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Attualità | 26 luglio 2023, 17:00

Lagnasco e i costi di polizia: "L’autovelox non è solo cassa. Per i Comuni è una spesa"

Il centro di pianura è tra quelli italiani con la maggior spesa pro capite sulle attività dei vigili. Nella voce di bilancio rientrano però anche tutti i costi legati al dispositivo installato nel 2020 sulla SP 662. Il sindaco: "Obiettivo era mettere in sicurezza quella strada e ci siamo riusciti"

Il velox di via Praetta

Il velox di via Praetta

Il comune di Lagnasco (1.400 abitanti circa), secondo i dati elaborati della fondazione indipendente OpenPolis, è il centro della provincia di Cuneo con la maggior spesa pro capite per la gestione della polizia municipale.

LAGNASCO TRA I PRIMI CENTRI ITALIANI PER SPESA PRO CAPITE

L’analisi, riportata anche da Targatocn.it, riferita ai consuntivi del 2021, segnala una spesa di 782.205 euro, corrispondenti a 560,72 euro per abitante. Un dato che attesta l'importante polo del distretto frutticolo del saluzzese al settimo posto a livello nazionale in questo senso.

LA REALTA', OLTRE I NUMERI

Numeri che potrebbero portare a pensare a costi sproporzionati, ma che, in realtà, dimostrano come spesso la macchina amministrativa si muova in un mare magnum di voci di spesa in bilancio molto diversificate tra un territorio e un altro. E spesso le fredde enumerazioni restituiscono una realtà quantomeno approssimativa.

Facendo un passo ulteriore rispetto all’analisi pubblicata è venuto spontaneo porci il quesito: come è possibile, quindi, che la spesa per cittadino a Lagnasco sia di 560 euro? E questo mentre, per esempio, a Monasterolo Savigliano - anch’esso centro di pianura e quasi pari per numero di abitanti - il costo pro capite è di poco più di venti centesimi?

QUANDO IL VELOX DIVENTA UNA SPESA

Tra Monasterolo e Lagnasco ci sono circa undici chilometri di distanza. Per spostarsi tra questi due comuni, lungo la via, se si percorre la Sp 662, da qualche anno è possibile trovare un velox. Quel velox rappresenta il mare magnum abissale che separa la voce di spesa dei due centri per la gestione della polizia municipale.

Ma andiamo con ordine.

LA STORIA DEL VELOX DI VIA PRAETTA


Nel 2017, quando a Lagnasco era sindaco Ernesto Testa, comincia l’iter per installare un autovelox fisso sulla Saluzzo-Savigliano al fine di mettere in sicurezza l’attraversamento di via Praetta, la strada dei campioni, così denominata perché qui si allenarono i gemelli Damilano e tutti gli atleti seguiti negli anni dal fratello Sandro, compresa la nazionale cinese. Una strada di campagna che collega Lagnasco con Scarnafigi il cui incrocio con la provinciale è stato ritenuto pericoloso dai numerosi residenti e mezzi agricoli che quotidianamente attraversano quella strada. 

IL LIMITE FISSATO A 90KM/H
Da qui l’idea dell’amministrazione, in accordo con la Provincia, di installare un dispositivo all’altezza di via Praetta, che rilevasse le velocità superiori ai 90 km/h.

Passa il tempo e nel frattempo cambia il sindaco. Nel 2019 viene eletto Roberto Dalmazzo. Si procede alla gara di appalto e nel febbraio 2020 il velox diventa operativo.

NEL PRIMO ANNO UN MILIONE DI INCASSI DALLE MULTE

Da quel giorno e fino al 31 dicembre il nuovo strumento “frutta” circa un milione di euro (940 mila per la precisione). Una bella cifra per le casse comunali, verrebbe da pensare.

Ma anche qui la realtà è un pelo più complicata. Avere un velox di questo tipo per un comune comporta non poche spese.

I COSTI DI UN VELOX FISSO

Intanto c’è un costo di noleggio del velox a cui si aggiungono i servizi di “bollettizzazione”, operati da una ditta esterna (a Lagnasco la gara era stata vinta dalla Megasp di Padova).

Queste società si occupano della ricezione delle fotografie che ogni giorno vengono poi inviate all’ufficio di polizia locale di Lagnasco che scandaglia targa per targa e convalida la sanzione in caso di superamento del limite dei 90km/h. La sanzione viene poi rimandata alla ditta appaltatrice che si occupa dell’invio della multa a casa (per i privati) o via PEC (se si tratta di mezzo aziendale o di altro tipo).

In quell’anno la spesa per noleggio e “bollettizzazione" era stata di 245mila euro. E già la cifra iniziale si abbassa a 695mila euro.

L'ACCORDO CON LA PROVINCIA

Poi c’è l’accordo stretto con la Provincia per cui il comune si fa carico delle spese appena citate a patto che gli incassi delle multe vengano equamente divise: 470 mila euro circa andarono, nel primo anno di installazione, all’Ente provinciale.

LE SPESE DI PERSONALE

Del milione iniziale a Lagnasco restarono quindi 225mila euro a cui, ancora, vanno sottratte le spese di stipendi degli agenti (circa 70 mila euro, comprese le spese di pensionamento in quell’anno dell’ex comandante Marco Rinaudo e dell’assunzione di un nuovo agente).

Se si sommano le “spese” per il nuovo velox e i costi di personale la cifra che si ottiene è quel fatidico 782mila euro, cifra messa a consuntivo nel 2021, e che ha reso Lagnasco nell’analisi di OpenPolis, uno dei comuni italiani con la maggior spesa pro capite per la gestione di polizia locale. Ma, come abbiamo visto, se si scorporano i numeri, le attività che finiscono in questa voce sono le più variegate.

UTILI VINCOLATI A SPESE PER LA SICUREZZA DELLA STRADA
Nonostante il “milione” di introito del primo anno di installazione del velox, al comune lagnaschese restarono nelle tasche “appena” 125mila euro: soldi vincolati ad una spesa sul territorio per la sicurezza stradale. Vincolo che vale sia per il comune che per la Provincia.

IL SINDACO: "MESSA IN SICUREZZA, PRIMA DEL GUADAGNO"

“I soldi ottenuti dalle sanzioni - commenta il sindaco Roberto Dalmazzo - sono stati investiti per sistemi di video sorveglianza con lettura targhe recentemente inaugurati. Ma quel che più ci preme sottolineare è che abbiamo raggiunto l’obiettivo di messa in sicurezza di quell’incrocio. Ogni anno le sanzioni sono calate progressivamente rispetto al 2020. Ora siamo nell’ordine di una riduzione del 70%. Segno che le persone hanno imparato a rallentare su questo percorso. I guadagni per il comune, come si può evincere, non sono esagerati. Questo dimostra che non abbiamo installato uno strumento sanzionatorio, ma di sicurezza”.

Daniele Caponnetto

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