Il prodotto agroalimentare, che nasce da terre e pascoli del territorio, diventa protagonista di processi economici soltanto quando viene reso disponibile attraverso l’imballaggio. Imballaggio che diventa subito un rifiuto: gestirlo correttamente significa orientare, favorire, facilitare la filiera di produzione, distribuzione, consumo ad adottare strutture semplici e poco impattanti di materiali e imballaggi, ma anche favorire il riutilizzo dove possibile.
Su questi temi si sono confrontati sabato 16 settembre, presso la Casa delle Biodiversità allestita da Slow Food in occasione di Cheese 2023, il presidente di CoABSeR Giuseppe Dacomo e il direttore dello stesso Consorzio, Fabrizio Gianolio; Enrico Accotto della Direzione Ambiente di Regione Piemonte e Carmine Pagnozzi, direttore di Biorepack, il Consorzio nazionale per il riciclo organico degli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile.
Moderati da Luca De Nardo, formatore sul tema del packaging sostenibile, durante l’evento “Prato Pulito” i relatori hanno proposto un confronto attivo sul ruolo di servizio pubblico, imprese e cittadini nella tutela del paesaggio attraverso la gestione virtuosa dei rifiuti, a partire dalla prevenzione, dalla raccolta differenziata e riciclo.
Un confronto ricco di stimoli, iniziato dalla gestione virtuosa dei rifiuti sul territorio grazie all’esperienza di CoABSeR e Regione Piemonte e che ha anche aperto un focus su nuovi materiali da imballaggio come la plastica compostabile, la cui filiera è rappresentata da Biorepack.
Ampio spazio è stato dedicato a come gestire il problema dei rifiuti da imballaggio: è importante che ogni attore, ciascuno nel proprio ruolo, agisca per orientare, favorire, facilitare la filiera produzione, distribuzione e consumo ad adottare strutture semplici e poco costose di materiali e imballaggi, favorendo inoltre il riutilizzo dove possibile.
Non è mancato un focus sulla questione dei costi, molto attenzionata dai cittadini: nella fase di gestione degli imballaggi diventati rifiuti, infatti, occorre gestire ogni processo in modo virtuoso, anche attraverso la collaborazione degli utenti, per contenere i costi di raccolta. In parallelo, va evitata la
dispersione nell’ambiente combinando insieme soluzioni dissuasive, ma soprattutto educative e
premiali.
La discussione ha portato ad esplorare un tema fondamentale: spesso il cuore del problema, dal punto di vista dell’impatto ambientale, resta il materiale di cui sono fatti gli imballaggi. A questo proposito è stato il Consorzio Biorepack ad illustrare la propria mission: esso, infatti, persegue l'ottimizzazione della gestione del fine vita degli imballaggi in bioplastica compostabile. Dalla promozione della loro etichettatura alla loro riconoscibilità, dal corretto conferimento da parte dei cittadini nella raccolta
differenziata dell’umido domestico alla garanzia del raggiungimento degli obiettivi di riciclo attraverso il
compostaggio,
In allegato alcune foto dell’evento.
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