Sono rimasti vuoti questa sera, martedì 28 novembre, i banchi delle minoranze consiliari del Comune di Borgo San Dalmazzo.
Come annunciato in uno scritto (leggi qui), l'ex sindaco Pierpaolo Varrone, con Luisa Giorda e Luca Basteris del gruppo civico Borgo per tutti, e Marco Bassino capogruppo La Torre, non si sono presentati alla seduta. In aula solo la consigliera di minoranza Luisa Agricola che ha appena preso il posto di Paolo Giraudo (lista civica Realizziamo Insieme).
"Riceviamo in data odierna comunicazione dei Cons. Bassino, Basteris, Giorda, Varrone e riteniamo doveroso rispondere con chiarezza e garbo così come riteniamo di aver sempre agito." - spiegano dal gruppo consiliare di maggioranza "Uniti per Borgo" - "In termini generali, il Consigliere Comunale ha il dovere di partecipare alle sedute del Consiglio, tant’è che la mancata partecipazione, se non giustificata, comporta la decadenza dalla carica, con le procedure previste dallo Statuto.
La mera circostanza dell’essere convocato in orario di lavoro – posto che ci sono orari di lavoro differenti che presuppongono turni in fasce serali, notturne e festive - non può essere considerata di per sé una giustificazione per la mancata partecipazione, se non accompagnata da specifiche motivazioni che giustifichino l’impedimento del Consigliere."
"In particolare, - sottolineano dalla maggioranza - non solo il Consigliere Comunale gode di permessi retribuiti per la partecipazione al Consiglio, ma nessuna rilevanza in ordine alla partecipazione al Consiglio può essere attribuita all’art. 38 comma 7 del TUEL, che prevede: “Le sedute del consiglio e delle commissioni sono pubbliche salvi i casi previsti dal regolamento e, nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, si tengono preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l'orario di lavoro dei partecipanti”. Ma a quale orario di lavoro si puo' fare riferimento? Visto che – come sopra evidenziato – non vi sono orari uguali in assoluto per tutte le lavoratrici e per tutti i lavori: c’è chi lavora di sera, fa i turni di notte, deve rispettare reperibilità varie.
Difatti tale norma non solo non prevede un divieto di convocazione del Consiglio durante l’orario di lavoro, in quanto le sedute devono tenersi “preferibilmente” fuori dall’orario di lavoro, ma non ha alcun riflesso sul dovere di partecipazione, in quanto il periodo “e, nei comuni con popolazione fino a 15.000 abitanti, si tengono preferibilmente in un arco temporale non coincidente con l'orario di lavoro dei partecipanti” è stato aggiunto alla norma originaria (che non prevedeva assolutamente tale limitazione) dal comma 19 dell’art. 16 “Riduzione dei costi relativi alla rappresentanza politica nei comuni e razionalizzazione dell'esercizio delle funzioni comunali” del D.L. 138/2011 “Ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”."
"Il fatto che le sedute consiliari debbano tenersi “preferibilmente” al di fuori dell’orario di lavoro, pertanto, ha esclusivamente risvolti di finanza pubblica, in quanto si raccomanda al Comune di organizzare la propria attività consiliare senza dover provvedere al rimborso del permesso per la partecipazione al Consiglio nei confronti del datore di lavoro del Consigliere. Come però si è detto prima, non essendoci un orario di lavoro standard e considerando le situazioni soggettive estremamente diverse, diventa difficile escludere a priori questa possibilità o definire un orario che sia consono ad ognuna e ad ognuno.
Inoltre, nell’ambito delle pari opportunità tra generi, è bene ricordare che in Consiglio siedono delle donne che hanno tutto il peso della famiglia sulle proprie spalle e che debbono svolgere il lavoro di cura dei figli nell’arco di tutta la giornata.
Crediamo che il Consiglio Comunale sia il luogo per eccellenza del dibattito libero e democratico, così come si è sempre svolto. Non bisogna cadere nel tranello di pensare che ci siano consiglieri più importanti o meno importanti. E’ nell’ambito del Consiglio che si eleva il confronto, che si pongono le basi per la progettazione della Città. Non partecipare al Consiglio, pur nel rispetto delle decisioni dei consiglieri assenti, non aiuta l’organo consiliare nel suo essere momento fondamentale della democrazia cittadina, anzi lo amputa di una parte importante perché fa venir meno l’apporto significativo di ogni membro dello stesso."
"Nella storia democratica di Borgo San Dalmazzo, - proseguono dai banchi della maggioranza - non sono nuove queste – legittime - prese di posizione, nel tempo si sono sentite molte voci che hanno additato la maggioranza di essere poco democratica, si sono visti consiglieri di minoranza imbavagliarsi e riferire che loro assenza era una protesta.
In questo anno e mezzo di Amministrazione, la maggioranza non si è mai rifiutata di dare risposte o di avere confronti: per quale motivo poi dovrebbe farlo visto che tutta l’azione è improntata alla trasparenza e ogni atto può essere accessibile ai consiglieri e ai cittadini?
Non c’è nulla da evitare e nulla da nascondere, nessun giro di parole perché si sta dimostrando con i fatti il lavoro portato avanti. Anzi, pare che dia proprio fastidio il fatto che alle domande poste in consiglio vengano sempre date risposte puntuali, anche su aspetti legali così come documentalmente dimostrato da una delle ultime risposte date alle interrogazioni della minoranza.
Le commissioni consiliari sono state convocate, le riunioni di capogruppo anche, i consigli comunali sono il luogo del confronto e dell’espressione democratica. Spesso è purtroppo mancata proprio la presenza della minoranza.
Succede che per varie esigenze (nello specifico le dimissioni recenti di un consigliere) vengano convocati consigli ravvicinati. Perché lamentarsi o invocare la gentilezza istituzionale?".
"E’ compito del consigliere parteciparvi, - concludono da "Uniti per Borgo" - siamo stati eletti democraticamente dalle cittadine e dai cittadini i quali si aspettano da noi che portiamo avanti i progetti per la Città e di discuterli, ognuno con le proprie posizioni e idee.
Chi decide di mettersi al servizio della Città - perché questo siamo noi Amministratori: servitori della Città - ha ben consapevolezza dei ruoli e dei compiti affidati e delle rinunce che deve fare per poter svolgere il ruolo nel migliore dei modi.
Non devono spaventare gli impegni e la partecipazione ai Consigli, fossero anche tutte le settimane dove sarebbe il problema? Siamo stati eletti per questo e ben possono pretenderlo le cittadine e i cittadini che ci hanno votato."