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Attualità | 06 luglio 2012, 16:00

La cassa di risparmio di Bra compie 170 anni

E' la più antica istituzione creditizia della provincia di Cuneo

Gennaio 2011, l'apertura della filiale di Cuneo

Gennaio 2011, l'apertura della filiale di Cuneo

Il 7 luglio 1842 il Primo Segretario di Stato per gli Affari Interni e Finanze sottoscriveva, d’ordine di Sua Maestà Carlo Alberto, il “Regolamento Organico” della Cassa di Risparmio di Bra, la più antica istituzione creditizia della provincia di Cuneo. È l’atto istitutivo della Cassa di Risparmio annessa al Monte di Pietà, sorto nel 1763 per iniziativa dell’Arciconfraternita della Misericordia, grazie alla cospicua donazione della damigella Giovanna Ottavia Operti, “mossa dalla divina provvidenza”. La prima sede fu quella del Monte, l’ex Casa Valfrè di Celle, adiacente al Palazzo di Città. Il Regolamento interno stabiliva anche i giorni e le modalità di apertura al pubblico: “la domenica mattina, dopo le funzioni religiose e previo consenso delle autorità ecclesiastiche, la Cassa sarà aperta sino a mezzogiorno per ricevere i depositi; il lunedì mattina, dalle dieci alle dodici è invece destinato ai prelevamenti”. Il primo presidente fu il conte Giuseppe Tomaso Brizio Falletti del Castellazzo, avo di quel Gianpaolo Brizio che dal 1990 al 1995 sarà Presidente della Regione Piemonte.

Nel 1846 la Cassa di Risparmio di Bra fu autorizzata ad esercitare in tutta l’allora Provincia d’Alba e, gradualmente, il Monte di Pietà venne assorbito dalla nuova istituzione; contribuì al finanziamento per la costruzione della linea ferroviaria Torino-Bra-Savona e il suo primo mutuo ad un Ente pubblico fuori Bra fu concesso al Comune di Barolo nel 1856 per l’importo di 3900 lire. A partire da allora i crediti a favore di enti locali aumentarono progressivamente e  ne beneficiarono municipi e opere pie, fra cui Fossano, Centallo oltre che moltissimi comuni del Roero, della Langa e dell’albese. A Bra i finanziamenti della banca permisero di avviare l’illuminazione a gas del centro cittadino.

Nello stesso periodo, la Cassa partecipò con propri capitali alla costituzione di uno nuovo ente creditizio locale la “Banca Braidese”, promossa da alcuni imprenditori per sostenere l’industria e il commercio mentre nel 1887 concesse un prestito determinante per la nascita della Cassa Rurale di Diano d’Alba. Nel 1893, in concomitanza con  una crisi economica e occupazionale, anche aggravata dalla guerra doganale con la Francia e dalla caduta del mercato della seta (che a Bra era stato floridissimo), la Cassa assunse a proprio carico il funzionamento di una “Cucina dei Poveri” destinata a fornire un pasto giornaliero a quanti  non avevano risorse sufficienti per sfamarsi. Tale istituzione rimase attiva fino all’ultimo dopoguerra.

La definitiva affermazione della Cassa avvenne attraverso una determinante azione a favore dell’ammodernamento delle infrastrutture pubbliche, con il sostegno di iniziative imprenditoriali, svariate opere sociali, assistenziali ed educative. Ricordiamo che la CrBra finanziò nel 1905 la realizzazione del Piano Regolatore di Bra, uno dei primi in Piemonte e nel 1915 la costruzione dell’acquedotto civico e la nascita dell’azienda municipale del gas.

Nel 1907 la Banca mise a disposizione un premio di ben 60.000 lire a chi avesse intrapreso una nuova attività manifatturiera: nacque un abitificio, tra le attuali via Verdi e Via Marconi che diede lavoro a 125 operai, quasi tutte donne, salito nel 1911 a 181. Dopo la grande guerra prestò denaro a tassi agevolati ai reduci, favorì la riconversione dell’apparato industriale e finanziò con 150.000 lire la “Cooperativa fra lavoranti conciapelli” per rilevare una delle più antiche e grandi  concerie.

La Banca nel 1934 iniziò la costruzione del nuovo palazzo di via Principi di Piemonte e nel 1940 aprì la sua prima filiale a Sommariva Perno. Diversamente da altre Casse cuneesi passò indenne il periodo fascista e divenne la principale protagonista della ripresa post-bellica che vide in Bra una significativa crescita industriale e commerciale. Negli anni cinquanta e sessanta la CrBra diventa il perno del sistema economico e sociale cittadino. Con gli utili derivanti dalla gestione bancaria vennero realizzati importanti opere: dal Palazzetto dello Sport alla Casa di Riposo Maria Goretti, dall’Istituto Salesiano al restauro di quasi tutte le chiese cittadine e del territorio.

La CrBra da Ente pubblico economico si trasformò in società per azioni all’inizio degli anni novanta quando la riforma delle Casse di Risparmio impose di distinguere fra impresa e istituzione benefica: nacque la Fondazione Cassa di Risparmio di Bra che diventò l’azionista di maggioranza della Banca perseguendo scopi di utilità sociale preminentemente nei settori dell’arte, dei beni culturali, dell’istruzione, della sanità e per l’assistenza delle categorie più deboli. L’acquisto della TAC all’Ospedale Santo Spirito, il restauro del Teatro Politeama, di Palazzo Mathis e della Zizzola nonchè il continuo sostegno alla Croce Rossa e alle altre associazioni di volontariato  sono solo alcune delle tantissime iniziative che la Fondazione ha sostenuto in questi anni, a testimonianza di una funzione oramai  insostituibile.

Nel 2012, con spirito nuovo, la Cassa di Risparmio di Bra, presente nelle provincie di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino si appresta ad entrare nel Gruppo Banca Popolare dell’Emilia Romagna, già socio dal 2006, per crescere ancor più forte in Piemonte, con l’opportunità di diversificare e completare l’offerta commerciale valorizzando ulteriormente il forte legame con il territorio di riferimento. (C.s.)

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