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Attualità | 11 ottobre 2013, 07:45

Asl CN1: nella gestione grandi obesi, vince il modello ambulatoriale di Ceva

Efficacia degli interventi e maggiore efficienza nella gestione dei percorsi. Risultati lusinghieri nell’analisi di un campione di 634 pazienti

Asl CN1: nella gestione grandi obesi, vince il modello ambulatoriale di Ceva

“Ceva è stato l’inizio del nostro processo di riorganizzazione, come modello a cui tendere per uniformare l’offerta su tutta l’Asl per certe specialità.” Gianni Bonelli, direttore generale della CN1 difende la scelta di riorganizzare, su base ambulatoriale, l’attività di diabetologia ed endocrinologia nell’area Cebana. E lo fa, nel giorno dell’Obesity Day,  con una conferenza stampa sul tema “Percorso del grande obeso, un anno di attività” non a caso convocata simbolicamente proprio qui.

I dati in nostro possesso documentano che abbiamo vinto una difficile scommessa, portando efficienza nella gestione di una certa tipologia di paziente, a parità di efficacia degli interventi. Al centro del nostro modello c’è il paziente, non la struttura.”

E in questa affermazione si ritrova in sintonia con il sindaco Alfredo Vizio che auspica “una struttura viva al servizio dei pazienti.”   

I dati di attività li illustrano Salvatore Endrio Oleandri, direttore della struttura di Diabetologia ed Endocrinologia della CN1 e la collega Olivia Segre: “Il percorso – spiegano – ha preso in considerazione Ceva e Mondovì come baricentro, ma l’azione si è sviluppata anche su altre sedi. Abbiamo condotto un confronto con l’evidenza scientifica sulle cure per l’obesità e la grande obesità. Il modello che abbiamo ereditato era basato sulla gestione del grande obeso in regime di   ricovero, seguito in genere dal posizionamento della cosiddetta bolla gastrica. Abbiamo cambiato il modello, sostituendo al ricovero un percorso di visite ambulatoriali plurispecialsitiche, con presa in carico del paziente da parte della diabetologia. Ad un anno di distanza possiamo ragionare sui risultati.

Il campione esaminato

Il 28% del campione considerato (634 pazienti di cui 227 provenienti da Ceva, 234 di Mondovì e 173 di Savigliano, un terzo di sesso maschile, con età media di circa 53 anni) proviene da esperienze precedenti. La metà dei casi esaminati è di età compresa tra i 30 e i 60 anni:  una popolazione attiva, nei cui confronti la cura ha anche un significato di riduzione dell’impatto economico sul sistema socio-sanitario; il 25% è affetto da obesità grave, uno su tre diabetico e una buona percentuale degli altri con un’alterazione del metabolismo glucidico. Il paziente è indirizzato all’ambulatorio dagli stessi specialisti dell’endocrinologia, dai medici di medicina generale, dall’ospedale o dal territorio. I grandi obesi presentano un indice di massa corporea superiore a 40 e necessitano di un’attenta anamnesi alimentare, con una dietoterapia personalizzata e un appoggio psicologico, indicazioni di esercizio fisico, una valutazione specialistica.

Il risultato misurato è significativo: un calo di peso medio di 13,7 chilogrammi al quarto controllo.

Il contenimento dei costi

Bonelli analizza i costi su un gruppo di 49 pazienti: in regime di ricovero, con il vecchio percorso, il costo medio si aggirava sui 5 mila euro, considerando il ricovero in Medicina, l’inserimento del “palloncino”, la riabilitazione. L’applicazione del nuovo modello, che risponde a maggiore appropriatezza, porta economie del 90%, con un costo medio di appena 450 euro, a parità di esito clinico. Complessivamente il costo scende da 244 mila euro a meno di 23 mila. Quindi: più efficienza, stessa efficacia (senza ospedalizzazione del paziente). 

Le opinioni

Stella della FAND (associazione diabetici) di Savigliano: “I nostri gruppi servono per non far sentire solo il diabetico. Anche il fitwalking che pratichiamo da una decina d’anni, si è dimostrata una pratica efficace dal punto di vista clinico e favorevole per il contatto umano.” Franca Acquarone, psicologa, sottolinea i problemi psicologici, effetto o causa del soprappeso: ansia, depressione, autostima bassa; Leonarda Rapisardi, psichiatra, l’importanza del trattamento delle patologie dei disturbi alimentari, per le quali cresce il numero dei casi e diminuisce l’età di esordio.

Finalmente si è dato peso al territorio”, chiosa il medico di famiglia Grosso. Intervengono anche il direttore del Distretto di Ceva, Giovanbattista Zammiello, il primario di Medicina Carlo Muzzulini e il responsabile della Fisiatria Carlo Biginelli.

C.S.

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