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Politica | 26 aprile 2023, 14:32

All’AO Santa Croce arriva il commissario, Pellegrino (Centro per Cuneo): "Chiarezza su nuovo ospedale e fondi Inail"

Il capogruppo della formazione centrista in Consiglio sferza la Regione: "Dalle dimissioni di Azzan uno stallo che rischia di incidere sull’assegnazione delle risorse. E coi rincari su energia e materie prime i 310 milioni stanziati potrebbero rivelarsi insufficienti facendo perdere posizioni al progetto di Cuneo"

Vincenzo Pellegrino, capogruppo di Centro per Cuneo in Consiglio comunale e consigliere provinciale con le insegne di Granda in Azione

Vincenzo Pellegrino, capogruppo di Centro per Cuneo in Consiglio comunale e consigliere provinciale con le insegne di Granda in Azione

La sanità, e in particolare il progetto del nuovo ospedale, rimane al centro del dibattito sul quale da tempo si arrovella la politica del capoluogo. Nella prossima settimana è atteso l’insediamento del dottor Livio Tranchida, attuale direttore di Amos, nella sua nuova veste di commissario dell’Azienda Ospedaliera "Santa Croce e Carle", chiamato dalla Regione a sostituire la dimissionaria Elide Azzan col preciso mandato di potenziare i servizi forniti dal principale ospedale della provincia, ma anche di mandare avanti l’iter per la realizzazione del futuro presidio. Argomenti dei quali abbiamo parlato con Vincenzo Pellegrino, capogruppo della lista ‘Centro per Cuneo’ e consigliere provinciale della lista ‘Granda in Azione’.  


A tempi alterni e da alcune parti si sollevano voci circa l’impoverimento dell’Ospedale ‘Santa Croce e Carle’ a tal punto da veder pregiudicato il suo ruolo di hub provinciale, sede di Dea di II Livello. Qual è la sua opinione?
Queste supposte voci non fanno del bene ad alcuno. Si genera un clima di sfiducia da parte della cittadinanza e del territorio nei confronti del nostro ospedale, che rimane invece saldamente ai vertici delle prestazioni offerte su scala regionale e nazionale. Il ruolo di hub provinciale non è mai stato messo in discussione a partire dalla DGR 1-600/2014, che ha individuato nella gerarchia degli ospedali della provincia di Cuneo il ‘Santa Croce e Carle’ punto di riferimento per tutto l’ambito, sede di Dea di II livello e hub provinciale. Né, nelle deliberazioni regionali che si sono succedute da allora ad oggi, la sua classificazione è mai stata messa in predicato di revisione. Invito tutti, almeno su questo punto, a una maggiore prudenza e attinenza alla realtà dei fatti.


La Regione ha due opzioni per la costruzione del nuovo hub. Che cosa ne pensa?
Partiamo dal presupposto che la stazione appaltante dei lavori è l’Azienda Ospedaliera di Cuneo, a meno che non si attivino i fondi ex art. 20 della legge n.67/1988 tramite un Accordo di Programma col Ministero della Salute, nel qual caso il ruolo sarebbe in capo alla Regione. Io, però, mi attengo alla cronologia dei fatti. Con DPCM del 4 febbraio 2021 ("Iniziative urgenti di elevata utilità sociale nel campo dell’edilizia sanitaria, valutabili dall’INAIL nei propri piani triennali di investimento") venivano accolte le richieste della Regione Piemonte ampliando il numero dei presìdi ospedalieri di nuova realizzazione. E con la delibera del 18.01.2022 n. 193-974 il Consiglio Regionale ha approvato la “Programmazione di indirizzo di carattere strategico generale di investimenti in edilizia sanitaria per la realizzazione di nuovi presidi ospedalieri” prevedendo il finanziamento con fondi Inail per un totale di 1.285.000.000 di euro, di cui 310 milioni per il nuovo Ospedale di Cuneo.


