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Al Direttore | 12 marzo 2013, 10:08

Questione Pirogassificatore: ci scrive un produttore internazionale per dare la sua versione

Questione Pirogassificatore: ci scrive un produttore internazionale per dare la sua versione

Il Pirogassificatore semplicemente non esiste. A parte l’incenerimento, esistono due processi per il trattamento a caldo dei rifiuti: la gassificazione o la pirolisi.
La Pirogassificazione potremmo definirla come un processo combinato di Pirolisi e di Gassificazione; in questo caso avremo due processi in cascata: cioé  né carne né pesce.
Alcuni costruttori si avventurano in descrizioni più o meno incomprensibili, forse con lo scopo di proporre un impianto praticamente obsoleto, ma con facciate innovative.
L'impianto di gassificazione ha una combustione lenta (basso consumo di aria rispetto all’incenerimento), ma necessita il camino/emissioni.
Quasi tutti i gassificatori in commercio vanno oltre i mille gradi nel punto di focolare, cosí  i gas di sintesi che producono sono di tipo misto. All’interno del reattore si formano syngas a 1.200°C,  a 1.000°C, a 800°C ed a 500°C. La gassificazione è una tecnologia più evoluta rispetto all’incenerimento.
L’impianto di Pirolisi non ha emissioni e produce prevalentemente  un olio denso(60%) che si forma a temperature tra i 300 e i 750°C. Quest’olio contiene catrami, residui carboniosi, anche quando si produce da biomasse. L’olio di pirolisi non sarà mai bio-olio, è un processo a metà strada tra il carbone ed il petrolio. Il petrolio deriva dalla legna/carbone, ma non è bio.
Per superare questa barriera bisogna fare una Pirolizzazione (scissione molecolare in camera stagna) oltre i 1.000°C., evitando così il camino/emissioni e la produzione di olio denso di pirolisi.
Il Pirogassificatore cosa dovrebbe essere? Un Gassificatore con il camino tappato, però così non brucia, quindi non è un gassificatore; allora dovrebbe essere un Pirolizzatore, ma il pirolizzatore produce prevalentemente gas condensabile, cioé olio di pirolisi e non syngas.
Morale, non possiamo essere contrari a qualcosa che non esiste oppure che viene definito con un termine improprio.
Ancora oggi diversi funzionari/tecnici fanno la grande confusione tra i gas di scarico (emissioni combuste) con il syngas che é un combustibile. Vengono cosí prese come riferimento norme che non hanno niente a che fare con il problema del momento.
Le regole per l'installazione dell'mpianto a metano (gas) sono ben diverse dalle regole sulle emissioni della caldaia (fumi, condense, particolato etc.
Dovrebbero partire dalle sedi istituzionali dei seri e precisi segnali almeno per chiamare ogni cosa con il proprio nome, senza furberie o eccezioni.
Le varie Associazioni ambientaliste (riconosciute e non) dovrebbero andare in soccorso del pubblico per chiarire e dare linee guida di riferimento. In pratica, parlando di ecologia, le stesse Associazioni arrivano a dare pareri anche "inquinanti": Striscioni e manifesti (vedi Cassola) con scritto "No al Pirogassificatore = Incenerimento". Bene il termine Piro è l’abbreviazioni di PIROLISI (Trattamento in camera stagna senza combustione e senza camino)  e non come viene fatto passare da alcuni addetti ai lavori: Piro = fuoco = incenerimento; stravolgendo quindi le informazioni al pubblico.
L’importante è diventato dire di no senza fare una vera cernita.
Quanti sanno che quando si producono 100 chili di rifiuto domestico si producono  a monte altri 100 chili di rifiuto industriale.  Il trattamento dei rifiuti industriali non puó chiudersi semplicemente con un ciclo a freddo, purtroppo! In questo scenario si possono portare i rifiuti a zero solo se si evita di mangiare e consumare.

C'è poi la grave lacuna legislativa che non definisce chiaramente le regole per essere a norma. Questo scoraggia gli investitori, perché anche un impianto autorizzato e funzionante potrebbe essere contestato e fermato a causa di una fantomatica denuncia.
Le conferenze dei servizi vengono indette secondo buon senso del funzionario e non secondo regole precise.  Un funzionario in buona fede può non ritenere opportuno invitare l'ASL, perchè l'attivitá non é insalubre.
Il funzionario ASL, sempre in buona fede, puó avere un pensiero diverso. Il risultato é che rischia sia il funzionario che non ha invitato l'Ente, che l'imprenditore totalmente ignaro di dove bisogna andare per trovare quello che deve cercare, ma non sa che cosa deve trovare.
Riflettiamo e cerchiamo soluzioni, non solo contestazioni.

Nicola Deiana
General manager di Pyromex Italia

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