“La crisi pandemica ha reso ancora più evidente del normale che le famiglie benestanti possono vantare strumenti più ampi ed efficaci per seguire il percorso educativo dei loro ragazzi rispetto a quelle meno fortunate. Non possiamo rassegnarci a questa lettura e io, personalmente, non mi associo a questa idea di comunità: ne preferisco una più inclusiva, specie rispetto alle tematiche scolastiche”.
È perentorio il consigliere comunale di Cuneo Simone Priola (Partito Democratico) nello stigmatizzare le criticità dimostrate dal settore scolastico – nel senso lato del termine – a seguito dell’avvento della pandemia da Covid-19.
Nella serata di lunedì 26 aprile Priola ha presentato un ordine del giorno condiviso da Partito Democratico, Crescere Insieme, Cuneo Solidale Democratica, Centro per Cuneo e Gruppo Misto di Maggioranza, che prende le mosse dai tanti disagi dal punto di vista scolastico che hanno portato i periodi di maggior recrudescenza del virus (tra di essi, l’aumentare del fenomeno di abbandono scolastico e la diseguaglianza educativa): nel documento si chiede alla giunta di farsi carico di un piano per il contrasto di questi due fenomeni, realizzando una vera e propria rete e fornendola delle risorse economiche e di personale utili a lanciare queste attività di contrasto.
“Credo sia necessario superare il concetto di tifoseria che ha caratterizzato il dibattito rispetto alla dicotomia DaD/Didattica in presenza – ha sottolineato Priola - . Il diritto allo studio in questo ultimo anno è stato sottoscritto soltanto tramite la DaD, uno strumento che non deve essere valutato come positivo o negativo a prescindere ma soltanto come uno strumento in sé, perché così si perde il punto di vista di base sulla tematica, quello dei ragazzi e dei giovani che hanno visto negli ultimi mesi l’aumento e l’inasprimento di situazioni di criticità e disuguaglianza che, nel lungo tempo, potrebbero mettere a rischio la loro carriera scolastica”.
Priola ha anche portato al consiglio comunale i dati CENSIS relativi proprio a questo disagio, che contano – a livello nazionale – oltre tre milioni di minori a rischio povertà assoluta, 800.000 studenti di origine straniera e 259.000 affetti da disabilità. E, infine, una percentuale del 41% che vive in un’abitazione sovraffollata e certo disagiante dal punto di vista della DaD.
“Davanti a queste difficoltà credo si debba tenere conto della dimensione specifica della cittadinanza – ha aggiunto Priola - ; le disuguaglianze esistevano prima della DaD e del Covid, dobbiamo guardare oltre l’emergenza più stretta e prenderci la responsabilità di affrontare la questione e immaginare una scuola meno arroccata sul conservatorismo”.
L’ordine del giorno è stato conseguente approvato con 30 voti favorevoli e un’astensione.
- IL DIBATTITO TRA I CONSIGLIERI
Se, in linea generale, tutti i consiglieri intervenuti hanno espresso sostegno concettuale all’ordine del giorno, non sono mancati gli spunti di discussione.
Non dalle forze di maggioranza, però. “Finita l’emergenza bisogna migliorare non solo gli strumenti messi in campo, ma anche l’atteggiamento rispetto alla tematica – ha detto Tiziana Revelli - . Il cambiamento deve diventare strutturale, così come il sostegno alla rete che si prefigge di combattere l’allontanamento scolastico. I nostri giovani dobbiamo recuperarli tutti, investire su un capitale umano futuro che è e sarà assolutamente essenziale, prima di tutto aiutando le famiglie ad affrontare il processo d’innovazione digitale”.
“L’unica soluzione possibile per combattere e prevenire questi tipi di disagio è proiettarsi in un contesto in cui la scuola non abbia più da chiudere – ha aggiunto Maria Laura Risso - , perché l’unico sentiero percorribile per combattere questi disagi è quello della scuola in presenza. Davanti alla situazione emergenziale abbiamo dovuto fare una scelta certamente radicale, ma ora serve avere il coraggio di imporsi: a scuola a tutti costi, sempre”.
Più critici, invece, i consiglieri di minoranza. Nello Fierro ha sottolineato la propria vicinanza rispetto a una parte delle frustrazioni dei genitori scesi in piazza nel corso delle settimane passate: “I ragazzi hanno perso due anni interi di scuola e relazioni umane, è evidente che il sistema scuola non abbia funzionato al meglio. Si è ampliata, in questi anni, la differenza tra chi ha tanto e chi ha sempre meno, e la parola chiave che ci fa condividere l’ordine del giorno è il legame tra educazione e diseguaglianze: la bilancia deve essere equilibrata con l’intervento dell’ente pubblico ma serve poi che gli impegni che verranno presi vengano corrisposti”.
“Il paradigma attuale si può cambiare, ma non senza coinvolgere in senso ampio tutti gli attori coinvolti nel sistema scolastico, recuperando una concezione “umanistica” della scuola invece di perseguire quella “produttivistica” - ha aggiunto Ugo Sturlese - . Certo è che, in un paese in cui in condizione d’emergenza la prima cosa che si pensa di tagliare è la scuola in presenza, mi pare le prospettive e le speranze possano essere un po’ scarse”.
“Convengo con i principi generali dell’ordine del giorno, che sono sacrosanti, ma non con l’impostazione – ha sottolineato Maria-Luisa Martello - : i dati portati da Priola sono nazionali, ma da sempre i risultati regionali a livello scolastico sono profondamente diversi, e il Piemonte è una regione in cui la dispersione scolastica emerge in maniera meno grave. Sacrosanto anche il dovere d’intervenire da parte dell’amministrazione, ma bisogna vedere come fare. Il tema della disuguaglianza arriva da lontano, serve conoscere per affrontarlo con sistematicità e metodo”.
L’intervento di “Beppe” Lauria, infine, ha sottolineato la sua contrarietà alla DaD: “Francamente non riesco a considerarla come uno strumento utile o da continuare a sviluppare, ancorché credo sarà necessario farlo. La considero invece il fallimento di una certa politica scolastica, e mi schiero dalla parte degli insegnanti e degli alunni che hanno lungamente protestato per il ritorno della scuola in presenza. Voterò l’ordine del giorno, quindi, anche se faccio fatica a ritrovarmi nelle modalità con cui la richiesta è stata espressa: nel corso dei decenni la scuola è stata relegata a ruota di scorta delle politiche del nostro paese, sino a oggi, dove abbiamo toccato davvero il fondo”.










