Manca un settimana all’entrata in vigore del discusso blocco delle auto Euro 5 in Piemonte (15 settembre) e – al di là delle innumerevoli prese di posizione delle forze politiche – ancora nessun provvedimento ufficiale è stato assunto.
La Regione, dove la maggioranza di centrodestra sulla questione è apparsa divisa, ha rimpallato la questione al governo chiedendo un suo intervento.
È stata ventilata la possibilità di una proroga per un paio di anni - fino al 2025 - ma dal Consiglio dei Ministri nessuna chiara indicazione è finora arrivata.
Dopo che i partiti di maggioranza che governano la Regione Piemonte si sono reciprocamente rinfacciate la responsabilità della decisione, il presidente Alberto Cirio e l’assessore ai Trasporti Marco Gabusi saranno oggi a Roma per sentire quali sono le intenzioni dell’esecutivo in materia dopo le promesse del ministro dell’Ambiente, loro collega di partito, sulla vicenda.
Una delegazione targata esclusivamente Forza Italia, dal momento che Lega e Fratelli d’Italia sul caso si sono “scazzottate” per bene nei giorni scorsi.
Per questa ragione Cirio ha preferito che restasse a casa l’assessore all’Ambiente Matteo Marnati (Lega), che pure ha firmato il provvedimento.
Il governatore ha scelto di portare con sé solo il fidato Gabusi per evitare che in sede romana emergessero divergenze che avrebbero complicato una partita già di per sé difficile perché nata male e gestita politicamente ancora peggio.
Ricordiamo che – in assenza di novità - dal 15 settembre i veicoli diesel Euro 5 non potranno circolare in 76 comuni del Piemonte e che lo stop sarà in vigore dalle ore 8 alle 19 – da lunedì al venerdì – fino al 15 aprile.
Il divieto, secondo le stime, coinvolgerà oltre 140 mila auto Euro 5 e, considerando anche i veicoli diesel Euro 4 o inferiori, i veicoli a benzina fino a Euro 2 e quelli a Gpl/metano euro 1 che già non potevano circolare, la restrizione coinvolgerà più di 600 mila automobili sul territorio piemontese.
Il Piemonte è la prima regione italiana in cui entra in vigore la limitazione.
Il provvedimento è stato adottato dalla giunta regionale con la motivazione che l’area piemontese è risultata, nel 2021, la più inquinata d’Italia, in cui il limite delle cosiddette “polveri sottili” è stato superato per 140 giorni.
Tra i Comuni coinvolti nelle limitazioni ci sono tutti i capoluoghi di provincia e vari centri del Cuneese; oltre al capoluogo: Alba, Borgo San Dalmazzo, Bra, Busca, Fossano, Mondovì, Savigliano e Saluzzo.
Nel caso poi in cui si registrassero situazioni particolarmente critiche col superamento del limite giornaliero di Pm10 potranno scattare ulteriori limitazioni.
Sono previsti due livelli: arancio e rosso. Si attiverà il livello arancio quando la soglia sarà superata di 50 mcg/mc per tre giorni consecutivi. In tal caso, ci sarà il blocco anche il sabato e nei giorni festivi, dalle ore 8 alle 19 dei veicoli diesel Euro 3, Euro 4 ed Euro 5 adibiti al trasporto persone ed Euro 3 ed Euro 4 utilizzati per il trasporto merci.
Col livello rosso, invece, dovrà essere superato il valore di 75 mcg/mc per tre giorni consecutivi. In questa situazione è previsto lo stop dei veicoli merci diesel Euro 5 anche dalle ore 8 alle 19 del sabato e dei festivi.
Per conoscere la situazione occorre consultare il sito dell’Arpa.
Va puntualizzato – a scanso di equivoci – che il blocco riguarda esclusivamente il concentrico delle città e non gli assi stradali di scorrimento.
È stato previsto un sistema detto “Move-In” (Monitoraggio dei Veicoli Inquinanti), che garantisce la circolazione nonostante le limitazioni del traffico, rispettando la soglia di chilometri stabilita.
Un sistema che viene però contestato perché di non facile utilizzo e, per taluni versi, ancor più penalizzante, come spiegano gli operatori del settore.
Il provvedimento continua a suscitare proteste e malumori oltre che incertezza, considerato che la scadenza è alle porte.