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Attualità | 30 marzo 2023, 18:30

#ANDUMA – Erik Bessone

Ho piena fiducia nel nuovo presidente Gabriele Costamagna, le sue idee innovative ampiamente espresse con il progetto di Anduma sono decisamente musica per le mie orecchie

#ANDUMA – Erik Bessone

Dammi una mano”, questa la richiesta che nel tempo è diventata un mantra e che ha decretato l’inizio della lunga storia tra il dott. Erik Bessone ed il Cuneo Volley, socio da più di 40 anni ormai, rendendolo nel tempo uno degli elementi chiave per lo sviluppo e la crescita di ciò che non solo è oggi, ma soprattutto di ciò che è diventata ed è stata negli anni d’oro della Super Lega che tutti i cuneesi ricordano e a cui si vuole ritornare oggi anche grazie al progetto Anduma.

Dieci palloni, 300.000 Lire di spesa, questo il suo primo contributo alla società che gli fece guadagnare in un colpo solo la carica di main sponsor e di vice presidente, oltre che di medico della squadra. Davvero altri tempi.
Un favore fatto ad un caro amico, Enzo Prandi, allora presidente della squadra, in memoria dei suoi anni passati a giocare a pallavolo nella squadra di Cuneo a sua volta, che decretò l’inizio di una collaborazione che da lì non ha mai più avuto fine.
Siamo negli anni ’80, più precisamente nel 1981, anni in cui la squadra portava ancora il nome di Cuneo Vbc, e in cui parte la grande risalita che vede la squadra, retrocessa a quei tempi alla Prima Divisione, guadagnarsi una categoria dopo l’altra senza sosta fino a raggiungere il tanto atteso esordio in A1 nella stagione del 1989/90 con il nome di Alpitour Cuneo.

 

Dott. Bessone, lei è uno dei professionisti tra i più conosciuti e rinomati in ambito dentistico, e non solo sul nostro territorio. Da dove nasce questa lunga e proficua carriera?

Mio padre, scappato ai tempi da Torino durante un bombardamento, tornò a Margarita, sua città natale, con un solo ed unico avere, la camicia che aveva indosso al momento della fuga. Ripartito da lì, con grande umiltà ed immensa forza d’animo, decise nel dopoguerra di cominciare gli studi da odontotecnico tramite un corso serale riuscendo poi ad aprire nel 1958 il suo primo laboratorio odontotecnico.
Io cominciai molti anni dopo, a seguito degli studi fatti prima al Liceo Classico e poi alla Facoltà di Medicina aprendo nel 1978 il mio primo studio dentistico in via Michele Coppino a Cuneo e collaborando attivamente con mio padre che si occupava dunque dell’aspetto protesico mentre io di quello chirurgico.
Sono da sempre un appassionato di tecnologia e di tutto ciò che si può definire all’avanguardia, il nostro studio per quei tempi era già davvero ben strutturato. Avevamo quattro poltrone, delle assistenti ed una segretaria, oltre che dei computer per gestire e organizzare il lavoro con i nostri pazienti, vera rarità per quei tempi.
Ci siamo poi trasferiti nel cuore della città nel 2003. Questo spostamento ci ha permesso di creare una nuova realtà, fatta di possibilità e strumenti sempre più futuristici ed in linea con il servizio che desideravo e desidero tutt’ora dare ai clienti che ci scelgono e seguono ormai da decenni.

 

Qual è stato il fattore determinante del successo del vostro studio dentistico?

Ho sempre lavorato seguendo il buon esempio di mio padre, e altrettanto stanno facendo i miei figli Emanuele, Guglielmo e Massimiliano con me, tutti e tre subentrati nel nostro studio nell’arco degli ultimi dieci anni per loro scelta dopo gli studi universitari, incrementando di non poco le competenze dello studio stesso.

Sono un gran testone, molto auto esigente e caparbio, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo, e credo siano queste le principali qualità ereditate che hanno permesso a me e alla mia famiglia di costruire una realtà così solida e proficua. Abbiamo collaboratrici dello studio dentistico che lavorano con noi da più di trent’anni, per me sintomo di serenità e benessere non solo per loro in quanto collaboratrici, ma anche per i pazienti stessi. Sono poi una persona decisamente ambiziosa in ogni cosa che faccio, fare del mio meglio per raggiungere nuovi traguardi è per me una responsabilità dovuta in quanto uomo, marito, padre e professionista.
Ho sempre cercato di essere onesto con il prossimo e coerente con me stesso, nel rispetto degli altri senza mai però scendere a compromessi, tutti aspetti che mi hanno sempre permesso di vivere il mio lavoro come una passione e non come un dovere raggiungendo in più anche ottimi risultati.
Abbiamo sempre cercato di avere e mantenere strutture a misura d’uomo, in cui il rapporto tra noi ed il paziente vuole e deve essere il valore aggiunto del nostro servizio.
Sono afflitto poi da ciò che io chiamo un sano “pessimismo ottimista”, cioè da una tendenza a vedere fin da subito ciò che di negativo potrebbe deviare il raggiungimento dei miei obiettivi, prevedendolo ed evitandolo, altro aspetto del mio modo di lavorare che ha determinato il successo e la crescita non solo del mio studio dentistico, ma anche della mia famiglia e di qualsiasi attività mi sia trovato a sposare o affiancare nella mia vita.  

