A Mondovì le tasse non aumentano

"Nel bilancio non vi è alcun incremento di natura tributaria/tariffaria: tutte le aliquote sono identiche a quelle in vigore fin dal 2014. In linea con quanto fatto negli ultimi anni abbiamo infatti mantenuto una politica di rigore, attraverso il contenimento della spesa, tagliando tutto ciò che non era indispensabile e ottimizzando il funzionamento della macchina comunale, mentre è proseguita e si è rafforzata ulteriormente l'attività di contrasto all'evasione dei tributi, nella consapevolezza che solo se tutti contribuiscono in relazione alla propria disponibilità e ai beni posseduti è possibile affermare i principi di equità fiscale che questa amministrazione intende perseguire".

Le parole dell'assessore comunale Mariangela Schellino non lasciano spazio a fraintendimenti: a Mondovì nell'anno in corso le tasse non aumenteranno. L'annuncio è arrivato durante la presentazione pubblica del bilancio previsionale 2016, promossa ogni anno dal Comune. Il documento sarà discusso nella seduta consiliare in programma lunedì 25 gennaio. "La proposta di bilancio che verrà presentata al Consiglio comunale - ha affermato l'assessore - è il frutto di una puntuale e precisa programmazione degli obiettivi, il cui conseguimento tuttavia permane in un quadro di assoluta incertezza, dovuta al fatto che ancora una volta i Comuni non hanno la benché minima sicurezza delle loro fonti d'entrata, a causa di provvedimenti normativi introdotti in modo spesso contradditorio dal Governo in questi anni e ancora nei più recenti provvedimenti. La situazione che ne deriva è incerta e confusa, con norme che mutano repentinamente e con un unico dato sempre costante: i continui tagli alle risorse degli enti locali".

Sui nuovi provvedimenti introdotti dalla Finanziaria, la Schellino ha espresso grande preoccupazione, poiché "a fronte dell'annuncio della soppressione della Tasi sulla prima casa, i Comuni ad oggi non hanno nessuna garanzia che tali minori entrate siano compensate totalmente. Anzi, i rigidi equilibri finanziari imposti dal Governo e l'impossibilità di incidere in meno o in più sulle imposte, di fatto legano le mani a qualsiasi amministrazione, i cui margini di manovra e di scelta divengono assai risicati. I sindaci sono relegati a semplici esattori per conto dello Stato, considerato che larghissima parte delle imposte che i cittadini versano non si fermano sul territorio, ma vanno a rimpinguare le spese incontrollate di Roma. Anche sul fronte degli investimenti, i vincoli di finanza pubblica, ulteriormente inaspriti, non consentono ai Comuni da sempre virtuosi come Mondovì di effettuare i maggiori investimenti di cui la città potrebbe beneficiare ricorrendo al credito. Il tanto sbandierato federalismo, che avrebbe dovuto consentire ai Comuni di avere autonomia nella determinazione delle imposte locali per poter disporre di una maggiore possibilità di scelta e conseguente determinazione di interventi a favore della qualità e quantità dei servizi e degli investimenti della città, è sostanzialmente scomparso".

Nonostante quanto premesso, il quadro che si delinea è in chiaroscuro: l'assessore, infatti, ha sottolineato come "il bilancio predisposto ci consente non solo di mantenere un buon livello di investimenti, ma in particolare di consolidare quei servizi che da sempre definiscono l'elevata qualità della vita della nostra città e tanto più necessari in un contesto di crisi economica con pesanti riflessi non soltanto sui ceti sociali più deboli. In particolare, si è prestata attenzione ad assicurare adeguati servizi a favore delle famiglie, degli anziani, dei disabili e dei giovani".