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Copertina | 03 marzo 2024, 00:00

Marco Gallo si candida in Regione: "La differenza nel fare"

Sindaco per due mandati a Busca, lascia in eredità una cittadina "più bella e vivibile"

Marco Gallo si candida in Regione: "La differenza nel fare"

Marco Gallo, odontoiatra e primo cittadino di Busca ormai al termine del secondo mandato, ha scelto di candidarsi al Consiglio della Regione Piemonte. Uomo di Azione, vicino al presidente Alberto Cirio, al quale è legato da un rapporto di grande stima, ha deciso di fare questo importante passo per mettere a disposizione della provincia Granda la sua lunga e apprezzata esperienza politica.

Busca, nei suoi vent'anni da amministratore, ha cambiato volto, diventando una cittadina vivace e attiva anche grazie al suo lavoro, apprezzato in modo trasversale dai suoi concittadini e dai colleghi amministratori, tanto da essere stato eletto presidente della conferenza dei sindaci dell'Asl Cn1.

Dottor Marco Gallo, com’è nata la passione per la politica?

"Tutto è cominciato con un giornalino. Avevo sedici anni e insieme con un gruppo di amici ho creato “TuttoBusca”, con il quale raccontavamo le piccole e grandi storie del paese. Grazie a quell’esperienza ho imparato a conoscerne da vicino pregi e difetti, ma soprattutto le potenzialità. Ed è cresciuta la voglia di impegnarmi per Busca. Così è diventato quasi naturale candidarmi a consigliere comunale. A 35 anni mi sono presentato alle elezioni comunali per la prima volta, chiamato dal futuro sindaco Luca Gosso a far parte della sua squadra; ho raccolto 290 preferenze e sono stato nominato assessore. Cinque anni dopo, con 456 preferenze, sono risultato il più votato e sono stato nominato vicesindaco. Gli ultimi dieci li ho passati alla guida del paese".

In tutto, vent’anni da amministratore di Busca. Qual è l’eredità che lascia?

"Una città più bella, più vivibile. In questi anni abbiamo dato forma ad alcuni progetti che davvero hanno contribuito a cambiare in meglio il volto di Busca. Innanzitutto il nuovo polo scolastico, pensato per unire scuola primaria e secondaria in un unico edificio. E’ stato un progetto sfidante, reso ancora più complicato dall’emergenza Covid prima e dall’impennata dei costi dopo, come effetto della guerra in Ucraina. Ma oggi Busca ha una struttura che è un piccolo gioiello, non solo dal punto di vista tecnologico. C’è anche un Open Education Space pensato per gli adolescenti, che si ispira al Rondò dei Talenti che la Crc ha aperto a Cuneo. E poi abbiamo raddoppiato il micronido, garantendo orari flessibili e tariffe agevolate. Senza dimenticare la Casa della Salute, lo Spazio Incontri Porta Santa Maria, la riqualificazione del centro storico. Ecco, credo, che in questi dieci anni io e la mia squadra, perché ho sempre condiviso tutte le scelte, siamo riusciti nell’impresa più difficile: non lasciare indietro nessuno".

Quali sono stati i momenti più difficili e quelli più entusiasmanti?

"In dieci anni abbiamo attraversato diversi momenti. Ma mi piace sottolineare un filo che ha legato, come un fil rouge, questo periodo al vertice del Comune: il volontariato. E’ una delle ricchezze di Busca. Abbiamo un’ottantina di associazioni che operano nei campi più disparati. E anch’io, forse sotto la spinta dell’esempio di mio padre che per più di vent’anni è stato il presidente della Casa di Riposo, ho investito molte energie in questo campo. Mi piace, in particolare, sottolineare l’essere stati all’avanguardia in Italia nell’uso dei defibrillatori. Abbiamo anticipato la legge nazionale. Nonostante il Covid, quasi mille cittadini hanno partecipato ai corsi di primo soccorso e abbiamo installato una ventina di apparecchiature Dae in diversi punti del paese facendo così di Busca una città cardioprotetta. Ricordo con piacere anche il progetto per trasformare la Strada dei cannoni in una nuova meta turistica insieme ad una notevole riqualificazione di tutto il territorio di Valmala, possibile grazie alla fusione del 2019. Un piano che abbiamo portato avanti come capofila, sperimentando nuovi modelli di unione tra comuni. Poi, ecco, se penso al turismo, dico che resta ancora molto da fare. Abbiamo pochi posti letto e anche i ristoranti scarseggiano. Ma è una vocazione da coltivare. Un primo passo lo abbiamo fatto con il progetto per rigenerare e valorizzare il distretto del commercio e del turismo che la Regione ha premiato, scegliendo di finanziarlo".

Perché ha scelto di candidarsi in Regione?

"Perché sono convinto di poter fare ancora molto per il mio territorio, da un posto diverso e con un raggio di azione più ampio. Non più solo Busca, ma l’intera provincia di Cuneo. D’altronde, il progetto intercomunale per la strada dei cannoni che ho citato, l’esperienza come presidente dell’assemblea dei sindaci dell’Asl Cn1 e la presidenza del Bim Valle Varaita mi hanno consentito di guardare oltre il mio comune. Conoscere da vicino le istanze di un territorio che deve trovare ascolto a Torino. Voglio essere per la mia provincia un interlocutore attento e presente".

Ecco, quale contributo pensa di poter dare per la provincia Granda?

"L’ho riassunto nello slogan "Il futuro in sei carte". La sanità innanzitutto, dove posso mettere a frutto anche la mia esperienza come operatore proprio nel campo della salute. Poi le infrastrutture, altro tema che mi sta a cuore e che rappresenta il tallone d’Achille della nostra provincia. Cito il Tenda come esempio lampante di quanto la Granda soffra nel campo dei collegamenti, stradali o ferroviari che siano. E poi la montagna, perché la nostra provincia è innanzitutto un’area alpina, con tante vallate. Senza dimenticare i giovani, il lavoro e la sostenibilità, un tema che i cambiamenti climatici impongono in cima all’agenda anche di una provincia come la nostra, un tempo terra delle acque e oggi alle prese con l’emergenza siccità in pieno inverno".

Lei correrà nella lista per Cirio. Qual è il suo rapporto con il presidente della Regione?

"Mi ha convinto l’approccio moderato, pragmatico e coerente che Cirio ha messo in campo nei primi cinque anni da governatore. E’ anche il mio modo di intendere l’amministrazione del bene pubblico. Un atteggiamento che consente di andare al di là degli steccati ideologici. Io sono iscritto ad Azione, ma sono innanzitutto un liberale moderato convinto di poter far vincere un modello nuovo: dare ai cittadini messaggi concreti, non promesse. Ecco, la differenza nel fare."

Barbara Simonelli

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