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Copertina | 24 marzo 2024, 00:00

Giuseppe De Lucia, il maestro pizzaiolo che onora Napoli con la sua arte

Ospite al Salotto delle Celebrità di Sanremo è un personaggio di spicco nel mondo Food: “La fame di arrivare mi ha portato lontano”

Giuseppe De Lucia, il maestro pizzaiolo che onora Napoli con la sua arte

Giuseppe De Lucia è nato il 1° gennaio 1982 a Napoli. Ha 42 anni e da sei è il titolare di Passione Pizza, nel centro storico della città di Cuneo dove con costanza, sacrificio e tanta passione è diventato una vera icona per la città e per il suo settore. Campione nazionale e pluripremiato in tutta Italia, il maestro pizzaiolo è ormai diventato un personaggio di spicco nel mondo della ristorazione. Tanto da essere stato invitato come ospite de “Il Salotto delle Celebrità” in occasione del Festival di Sanremo 2024.

A Sanremo ha fatto il vip. Per la prima volta è stato chiamato a raccontarsi come imprenditore e personaggio senza dover mettere le mani nella farina. Come si è trovato in mezzo a grandi star, attori, cantanti e celebrità del panorama nazionale e internazionale?

A Sanremo mi si è aperto un mondo. Ho stretto amicizie con personaggi della musica, della tv, del mondo dello spettacolo e del cinema partecipando a eventi e cene di gala. Sono andato a raccontare un po’ di me, e della mia grande passione. Ma ho anche riflettuto tanto. Non avrei mai immaginato di poter raggiungere questi traguardi, se mi volto indietro e vedo da dove sono partito... di sicuro nulla accade per caso. Il mio motto è 'devo, posso, voglio'.

Un vip tra i vip. Qualcuno verrà a trovarla a Cuneo?

Qualcuno verrà. Ci sono cose in ballo... E comunque sono persone come noi.

Non è che a Sanremo si è montato la testa?

Ci tengo a dire che Sanremo non mi ha cambiato. Appena tornato a casa mi sono messo a impastare, che è ciò che più mi rende felice.

Come è nata questa sua passione?

Tutto parte da un debito con Napoli, la mia città natale. La fame di arrivare, unita a grinta e rabbia, mi hanno fatto diventare chi sono ora, partendo da zero.

Giù ho fatto tanti lavori, dalla guardia giurata al muratore. Ho cugini pizzaioli e amavo la pizza ma non avevo mai fatto il pizzaiolo. La verità è che sono scappato da Napoli per dare un futuro alla mia famiglia. Sono partito una domenica di ottobre che avevo 23 anni, mia moglie Angela sposata da poco e un figlio, Filippo, di soli venti giorni.

Non volevo che mio figlio vivesse o affrontasse ciò che ho dovuto affrontare io. Sono cresciuto nel centro storico di Napoli vivendo tra i vicoli dei quartieri. Ho visto cose belle e cose brutte. Quelle belle le osservavo con un occhio mezzo aperto, quelle brutte con occhi spalancati. Io ho avuto la testa di non cadere e di tirarmi fuori da certi problemi. Quando ho conosciuto Angela, lei aveva 13 anni e io 18. Le feci una promessa: 'Appena diventi maggiorenne ti sposo e ce ne andiamo'. E così ho fatto. Siamo scappati lasciando tutto e senza salutare.

Come siete arrivati proprio a Cuneo?

Neanche sapevo dove stava Cuneo. Mia suocera viveva lì e l'abbiamo raggiunta. Lavorava in un locale. Siamo andati a salutarla sul posto di lavoro appena arrivati e lì ho scoperto che cercavano un aiuto pizzaiolo e tuttofare. È cominciato tutto così, quasi per caso. Però è anche vero che ho provato a lavorare in fabbrica due giorni e sono scappato.

Mi sentivo un traditore e un fuggitivo. Dovevo creare qualcosa di bello e dimostrare a me, alla mia famiglia e a Napoli che me ne ero andato per un motivo. Dovevo realizzarmi. E ci sono riuscito. Facendo prima una lunga gavetta come dipendente, dal 2005 al 2018, e poi finalmente ho aperto il mio locale e preso la mia strada. Allora avevo fame, oggi ho grinta di fare.

Dopo 18 anni però Napoli l'ha chiamata e premiata con l'Arcimboldo d'Oro. Si può dire che il debito è stato saldato?

Mi vengono i brividi quando ripenso a quella premiazione perchè, a distanza di tempo, proprio su quel palco ho raggiunto un'importante consapevolezza. Ho capito perchè, quando ho iniziato a fare le pizze, mi sono intestardito. Era come sentire vicino Napoli, come onorare la mia città. Ecco perchè non riesco a stare lontano dal forno.

Non era la prima volta che l’associazione de L’Arcimboldo d’Oro mi premiava, ma questa volta mi sono stato assegnati i famosi pennelli d’oro che valorizzano l’artista di settore per tutto il suo operato, la costanza, la conoscenza, la perseveranza nel dimostrare e trasmettere al mondo la nostra nobile arte, attraverso noi stessi. Sono addirittura stato premiato con l’assegnazione del massimo premio dei tre pennelli d’oro, ricevuti dai più grandi maestri al mondo che hanno fatto negli anni la storia della pizza nel mondo. Insomma, mi sono sentito spalla a spalla con quelli che erano i miei idoli da sempre, come Starita e Sorbillo.

Tornerebbe mai a Napoli?

