Nessuno si salva da solo. Perché il problema è di tutti, nessuno escluso. Infrastrutturale e gestionale, ma questo è noto da sempre in provincia di Cuneo. Se si aggiunge il fatto che piove meno e fa sempre più caldo, si arriva alla mancanza di acqua. C'è sempre meno oro blu e, peggio, non viene conservato e salvaguardato.
Il Piemonte è la regione più arida d'Europa. E il sud del Piemonte, la Granda, è la parte più arida della regione più arida d'Europa.
Di questo si è parlato oggi, a Cuneo, presso il Centro Incontri della Provincia di Cuneo, nel corso del convegno L'acqua: una risorsa per il territorio cuneese
All'incontro, organizzato a seguito del progetto transfrontaliero Alpimed Clima, sono intervenuti i rappresentati delle istituzioni, dal presidente della Camera di Commercio Mauro Gola, ente che ha organizzato l'evento, al presidente della Provincia Luca Robaldo alla sindaca di Cuneo Patrizia Manassero fino al presidente della Fondazione CRC Ezio Raviola.
Da tutti è stato evidenziato che un problema che riguarda tutti, dalla popolazione al mondo produttivo, imprenditoriale e agricolo, possa essere affrontato solo in maniera condivisa, unendo le forze e coordinandosi sugli obiettivi.
I dati sono ormai acclarati: abbiamo perso il 19% della disponibilità idrica, eppure ne consumiamo di più. L'85% dell'utilizzo non è per uso idropotabile, ma agricolo e produttivo. E la rete italiana, vecchissima, disperde il 42% della risorsa. Non solo, la spesa per la manutenzione della rete idrica, nel nostro Paese, è la metà di quella degli altri Paesi europei.
L'intervento di apertura del dibattito è stato quello di Davide Poggi (Professore Dipartimento di Ingegneria dell'Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture Politecnico di Torino) sul tema Cambiamento climatico e disponibilità idrica.
"Stiamo vivendo due anni eccezionali - ha detto Poggi presentando lo studio fatto sulo Stura a Fossano -. Se l'anno prossimo avremo un anno piovoso, ce ne dimenticheremo. Ma dal 2050 non avere acqua sarà la normalità. Il problema non è la pioggia, ma le temperature e la mancanza di neve, la nostra vera riserva".
Ed è proprio l'aumento delle temperature a causare lo scioglimento anticipato della neve, che arriverà ai fiumi fino ad un mese e mezzo prima della norma, con conseguenze sul comparto agricolo e sul suo fabbisogno.
"Dobbiamo fare qualcosa - ha concluso. Perché ci verranno a mancare tra i 10 e i 40 milioni di metri cubi d'acqua. Un terzo di quella che ci serve".
Alcuni ci dicono che acerbò più acqua ma che vedremo passare l’acqua per lo scioglimento nivale anche un mese e mezzo prima
Dal territorio e dalle istituzioni la consapevolezza che sia necessario sensibilizzare maggiormente sul problema. "Il problema", lo ha definito il presidente Luca Robaldo.
La Fondazione CRC investirà molte risorse e progettualità proprio per i bandi sull'acqua, come quello attuale, rivolto alle pubbliche amministrazioni e finalizzato a finanziare la realizzazione di interventi sul tessuto urbanistico, su edifici e impianti che possano migliorare la gestione dell’acqua e contribuire all’adattamento del territorio ai cambiamenti climatici.
Sarà probabilmente quella degli invasi diffusi una delle strade sulle quali il territorio punta a convergere, con la Camera di Commercio a fare da cabina di regia e a raccordare le varie istanze, da quelle del mondo agricolo, che chiede di mettere mano anche alla parcellizzione dei consorzi irrigui, a quello del mondo imprenditoriale, per cui la crisi idrica è un problema reale e altrettanto urgente quanto lo è per l'agricoltura.
Pochi lo sanno, ma per rinfrescare i data center, viene utilizzata l'acqua. Tantissima acqua.
A Cuneo, oggi, si sono messe le basi per una strategia di azione e di soluzioni che la Camera di Commercio vuole coordinare e trasferire poi alla Regione, perché si agisca partendo dallo stoccaggio dell'acqua. Che al momento c'è ancora. Ma nessuno sa come trattenerla.