Val Ridanna parla francese, ma tra gli azzurri Marco Barale è quello che lascia i segnali più solidi. Nella Sprint di IBU Cup dominata in modo perentorio dalla selezione transalpina, il biatleta cuneese chiude 16°, pagando caro un singolo episodio che gli nega l’ingresso nella top ten, ma confermando continuità e competitività sul piano tecnico.
La gara è stata segnata dalla prima vittoria in carriera di Damien Levet, impeccabile al tiro con uno zero su entrambi i poligoni, dettaglio decisivo in una prova caratterizzata da vento pressoché assente. Alle sue spalle si sono piazzati Valentin Lejeune e Antonin Guigonnat, con Gaetan Paturel quarto, a completare un dominio francese rafforzato anche dal sesto posto di Corentin Jacob. Tutti, a eccezione del vincitore, hanno però lasciato qualcosa al tiro: errori che hanno impedito di sfruttare una sciata spesso più brillante rispetto a quella di Levet.
In questo contesto si inserisce la prova di Marco Barale, autore di una gara ordinata e veloce. Il cuneese aveva costruito una prestazione solida fino all’ultimo poligono, quando l’errore sull’ultimo bersaglio della serie in piedi, mancato per pochi millimetri dopo una sequenza rapidissima da 19 secondi, ha compromesso il risultato finale. Un dettaglio che pesa, soprattutto considerando le condizioni ideali del poligono, che invitavano a osare. Senza quell’episodio, il piazzamento avrebbe potuto assumere tutt’altro peso.
Alle spalle di Barale, gli altri italiani hanno faticato a trovare continuità: Davide Compagnoni ha chiuso 23° con un errore, Daniele Cappellari 30° con un bersaglio mancato, Nicola Romanin 38° con tre errori, Cesare Lozza 57° con due errori nella serie in piedi, mentre Alex Perissutti è scivolato al 95° posto con cinque bersagli mancati.
















