Quanto influisce sulla qualità della vita di ciascuno di noi avere dei buoni vicini di casa? Credo tantissimo. Se la casa è il nostro ultimo rifugio dove ritrovare pace e serenità, allora bisogna sperare di essere tanto fortunati di avere dei vicini di casa perlomeno civili. Perché sono come i parenti. Ti capitano, non li puoi scegliere. Io sono stata fortunata. Qui a Cuneo vivo in un casetta a due piani, e andiamo d'amore e d'accordo. I vicini poi sono come i veri amici: li riconosci al momento del bisogno.
Quando tutto fila liscio, grandi saluti e sorrisoni e “se le la posso aiutare...” e “se le serve quella data cosa mi faccia sapere..”, poi alla prima perdita d'acqua che scrosta un millimetro di intonaco, la metamorfosi. La famiglia “Belli e Buoni” si trasforma in “Brutti e Cattivi”. La cattiveria atavica dell'uomo trova sempre il suo sbocco naturale nelle beghe condominiali. Stupidaggini risolvibilissime con un civile confronto verbale si trasformano in annuali cause civili, e a volte persino penali. Bazzicando in Tribunale per lavoro, mi è capitato di assistere a processi nati per motivi assurdi, che si trascinano avanti per anni, lasciando a volte degli strascichi terribili. Soprattutto nei condomini delle grandi città, i vicini possono essere di tre tipi. I simpatici, gli odiosi, gli sconosciuti.
Con i simpatici di solito si parte bene. Ci si scambia le torte, si tengono i bambini, e si può continuare così in sintonia per sempre. Ma bisogna comunque fare attenzione. Basta poco che i simpatici si trasformino in invadenti. Tipo quelli che sono sempre lì a suonarti il campanello perché ti vogliono invitare a casa loro o si invitano da soli a casa tua. Al che passano direttamente alla tipologia degli odiosi. Questi sono quelli che a casa loro si comportano come se il resto del condominio fosse disabitato. I loro bambini urlano e fanno rumore giorno e notte, i loro cani abbaiano di continuo e lasciano ricordini per le scale o sull'ascensore, e loro, i genitori, non si rendono conto di nulla.
La categoria dei vicini sconosciuti forse non è neanche la più negativa. Si fanno gli affari loro, non li vedi mai, non sono rumorosi. Certo, meglio non averne bisogno in caso di necessità: in questo caso ben vengano gli invadenti. Alcuni condomini sono poi tappezzati di cartelli intimidatori. Si prega di non fumare in ascensore. Si prega di chiudere il portone. Si prega di non lasciare l'auto in mezzo al cortile. Non lasciate i passeggini nell'androne. Cartelli così, che lasciano sempre il tempo che trovano. Ma che fanno star meglio chi li scrive, perché si sente automaticamente dalla parte di chi potrà poi far valere le proprie ragioni. Che si possono trasformare poi in dispetti crudeli. Tipica, la fiancata dell'auto rigata con le chiavi. Per arrivare a vere crudeltà come il boccone avvelenato per il gatto. I condomini sono dei microcosmi dove la coabitazione forzata estrapola tutto il peggio che un essere umano può dare.
Quindi bisogna veramente essere fortunatissimi e anche pazienti. Come senz'altro lo devono essere diventati coloro che nel nostro isolato hanno avuto la sfortuna di essere confinanti con quelli che abbiano ribattezzato i “Gridoni”. Una famiglia che non parla, urla. Cioè, il loro tono di voce è sempre altissimo, in qualsiasi momento della giornata. Con la figlia ragazzina che a cinquanta metri di casa urla alla madre di aprirle il portone. Con la madre che urla al figlio bambino di sbrigarsi a finire la colazione o urla al marito di trovarsi da solo i calzini che ha perso … (i mariti perdono sempre i calzini). Ma cosa ci si può fare con dei vicini così ? Cambiare casa. O appellarsi a Rosa e Olindo.