheremo di analizzare in successivi approfondimenti.