Cuneo supera e batte Torino per reddito pro-capite, per numero di persone che lavorano, per più basso tasso di disoccupazione, per sopravvivenza delle imprese, per crescita del numero di abitanti. E l’elenco potrebbe continuare. Insomma, la provincia di Cuneo continua a tenere botta e a dimostrarsi più solida e ricca del capoluogo Torino e dei suoi territori.
I dati registrati dalla Camera di Commercio di Cuneo, peraltro, parlano molto chiaro. Il turismo in Granda nel 2022 è cresciuto del 30,1 per cento rispetto all’anno precedente; la disoccupazione è ferma al 3,7 per cento, anzi tra le difficoltà segnalate c’è quella di reperire - nel Cuneese - personale da assumere, i particolare quello specializzato.
Se l’anno scorso il Piemonte ha perso complessivamente 101mila abitanti (a Torino nei primi tre mesi del 2023 sono nati soltanto 1210 bambini contro i 14mila di dieci anni prima), nel Cuneese il numero di residenti è sceso soltanto di 6mila unità. Migliora, infine, il rapporto con l’estero sia per quel che concerne l’import che l’export.
Insomma, dati incontrovertibili e che ci fanno dire che forse è giunto il momento di spostare la capitale del Piemonte da Torino a Cuneo.
Non parlo di strutture amministrative: il grattacielo della Regione resti pure lì, a Torino-Sud.
Ma è giunta l’ora che il presidente Cirio (d’altronde lui è un “langhetto”) e i suoi assessori, le istituzioni, le banche, insomma tutti coloro che operano in Piemonte, che organizzano eventi, che fanno informazione, ecc…. guardino con maggiore attenzione alla Provincia Granda piuttosto che sempre e solo a Torino. Che pare una città ferma, bloccata.