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Attualità | 13 febbraio 2023, 13:32

Non solo una provocazione: il Budego di Alba non trova personale e lo scrive in vetrina

Non nuovo a queste iniziative, il titolare evidenzia un problema che riguarda tanti settori, in particolare quello della somministrazione e ristorazione. In molti rifiutano perché non vogliono un contratto

Non solo una provocazione: il Budego di Alba non trova personale e lo scrive in vetrina

Comparsa una quindicina di giorni fa, è stata cancellata proprio questa mattina la scritta sulla vetrina della nota Focacceria Il Budego, nella centralissima e signorile via Cavour ad Alba. Rimbalzata in rete, è finita anche sul profilo Instagram welcometofavelas_4k, irriverente media seguito da 747mila persone.

Il titolare Gian Carlo Arthemalle, genovese doc da più di trent'anni residente nella Città delle cento torri, è noto per usare la vetrina come lavagna, dalla quale  lanciare provocazioni e messaggi per far riflettere passanti e turisti.

Abituato alla visibilità mediatica, ha colpito nel segno anche questa volta, sollevando una questione che riguarda tantissime attività e aziende: la difficoltà nel trovare personale. 

Il suo ultimo messaggio in vetrina, infatti, è a tutti gli effetti un appello: da tempo, ormai, cerca un o una dipendente. Propone un contratto, assume regolarmente. Ma non basta, anzi. Proprio la regolarità sembra essere tra i motivi per i quali non trovare personale.

Un problema che tocca tutti i settori, nessuno escluso. Ma è quello della somministrazione a soffrire di più, particolarmente colpito dalla pandemia e dalle sue conseguenze.

"Non trovo personale, sto cercando di contattare delle persone, riorganizzare il team - spiega. Adesso sono praticamente da solo. Prima del Covid eravamo in quattro, io e altre tre persone. Di recente ho avuto una dipendente cinese, bravissima, ma è andata via perché ha trovato un altro impiego. Nel frattempo ho provato altre persone, ma non sono formate e non imparano, oppure hanno delle pretese assurde, quasi si aspettassero di lavorare in un ristorante stellato. Senza contare che in molti rifiutano perché vogliono lavorare in nero. Sono stagionali, prendono la disoccupazione e non vogliono un contratto. Non so quanto potrò reggere, sabato ho lavorato dalle 3 del mattino alle 21. Adesso ho una studentessa che sta in negozio la mattina, ma solo per un mese. Poi viene una donna per le pulizie serali, ma ho bisogno di una persona su cui fare affidamento".

Arthemalle ammette di avere un carattere non facile. "Pretendo, non è semplice lavorare con me. Ma pago tutto, anche gli straordinari. Non ho problemi ad assumere stranieri, eppure non basta. Credo che si debba aprire una riflessione seria, perché il problema è grave e parte dalle scuole, che non formano i ragazzi ad affrontare il mondo del lavoro", conclude con amarezza.

Barbara Simonelli

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