Nel frattempo è stato depositata la proposta di PPP da parte del Gruppo Fininc della famiglia Dogliani.
Quello che è successo è legittimo. Già nel dispositivo della deliberazione del Consiglio regionale, là dove si individua il percorso di finanziamento tramite fondi INAIL si aggiungeva “…fatta salva la possibilità di attivare altre tipologie e forme di finanziamento al fine di raggiungere l’obiettivo generale individuato”. Ma adesso le strade sono due e occorre avere come orizzonte la concretezza della realizzazione dell’opera, la relativa tempistica e l’interesse pubblico.


E l’AO Santa Croce e Carle come reagisce?
Avvia da subito una gara finalizzata all’individuazione di un advisor per l’analisi comparativa delle due proposte indicando quella che meglio avrebbe soddisfatto l’interesse pubblico.


L’advisor ha completato il proprio mandato?
Non lo so. Presumo di sì, visti i tempi. Nessuno ci ha informato e le uniche notizie certe, peraltro apprese dai giornali, sono le lettere di dimissioni del direttore generale, dottoressa Elide Azzan, e del direttore sanitario Monica Rebora.


Secondo lei c’è un nesso tra le due cose?
Rispetto le argomentazioni addotte, e cioè che le dimissioni abbiano motivazioni personali. Non ho informazioni per dubitarne. Tuttavia, mi consenta di dire che auspico che venga escluso che possano derivare da motivi diversi, a maggior ragione se dipendessero da contrapposizioni con l’Assessorato regionale riguardanti le procedure del partenariato pubblico privato e le conclusioni, se ci sono, dell’advisor. Ma questo lo possono dire solo Azzan e l’assessore Icardi.


A questo punto si apre un altro problema, la tempistica.
Questa fase di stallo complica la situazione perché può far sorgere delle difficoltà sull’assegnazione delle risorse.


In che senso?
Ritengo che la cifra complessiva dei fondi Inail assegnata al Piemonte - causa il rincaro delle materie prime e dell’energia - non sia sufficiente e allora i 310 milioni previsti per Cuneo potrebbero esser destinati ad altri interventi. Sono congetture? Può darsi. Ma a questo punto come Centro per Cuneo ci faremo immediatamente parte attiva con l’Amministrazione comunale per ottenere tutti i chiarimenti del caso da parte dell’Assessorato regionale. L’incertezza non giova a nessuno e la tempistica per la costruzione dell’ospedale di Cuneo, che era dato come primo per la posa della prima pietra, rischia di perdere posizioni.


Tra poco si insedierà il commissario, dottor Livio Tranchida. Che si aspetta?
Ha ottime referenze, ma non lo conosco personalmente. Sarà certamente animato da una grande voglia di fare per districare la non semplice matassa che si è creata sul fronte nuovo ospedale. Molto dipenderà dagli “obiettivi di nomina” dettati dall’Assessorato.


Si sente di dire qualcosa alla dott.ssa Azzan?
Guardi, le dimissioni sono state un fulmine a ciel sereno. Nella conduzione dell’AO si è sempre rapportata con grande professionalità e collaborazione nei confronti dell’Amministrazione comunale. Per le esperienze maturate, sinceramente, non me la immagino in quiescenza. Paradossalmente non vorrei che altri lidi piemontesi si accaparrassero le sue competenze, magari per dirigere un’Azienda in procinto di costruire un nuovo ospedale.


Come vede il futuro dell’Azienda ospedaliera?
È vero che abbiamo subito qualche defezione di ottimi professionisti, ma il grado di attrattività del ‘Santa Croce e Carle’ rimane di alto livello e confido che lo sarà sempre di più. Certo è che il rallentamento degli screening e la dilatazione dei tempi di attesa per le visite ordinarie gravano enormemente sulla soddisfazione dell’utenza. Ma questo argomento non dipende da noi, ma da un sistema che andrebbe rivisto profondamente a cominciare dalla disponibilità di risorse che a livello nazionale vengono impiegate, e alla carenza di medici e infermieri: l’Italia impiega l’8,8% del PIL mentre la media europea si attesta sul 9,9%

Redazione

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