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Politica | 12 novembre 2019, 08:33

Fossano: 200 adesioni alla prima uscita di Cantiere Civile

Il primo incontro si è tenuto sabato 9 novembre alla bocciofila "Autonomi", con una tavola rotonda tra amministratori di Cuneo, Saluzzo e Savigliano

Fossano: 200 adesioni alla prima uscita di Cantiere Civile

Grande partecipazione al primo incontro fossanese di Cantiere Civile. Il progetto, nato da alcuni candidati della coalizione a sostegno di Paolo Cortese - uscita sconfitta dalle scorse amministrative - ha come obiettivo la creazione di un “laboratorio di cittadinanza” aperto a tutte le realtà democratico-progressiste della Provincia di Cuneo.

Tra i primi aderenti, un’ampia fetta è rappresentata da giovani, tra cui quelli di Volt, “movimento politico paneuropeo” attivo a Fossano da qualche mese.

Il format della serata “Una festa per fare rete”, tenutasi sabato 9 novembre presso la bocciofila “Autonomi”, ha visto in avvio una tavola rotonda tra amministratori di Cuneo, Saluzzo e Savigliano. Assente giustificato il primo cittadino di Saluzzo Mauro Calderoni, impegnato a seguire da vicino la vicenda Mahle. Al suo posto è intervenuto Andrea Momberto, Assessore alla promozione locale e territoriale, politiche di partecipazione e sviluppo di comunità.

A introdurre il dibattito Andrea Silvestro (28 anni, giornalista pubblicista ed educatore professionale), tra i fondatori di Cantiere Civile. Tra gli obiettivi del Cantiere, Silvestro ha sottolineato l’importanza di allargare il campo progressista non solo a formazioni già esistenti, bensì a tutta quella militanza disinteressata presente nella nostra provincia: “Un patrimonio di persone – spiega - che attualmente non si riconoscono in partiti, ma che al contempo rifiutano il decadimento del dibattito pubblico. È innanzitutto a loro che ci vogliamo rivolgere, per intavolare un discorso che abbia come comune denominatore un insieme di valori non negoziabili. Per farlo ci armeremo di una sconfinata pazienza, ingrediente necessario ad una seria analisi dei problemi che sappia tener conto dei vari punti di vista”.

Successivamente spazio agli amministratori moderati da Rosita Serra, consigliera provinciale e referente delle Democratiche in provincia. Il primo ad intervenire è stato il sindaco di Cuneo Federico Borgna, chiamato in causa sul tema della vivibilità cittadina.

Ritengo che ‘politica’ – chiarisce Borgna - sia rendere una città più vivibile per tutti, salvaguardando in primis l’ambiente e l’inclusione delle fasce più deboli. Personalmente devo riconoscere che il percorso l’ho trovato già iniziato. Tutto nacque dal Piano Strategico del 2006: una grande esperienza di coinvolgimento, caratterizzato da una visione lunga e che in quanto tale ci ha consentito di procedere alla restituzione di aree fruibili alla comunità. Per il centro storico si trattò di scegliere una destinazione; noi optammo per la città della cultura e del sapere. Una volta deciso, arrivarono a cascata le scelte successive sulla sede universitaria, il museo civico e, nel 2012, la destinazione del Foro Boario: un’area che prima veniva vista come degradata e dedita allo spaccio. Infine la pedonalizzazione di via Roma. Un processo molto complicato (il primo incontro fu una sorta di corrida), ma che abbiamo governato. E poi, ancora, il Parco Fluviale, la mobilità sostenibile e accessibile, un parco urbano… Senza dimenticare le future generazioni, perché una politica serie deve guardare anche a chi i diritti ancora non li ha”.

Secondo intervento su “Cultura e turismo” affidato al sindaco di Savigliano Giulio Ambroggio: “La nostra città è ricca di iniziative culturali – esordisce il primo cittadino - , ma andrebbero coordinate meglio. All’apposita consulta siedono 50 associazioni: un numero spropositato per Savigliano! Farle dialogare in modo efficace è il primo problema. Il secondo è che, su 20 mila abitanti, solo una piccola parte partecipa agli eventi. La vera sfida è allargare il pubblico. Infine il grosso interrogativo è: come finanziare la cultura? Una strada, quella di tagliare su altre voci impellenti, non la riteniamo percorribile. Men che meno quella legata ai finanziatori privati, dato i grandi colossi a Savigliano non sembrano essere interessati. Rimangono quindi le sole fondazioni, un serbatoio insostituibile ma non sempre sufficiente. Di qui l’esigenza di fare rete con altri territori. Lo stesso discorso vale per il turismo. Non essendo città turistica, Savigliano deve inserirsi strategicamente nei pacchetti proposti da altre realtà, ritagliandosi uno spazio peculiare all’interno di mete e manifestazioni di più ampio respiro. Occorre da una parte intensificare il lavoro con soggetti come Atl e Artea; dall’altra ideare nuovi metodi per raccontarci meglio al mondo esterno, sfruttando le potenzialità dei social network”.