 

Quali aspettative ha sul futuro della sua azienda familiare?

Sono uno che non ha mai preteso nulla da nessuno, al massimo mi sono impegnato a dare il buon esempio nella speranza che potesse essere d’aiuto. Avere con me ad oggi i miei tre figli che lavorano con me quotidianamente è forse la mia più grande fonte d’orgoglio, perché vuol dire che ciò che ho fatto ha avuto un suo naturale seguito. Ognuno di loro è subentrato con una competenza specifica diversa: Massimiliano si occupa principalmente dell’aspetto chirurgico, Emanuele di Osteopatia e Odontoiatria sportiva applicata al mondo dentistico, mentre Guglielmo si specializzerà nell’aspetto più estetico del nostro lavoro. Credo nelle cose semplici e concrete, e questo è quello che auguro al futuro del nostro studio. Non mi sento né un vittorioso ne uno sconfitto, semplicemente sono felice di essermi realizzato per quello che sono grazie all’enorme rispetto che ho per la libertà di scelta, valore per me irrinunciabile e dovuto, a chiunque. Non amo ne mai ho amato il mondo dell’apparire, semmai il mio è più quello del fare. Fare è dunque quello che auguro ai miei figli, molto semplicemente. Niente potrà mai essere più proficuo e produttivo di questo determinante quanto veritiero aspetto della vita.

 

La sua collaborazione con il Cuneo Volley è a dir poco storica, cosa l’ha spinta ad entrare in questa società e che valore ha per lei? Qual è stato inoltre il valore aggiunto di un socio come Lei?

La richiesta di un amico, Enzo Prandi, e il mio piccolo ed irrilevante passaggio nella squadra di pallavolo del Cuneo in gioventù che mi ha fatto sentire onorato di poter contribuire in qualche modo una volta diventato un medico professionista. Partì tutto così. Negli anni ho ricoperto praticamente qualsiasi tipo di ruolo potesse essere utile alla società, fin da quando le esigenze erano molto più basiche ed umili rispetto a quelle che può giustamente avere una squadra di serie A.

Ho fatto l’arredatore per gli alloggi dei ragazzi, l’accompagnatore, l’autista, il medico, a volte anche il genitore. Ricordo con immenso piacere le cene con i giocatori nella mia tavernetta, dove mia moglie, Enrica Brondino, ha sempre accolto e accudito ognuno di loro, affiancandomi sempre e fin dall’inizio in questo percorso essendone parte integrante oltre che indispensabile. Ancora oggi manteniamo ottimi rapporti con loro, in quella tavernetta sono nate amicizie piene di rispetto e sostegno reciproco lunghe una vita intera. Mi sono allontanato raramente da questa realtà, praticamente solo quando i livelli raggiunti erano troppo alti e pretenziosi, e di conseguenza poco compatibili con il mio modo di essere. E poi quella fatidica richiesta “dammi una mano” che ritorna anni dopo con Bruno Lubatti a cui non ho saputo dir di no, rientrando nel Consiglio, qualche anno prima che nascesse la nuova forma societaria di cui faccio ancora parte oggi. Il mio è sempre stato un ruolo più ufficioso che ufficiale, ho sempre lavorato dietro le quinte facendo del mio meglio per dare una mano ovunque servisse in base alle mie competenze e possibilità, e nulla di più. Ho semplicemente vissuto in prima persona tutti i punti chiave della crescita della società per presenza e dovuto supporto in base al mio ruolo dell’anno. Un episodio che ricordo con piacere che sicuramente ha introdotto una grossa novità non solo nella nostra squadra ma anche nel mondo della pallavolo in generale è quello della nascita ufficiale dei Blue Brothers, famosissimi tifosi bianco blu, stabilita insieme ad Alberto Castoldi e Giorgio Cagliero nell’allora ufficio del Nuvolari, altra storica realtà del cuneese. Anche in quel caso sovvenzionai l’acquisto dei primi striscioni e tamburi per mettere i tifosi più accaniti nella condizione di fare il loro dovere di tutto punto, e il resto è storia. Ho piena fiducia nel nuovo presidente Gabriele Costamagna, e sono un suo grande sostenitore. Le sue idee innovative ampiamente espresse con il progetto di Anduma sono decisamente musica per le mie orecchie.

comunicato stampa

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