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Saluzzese | 25 settembre 2013, 13:28

Tutto esaurito per Amunì nuovo spettacolo dei detenuti del carcere di Saluzzo da oggi in scena

Una storia di figli in attesa del padre diretta da Grazia Isoardi da oggi fino a sabato in carcere. Programmata una nuova data di spettacolo, il 12 ottobre con prenotazione obbligatoria.

I protagonisti di Amunì, spettacolo teatrale in scena da oggi al Carcere Morandi di Saluzzo

I protagonisti di Amunì, spettacolo teatrale in scena da oggi al Carcere Morandi di Saluzzo

Tutto esaurito per la prima di oggi 25 settembre  alle 18 e per le  tre repliche di "Amunì", il nuovo  spettacolo teatrale dei detenuti del carcere di Saluzzo  in scena fino a sabato 28 settembre.  Per consentire la visione ad altro pubblico è stata programmata  la data di sabato 12 ottobre, alle 14 con prenotazione obbligatoria da effettuare al numero: 0172-89893 o via  info@vocierranti.org.

“Amunì” vede interpreti  di una  storia di figli in attesa del padre 13 detenuti ospiti della Casa di Reclusione  Morandi diretti da Grazia Isoardi con le coreografie di Marco Mucaria. Lo spettacolo  è il risultato del percorso annuale dell’ attività di laboratorio in carcere con la Compagnia Voci Erranti onlus, giunta al decimo anno.

“Davanti a me vedo un gruppo di detenuti che si muovono in un grande spazio vuoto – descrive la regista -  Li osservo e vedo uomini nel pieno della vita, nell'età di essere padri.

Basta un gesto involontario o una parola uscita dal controllo e la visione cambia completamente, ora li vedo figli. Figli-padri, padri-bambini, figli difficili e padri assenti, figli senza padri non perchè orfani ma in quanto privi di padri autorevoli, testimoni delle responsabilità della vita. Ora vivono nell'attesa del ritorno alla libertà e nel frattempo, diventati loro stessi padri, attendono il ritorno del padre.

Questo è il punto di partenza di Amunì, ultimo  lavoro di Voci Erranti con i detenuti del carcere di Saluzzo in scena in questa storia di figli che attendono il ritorno del padre e, nell'attesa, attraverso i ricordi, ritornano a loro volta bambini per poi prendere consapevolezza della propria paternità.

E' passato il tempo del padre-padrone e del padre-eroe, ora viviamo la necessità di avere dei padri testimoni di come si possa trasmettere ai propri figli e alle nuove generazioni la speranza nell'avvenire, il senso dell'orizzonte. Forse esiste un'alternativa alla guerra tra generazioni e all'individualismo senza speranza che caratterizza le relazioni quotidiane.

Telemaco, il figlio di Ulisse, ha atteso il ritorno del padre, ha pregato affinchè si ristabilisse la Legge nella sua casa invasa dai Proci…ma oggi nessuno sembra più tornare dal mare anche se tutti abbiamo, almeno una volta, guardato l’orizzonte in attesa che qualcosa da lì tornasse per noi.

Con Davide Sannazzaro, responsabile dell'area educativa del carcere di Saluzzo, si scopre  attraverso le parole dei detenuti, quella che è stata la loro  esperienza nella costruzione dello spettacolo:

Stefano: Negli anni l'attività di laboratorio mi ha insegnato a vivermi, a vivere le mie emozioni. Il lavoro, il gioco, il movimento o il semplice esercizio di respirazione sono stati un modo per conoscermi. Oggi sono un uomo sereno. Quest'anno parliamo di padri e figli, di rapporti negati o assenti, di ruoli che si mescolano e si scambiano in un gioco surreale ma forse, proprio perchè surreale, molto vicino al vero. 

Luciano: E’ la mia prima esperienza di teatro e quando ho incontrato Grazia mi sono detto

"Questa è dura, vuole tirar fuori tutto di me". Ma non ho mollato ed ora che prepariamo lo spettacolo provo le emozioni di quando ero bambino…Recitare, che bello! Il teatro mi ha aiutato tanto moralmente e spero di imparare ancora.

Pablo: Secondo me in questo spettacolo c'è un po’ di tutti noi. Mi piace fare la parte di diventare padre perchè è un mio sogno, una cosa che da sempre ho desiderato e che fino adesso non è ancora accaduta. Mentre recito penso che un giorno succederà e intanto aspetto.

 Oscar: Questo spettacolo mi fa meditare molto, perchè tutti siamo figli e tutti vogliamo essere padri, ma si può essere dei bravi padri se non siamo stati dei bravi figli?

Lo spettacolo sottolinea Grazia Isoardi è stato realizzato, nonostante le difficoltà economiche che l'istituto penitenziario presenta, grazie alla volontà del Direttore Giorgio Leggieri, del Comandante e degli agenti di Polizia Penitenziaria,degli Educatori e, ancora, grazie al contributo della Compagnia di San Paolo di Torino.

"Amunì" sarà replicato nel mese di ottobre, su prenotazione per gli Istituti Scolastici, Associazioni e Centri Diurni interessati nell’ambito del progetto Scuola – Carcere

Prenotazioni obbligatorie all'Associazione Voci Erranti: tel. 0172-89893 - info@vocierranti.org cell.340.6703534

v.b.

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