Chiude gli interventi l’assessore saluzzese Andrea Momberto, interpellato sul binomio “migrazione e lavoro”, tema scottante nelle zone del marchesato. “Da circa una decina d’anni – ripercorre Momberto - , la campagna saluzzese è meta di una manodopera di origine subsahariana. Nello specifico, a Saluzzo arrivano ogni anno circa 800 persone: su una popolazione di 18 mila abitanti, il loro impatto non è trascurabile. Per quanto rappresentino una risorsa per l’economia saluzzese, la mancanza di normative a livello nazionale crea diversi problemi, in primis quello dell’alloggiamento. Fino a un po’ di tempo fa, il meccanismo dei flussi concordati semplificava le cose: le aziende comunicavano il numero di lavoratori richiesti, dopodiché si attrezzavano per l’accoglienza. Tale meccanismo oggi non funziona più. Abbiamo infatti a che fare con persone che, avendo espletato tutta la trafila presso i centri d’accoglienza, sono già presenti sul territorio. E che in quanto tali vanno direttamente a bussare alla porta del datore di lavoro. Alcuni non riescono a trovare un’occupazione, altri sì ma per un periodo limitato. Questo ha portato alla creazione di una situazione indecorosa, con centinaia di individui costretti a stazionare in mezzo alla strada. Nonostante mille tensioni e polemiche, e con l’assenza di aiuti concreti da parte dei piani alti competenti, abbiamo cercato di affrontare in modo serio il problema. Di qui la decisione di rilevare la proprietà di un’ex-caserma e di adibirla a dormitorio per quasi 400 stagionali; un edificio che abbiamo dotato di tutti i servizi atti a garantire un’accoglienza dignitosa ai lavoratori. Una soluzione frutto di diversi tavoli tra Comune, Caritas, sindacati, e terzo settore. Soggetti portatori di interessi diversi (pensate a Coldiretti e CIGL!), il cui dialogo non è stato facile. Nonostante il vento leghista soffiasse forte, strumentalizzando il problema con polemiche e slogan a non finire, i cittadini hanno premiato il nostro sforzo concreto, riconfermandoci alla guida della città. Resta tuttavia una situazione complessa, ricca di nodi irrisolti. Il primo è relativo al sistema di accoglienza diffusa, la quale andrebbe potenziata: molti braccianti lavorano nei comuni limitrofi, Saluzzo non può accollarsi la gestione dell’intero fenomeno. Il secondo, più strutturale, riguarda un vuoto normativo che si traduce in un’assenza di pianificazione. Per semplificare le cose sarebbe utile l’istituzione di un portale, facilmente accessibile, atto far incontrare domanda e offerta di lavoro”.

In seguito ai tre interventi, ha preso nuovamente la parola il sindaco Borgna, incalzato sulla spinosa questione della Provincia (di cui è presidente dal 2014): “Una situazione figlia di una debolezza politica – sostiene Borgna - , la cui unica ricaduta positiva sta nell’aver fatto dialogare maggiormente i 247 Comuni. Resta il grande limite dei finanziamenti, oggetto di tagli devastanti e progressivi. E di una redistribuzione iniqua delle risorse. Di qui la richiesta, da parte di tutti i comuni, di cambiare le regole”.

La tavola rotonda si è chiusa con gli interventi a margine di Giacomo Vissio (30 anni, ingegnere) di Volt Fossano, che ha spiegato l’importanza di affrontare il discorso in chiave europeista e del senatore Pd Mino Taricco, che ha lodato l’iniziativa di Cantiere Civile sottolineando l’importanza di fare rete tra forze progressiste in un momento delicato per la sinistra italiana.

Presenti tra il pubblico anche alcuni giovani di “FuturAlba”, nuovo soggetto nato da alcuni ex candidati alle ultime amministrative albesi. Un soggetto con cui Cantiere Civile intende collaborare ad iniziative future.

Finiti gli interventi, la serata è proseguita in una dimensione più conviviale, con oltre 200 persone che hanno partecipato alla cena servita dalla bocciofila “Autonomi”.

Infine, chiusura musicale sulle note dell’artista fossanese Andrea Trapanotto, in arte Andrea Tejada.

Un format – chiariscono gli organizzatori – pensato per riappropriarsi della portata politica di momenti più distesi stile vecchie ‘feste dell’Unità’, per unire ai contenuti il piacere di stare insieme davanti a cibo e musica: di qualità e del territorio”.

Chi fosse interessato a far parte e/o restare aggiornato alle iniziative di Cantiere Civile, può farlo seguendo i profili Facebook e Instagram, oppure scrivendo una mail a cantierecivile@gmail.com.

comunicato stampa

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