No, mi è stato proposto di aprire lì una società ma ho rifiutato. Io dò tanto a Napoli nelle mie pizze. La onoro con le mie pizza. Mi ha fatto scappare ma è rimasta dentro di me. E resto fedele alle mie decisioni.

Nel suo locale c'è un'intera parete dedicata ai premi. Perchè, ad un certo punto, ha iniziato a partecipare ai concorsi?

Per mettermi in gioco e dimostrare qualcosa in più a chi mi sceglie. Chi si sente arrivato, si siede. La mia ambizione invece mi spinge sempre a migliorare.

Oltre al premio ricevuto a Napoli, ricordo sicuramente il primo: una gara disputata nel 2017 in un campionato nazionale tenuto a Firenze. Avevo pochissima esperienza in quei contesti e tanta paura di confrontarmi con persone abituate alle competizioni. Ero tra i più giovani ma sono riuscito ad arrivare sul podio, tra almeno una cinquantina di pizzaioli provenienti da tutta Italia, presentando alla Giuria la mia pizza Margherita che è quella che più mi rappresenta. È semplice ma racchiude la storia ed è simbolo della pizza napoletana nel mondo.
Poi ricordo il trofeo MSC Crociera, il primo organizzato tra le acque del mare, un campionato internazionale che ho vinto nel 2022.
Lo stesso anno ho partecipato e vinto il programma televisivo 'Pizza Talent Show' tenutosi a Roma negli studi televisivi di Alma TV dove, dopo essere stato selezionato tra migliaia di pizzaioli, sono stato incoronato miglior pizzaiolo e la mia pizzeria come migliore del Nord Italia.

Ha partecipato a una trentina di concorsi arrivando sempre primo, solo una volta secondo. Poi improvvisamente ha lasciato le gare. Perchè?

Ho smesso di gareggiare nel 2022. Nel mondo food ho riscontrato tanta invidia e gelosia. Ora i premi fanno vetrina e i miei clienti sono i miei giudici. Lo dico sempre a tutti quelli che entrano nel locale: 'Ditemelo alla fine, se ho meritato quello che è appeso. Vi sedete, mangiate e giudicate'. I premi sono il risultato della mia passione, ma sceglimi perché ti faccio mangiare bene e amo fare la pizza. Io devo tutto ai miei clienti e alla mia famiglia.

Lavoro e famiglia. Due valori che ha letteralmente tatuati sulla pelle...

Ho tatuato sul braccio sinistro il logo del mio locale Passione Pizza con il Vesuvio stilizzato. Poi i nomi dei miei figli Filippo e Alessia. La mia famiglia tiene in piedi la mia passione. Mia moglie Angela lavora nel locale e ha sposato il mio sogno. Filippo, che ha 18 anni, fa le pizze con me. Ha le mie mani, mi seguiva nelle gare quando neanche arrivava al bancone. Alessia ha solo 10 anni ma respira questo lavoro ogni giorno.

Due anni dopo l'apertura del suo locale, ha vissuto la drammatica esperienza del Covid. Cosa ha significato per lei?

Per lavoro ho pianto due volte. Lacrime di gioia quando ho aperto il mio locale e attaccato l'insegna io stesso. Dopo solo un anno ci hanno chiuso per il Covid e ho versato altre lacrime. Quelle però erano lacrime di rabbia. Ma devo dire che questa drammatica parentesi mi ha aiutato e caricato ancora di più. Mi ritengo fortunato rispetto a chi ha pianto parenti. Io ho deciso di investire su me stesso. Sono tornato ad aprire i libri, ho fatto tante esperienze formative, corsi, master, fino alla laurea in Scienze e tecniche dell’alimentazione. Sapevo che ce l'avrei fatta, ero ancora in debito con la mia città.

Qual è il suo rapporto con il lavoro?

Io lavoro per vivere ma non vivo per lavorare. Tengo troppo alla mia famiglia che è la mia priorità. Sto a casa nei giorni festivi, come Pasqua e Natale. Questo è un lavoro duro e si fa fatica a trovare giovani che vogliano mettersi in gioco. Eppure io ho tanta voglia di trasmettere la mia passione ai ragazzi. Il mio primo allievo è mio figlio. 

E le recensioni?

Le recensioni oggi si possono comprare. E quelle negative possono essere fatte da persone per screditare. Per rispetto ai clienti, io rispondo sempre a quelle negative e offensive. Chiaramente si può sbagliare. Una pizza che non è al 100% non dovrebbe essere servita. Le scuse sono d'obbligo e, quando si commette un errore, occorre sempre trovare un modo per farsi perdonare e far tornare il cliente. In cassa chiediamo sempre se è andato tutto bene. Le critiche sono utili, se vere e costruttive.

Nel suo menù ci sono una trentina di pizze. Non vedo quella all'ananas...

La pizza all'ananas non la farei mai, neanche per accontentare un cliente. Ho tante pizze buonissime realizzate con materie prime di qualità che arrivano al 90% da Napoli. La mia è una vera e propria pizzeria napoletana a 900 chilometri di distanza. Ogni tanto metto in sottofondo anche le canzoni napoletane, ma senza esagerare.

La sua pizza preferita?

Che domande. La Margherita, in omaggio alla Regina Margherita che venne in visita a Napoli nel 1889. Quattro gli ingredienti: pomodoro San Marzano, fior di latte di Agerola, basilico e olio evo.

Ho gareggiato venti volte con la Margherita e l'ho sempre portata sul primo gradino del podio. Provare per credere.

Cristina Mazzariello

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