E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che tra il Pd cuneese e il sindaco Federico Borgna si ritrovi quel clima di serenità e collaborazione auspicato dal segretario regionale Davide Gariglio. Magari un’ intesa la si troverà pure perché nessuno vuole assumersi la responsabilità politica di lacerare ulteriormente il centrosinistra, ma se avverrà, sarà – come scrivemmo tempo fa – sulla base di un compromesso.
Detto in altri termini, se tra Manassero e Borgna si troverà un accordo, sarà pur sempre un matrimonio “forzato”, dettato da mere ragioni d’interesse. Probabilmente nemmeno “riparatore”, come le esigenze del centrosinistra piemontese richiederebbero per sanare il vulnus delle primarie 2012.
Non c’è infatti dibattito o intervento in cui queste non vengano rivissute come spettro e ciascuno le ripropone per richiamare responsabilità altrui.
In cinque anni la ferita non è stata rimarginata e quel lutto ancora fatica ad essere elaborato. L’ex vicesindaco Mauro Mantelli è tornato ad evocarle, ricordando come allora l’inflazione di candidature Pd (Giancarlo Boselli, Elio Rostagno e Patrizia Manassero, ndr) avesse spalancato la porta alla vittoria di Gigi Garelli.
A stretto giro di posta la senatrice Patrizia Manassero, sentendosi chiamata in causa, gli ha risposto sulla sua pagina Facebook.
“Io penso – scrive in un post la senatrice – che se nel 2012 facemmo l’errore di presentare tre candidature alle primarie questo avvenne perché eravamo senza regole interne e privi di decisioni puntuali. Considero la responsabilità politica collettiva; per tanti motivi – aggiunge – allora non volemmo o potemmo decidere, difficile quindi dire se solo il primo o il secondo o il terzo dei nostri candidati ne avevano diritto o responsabilità”.
L’assemblea cittadina del Pd dell’antivigilia di Natale – radicalizzando il ragionamento – ha deciso ancora una volta di non decidere. Del resto, non poteva essere diversamente. Se lo avesse fatto si sarebbe spaccata. Probabilmente l’avrebbe spuntata di misura l’ala che voleva l’investitura della Manassero “hic et nunc”, ma il prezzo sarebbe stato altissimo.
La richiesta di conferenza programmatica sottoscritta da 11 nomi “pesanti” è stato un documento politico finalizzato alla ricerca di un compromesso, per quanto questo sia difficile da raggiungere.
Ughetta Biancotto, Federico Cavallo, Rebecca Ghio, Marco Giraudo, Michela Giuggia, Mauro Mantelli, Attilio Martino, Flavio Martino, Simone Priola, Franco Revelli e Lido Riba non si sono opposti tout court alla candidatura a sindaco di Patrizia Manassero.
Anzi, hanno pure espresso nei suoi confronti stima ed apprezzamento, ma nei fatti, con quel loro documento, ne hanno stoppato l’ufficializzazione, cosa che invece auspicavano il segretario cittadino Graziano Lingua ed altri, a partire dall’ex sindaco Elio Rostagno.
A ben considerare, la chiosa di quel documento “Cari amici e compagni il nostro primo dovere è fare Politica! (scritto con la P maiuscola e col punto esclamativo finale) suona come un rimprovero alla segreteria cittadina di non aver posto in essere tutte quelle iniziative utili a riportare il Pd ad un ruolo di protagonista sulla scena politica cuneese.
Può anche darsi che succeda l’impossibile e che Manassero e Borgna, dopo aver fumato il calumet della pace, si facciano vedere a braccetto in via Roma, ma la politica di norma non è terreno di coltura adatto ai miracoli. Immaginare quindi che gli incontri delle delegazioni fissati in questi prossimi giorni sortiscano effetti straordinari è quanto meno illusorio.
“Non basta fare una analisi seria del mandato della giunta Borgna. Come da tempo chiedo nel partito è necessario, mettendosi dalla parte dei cittadini, capire - scrive in un post su Facebook l’ex consigliere Filippo Manti - la "percezione" che questi hanno dei risultati conseguiti dall'amministrazione uscente, unitamente alla volontà/capacità di fare opposizione da parte del Partito Democratico. E’ fondamentale che la candidatura della senatrice Patrizia Manassero, sia accompagnata contestualmente da idee guida progettuali, competitive e comprensibili rispetto alle proposte che l'amministrazione Borgna sta avanzando ai comitati di quartiere ed ai cittadini per i prossimi 5 anni. E non mi si dica che si vuole prendere tempo. Si tratta semplicemente di recuperare velocemente i ritardi accumulati.”
Tuttavia, a voler essere realisti – a prescindere da conferenze programmatiche tutte ancora da definire e dai risultati che dovessero eventualmente derivare dagli incontri delle delegazioni – appare evidente a tutti che la partita è nelle mani di Patrizia Manassero e, in parte, in quelle del segretario cittadino Graziano Lingua.
Sono loro in ultima analisi che devono stabilire se – come recita il sacro testo del Qoelet - “questo è il tempo degli abbracci o quello in cui astenersi dagli abbracci”.













