Convincere gli ultra60enni che ancora non si sono vaccinati a mettersi in sicurezza. E’ questo l’ultimo obiettivo dichiarato della campagna vaccinale che l’Asl Cn2 ha avviato lo scorso 27 dicembre e che ora, grazie a forniture finalmente adeguate, procede con numeri importanti: una media di 1.500 dosi al giorno, con picchi che, soprattutto nei fine settimana, quando sono attivi gli hub territoriali operativi grazie ai volontari, arrivano anche a 2.500 unità.
Una potenza di fuoco che ha portato l’azienda sanitaria di Langhe e Roero a superare il traguardo del 60% di una popolazione vaccinabile che conta 146mila persone. Oltre 86mila quelle che hanno già ricevuto almeno la prima dose, e questo mentre i letti occupati nel reparto Covid di Verduno si sono ridotti a una manciata (5 quelli che vi si contavano ieri l’altro, martedì 22 giugno).
Un quadro che volge al positivo, insomma, ma c’è ancora qualche ostacolo da superare. E uno di questi, che accomuna la Granda a tutto il Piemonte, riguarda la ritrosia con la quale una fetta di ultra60enni ha finora guardato alla possibilità di vaccinarsi.
"Quello di raggiungerli è un obiettivo di tutta la regione – spiega il direttore dell’azienda sanitaria Massimo Veglio -, un proposito tanto più importante se si considera che parliamo di una fascia di età compresa tra quelle più a rischio. Nella nostra Asl questa esigenza riguarda meno di 500 ultra80enni, tra i 1.500 e i 2.500 ultra70enni e oltre 2.500 persone con più di 70 anni. Il fatto che si tratti delle età più suscettibili di possibili conseguenze dalla malattia ci impone di fare uno sforzo per cercare di raggiungere queste persone, dialogare con loro e sensibilizzarle rispetto all’opportunità di approfittare della sicurezza che il vaccino garantisce. La campagna in corso ormai da sei mesi sta dando un fondamentale contributo alla normalizzazione della situazione ospedaliera. E’ importante proseguire su questa strada, con attenzione a chi in ospedale rischierebbe di finirci, nell’ipotesi di un ritorno dei contagi".
Da qui le specifiche iniziative che l’Asl sta mettendo in campo per cercare di convincere quanti non hanno ancora ritenuto di accedere alla vaccinazione. Un primo fronte chiama in causa i medici di medicina generale, cui l’Asl ha chiesto di contattare singolarmente tutti i loro assistiti di questa fascia d’età che non risultino ancora prenotati per l’inoculazione. "Ogni medico di famiglia ne ha alcune decine – spiega ancora Veglio –. Abbiamo chiesto la loro collaborazione per arrivare a capire le ragioni di questa ritrosia e cercare al contempo di sensibilizzare i i singoli rispetto all’opportunità di fare questo passo, per la loro sicurezza personale prima ancora che per senso civico".
Il secondo fronte d’azione è invece quello di specifici "open day", sessioni di vaccinazione riservate espressamente agli over 60, che potranno presentarvisi anche in accesso diretto, senza bisogno di prenotarsi. "Organizzeremo presto appuntamenti di questo tipo – aggiunge Veglio –, come fatto nelle scorse settimane per i più giovani, con la volontà di potenziare ancora di più una campagna che ora sta finalmente procedendo bene, ma che per raggiungere i suoi obiettivi deve riuscire a raggiungere e coprire in modo adeguato quanti rischierebbero serie conseguenze in caso di una recrudescenza della pandemia".
In Breve
domenica 24 settembre
sabato 23 settembre